Comunali 2016: nepotismo, un segnale pericoloso per tutti !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Come ho già scritto e come volevasi dimostrare la nomina dei due figli di Vincenzo De Luca è già passata in secondo piano, anzi dalla stampa è scomparsa del tutto nell’ottica di una sudditanza psicologica molto marcata. E’ un dato di fatto inoppugnabile, purtroppo è così. La stampa, come in tante altre occasioni, doveva continuare a battere il ferro fin quando era caldo, non tanto e non solo per rimarcare la cavolata commessa dal sindaco in nome e per conto del governatore, ma anche per analizzare e sviscerare il fenomeno del nepotismo che in politica, alla fine, non paga mai; anzi spesso apre delle voragini nel rapporto uomo politico – gente comune e si crea quell’impalpabile strisciante malumore che si ripercuote con effetti devastanti sull’uomo politico e sulle sue scelte future. E’ stato sempre così e continuerà ad essere così. Nella rete dei sentimenti e delle esigenze familiari sono caduti anche grandi uomini politici che sono stati, poi, travolti, anche a distanza di anni, dall’ondata di ritorno di quel malumore strisciante di cui prima; è accaduto anche nei casi in cui figli, mogli, compagne, parenti ed affini sono passati attraverso il vaglio ed il suffragio elettorale, figurarsi per le nomine dirette ed imposte.

Il caso più eclatante di questi ultimi anni è quello di “lady Mastella” (al secolo Sandra Lonardo) che, pur essendo stata eletta quasi a furor di popolo (ma i detrattori dicono che fu tutta opera del listino) e per volontà superiore investita del ruolo di “presidente del consiglio regionale”, sappiamo tutti la fine che ha fatto e sappiamo anche che ci sono voluti quasi dieci anni di tempo acchè il marito Clemente Mastella (travolto da quel caso ma anche dalle sue colpe) recuperasse una parte del consenso elettorale vincendo le elezioni a sindaco di Benevento. Ma questo è un caso più unico che raro, Mastella è un animale politico a sette vite, non per niente è stato per ben sette anni portavoce della D.C. dei tempi d’oro. Io faccio il giornalista e mi piace approfondire i temi, anche quelli più scabrosi, per capire la genesi dei problemi; e questo del nepotismo è uno dei problemi più seri che tutta la stampa messa insieme doveva trattare in una maniera più approfondita, ben lungi dalla sterile battaglia contro il solo kaimano; questo è un problema che va trattato per linee generali perché riguarda moltissimi soggetti. Ancora più eclatante e devastante potrebbe essere il caso che riguarda i “pentastellati” capitolini se si dimostrerà veritiera l’indiscrezione che la neo sindaca Virginia Raggi avrebbe intenzione di nominare Daniele Frongia (suo presunto fidanzato e, comunque, vicino all’ex sindaco Gianni Alemanno)

vorrà dire che siamo davvero alla fine, senza neppure un briciolo di classe.  Non basta essere potenti uomini politici, non basta essere kaimani politici, non serve neppure che i figli – parenti ed affini siano bravi o addirittura i migliori (e nel caso in questione credo che Piero e Roberto siano davvero molto bravi, ho qualche perplessità sul fatto che possano essere i migliori) per avere l’accesso gratuito alla famosa “unzione divina”; qui le cose sono radicalmente cambiate, innanzitutto nessuno è fesso e nessuno porta più l’anello al naso. E’ sicuramente ancora molto presto per capire come andrà a finire nel caso di specie e, soprattutto, quanto ed in che misura le nomine dei figli del kaimano incideranno in quell’immaginario collettivo che fino ad oggi ha sorretto ed approvato tutte la scelte del governatore, anche quelle più discutibili. Per quanto mi riguarda e per quanto attiene le prerogative di libertà di questo giornale online continueremo a trattare l’argomento partendo da dati inoppugnabili e molto lontani dalla pur esistente fantasia giornalistica (che non manca neppure nel mio modo di scrivere !!). Per capire se le nomine di Piero e Roberto (non me ne vogliano ma è più comodo e comprensibile citarli per nomi di battesimo) hanno cominciato a scalfire la solidità di quello zoccolo elettorale che fino a questo momento, nell’ideale rapporto De Luca-elettori, ha garantito la stratificazione di un “sistema di potere” inaccessibile ai comuni mortali, invidiato ed anche blandamente contrastato, abbiamo promosso una specie di sondaggio proponendo ai nostri lettori la seguente domanda: “E’ giusta e sensata la nomina dei due fratelli De Luca ai vertici comunali ?”. Alla nostra domanda hanno risposto ben 1.402 lettori dei quali il 99% ha cliccato sul NO (1.387 voti) ed un risibile 1% ha cliccato sul SI (15 voti). I sondaggi, soprattutto i nostri, vanno ovviamente presi con le molle anche perché rivolti ad una platea anonima e molto eterogenea. Comunque il dato registrato è abbastanza allarmante e pur volendo ammettere che non ha votato nemmeno un deluchiano bisogna riconoscere che una certa fetta di lettori ha già preso coscienza dell’errore umano e strategico commesso dal governatore o da chi per esso. Per quanto attiene i deluchiani che, presumo, non hanno votato bisognerebbe anche capirne le motivazioni; forse perchè, contrariamente ad altre volte quando in massa hanno votato contro il nostro sondaggio, hanno preferito il silenzio per meglio metabolizzare la evidente grossa cavolata. Questo, beninteso, è soltanto un campanello d’allarme; ora spetta al governatore porre eventuale rimedio.

2 thoughts on “Comunali 2016: nepotismo, un segnale pericoloso per tutti !!

  1. Egregio direttore, in realtà, la stampa locale non ha parlato mai in maniera esplicita della nomina del figlio Piero (presentato sempre come “consulente”), tutti sapevano soltanto di Roberto. Quello che desta qualche perplessità è la posizione del sindaco!!!!

    1. Sigmr Antonio………..aspetta che le sorprese non son ancora finite…………..ha visto i nuovi entrati nella graduatoria dei papali per aspirare al ruolo di nuovi direttori generali? La legga, altro che familismo amorale ormai nulla non è consentito a Vincenzo I.L’ex moglie…………possibile nuovo direttore generale di ASL ( con tutto il rispetto possibile)……….direbbe Totò : “ma mi faccia il piacere”.

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