Comunali 2016: Forza Italia è finita, Roscia avverte la Carfagna

Aldo Bianchini

SALERNO – Che Forza Italia a Salerno sia finita non è una novità, è finita già da tempo checché ne possano dire i suoi ormai pochi adepti. C’è chi non lo vuole ammettere (leggasi il caso di Vittorio Acocella, giovane simpatico, pimpante e pieno di voglia di fare) perché crede ancora nella rinascita di un partito che forse non è mai esistito e chi non lo dice per interesse molto personale (qui l’elenco sarebbe abbastanza lungo e ve lo risparmio, tanto è sotto gli occhi di tutti). Dunque non è assolutamente una novità la fine di Forza Italia, pur tuttavia ha fatto benissimo il bravo Antonio Roscia (che un altro che parla perché ci crede e non nasconde interessi di natura personale) a ribadire la fine di un sogno ed a scriverlo direttamente a colei la quale è, a mio giudizio, la vera grande responsabile della fine ingloriosa del centro destra salernitano. Roscia nella sua nota stampa attacca decisamente la “new age” forzista e scrive: “Ma un’altra cosa vorrei chiedere ai novelli fenomeni di Forza Italia che oggi si sperticano in pubbliche lodi a Mara Carfagna. Dov’erano, quando Cirielli faceva una guerra durissima a Mara Carfagna? Dov’erano, quando Mara Carfagna era asserragliata nel suo bunker-segreteria di Via Conforti ? Dov’erano, quando Cirielli e  Caldoro davano assessorati e incarichi ? Ve lo dico io dov’erano: stavano con Cirielli e Caldoro ed oggi che la stella di Cirielli e di Caldoro è appannata, tutti a guardare a Mara. E chi c’era all’epoca con Mara Carfagna ? C’era solo Antonio Roscia insieme a sette-otto amici” e pone in chiara evidenza le cause che hanno determinato il crollo di F.I. partendo dal litigioso e cruento rapporto politico tra Mara Carfagna e Edmondo Cirielli. Nel 2009, Mara ministro e Edmondo presidente della Provincia, sembrava che davvero dovesse realizzarsi quella filiera istituzionale di governo che da Roma a Salerno andava a completarsi con la conquista della Regione nel 2010 da parte di Stefano Caldoro. Invece tutto durò pochissimo e nel breve volgere di qualche mese lo scontro insanabile deflagrò in tutta la sua crudezza. Edmondo voleva il controllo del territorio, Mara voleva il controllo di Edmondo; due cose impossibili che, comunque, avrebbero forse trovato una loro tregua se non ci fosse stata la battaglia per il termovalorizzatore che se a De Luca è costato un processo per il centro destra è stato come un colpo mortale. Edmondo Cirielli, astutamente, aveva messo in evidenza tutte le magagne che nascondeva quel mega progetto (individuazione suoli, espropri e costi elevati) mettendo la Procura della Repubblica in condizione di avviare serie e ripetute indagini; è vero che Cirielli mirava al controllo del ciclo dei rifiuti, con il passaggio delle competenze tra Comune e Provincia, ma questo glielo avevano fatto intendere anche nei gabinetti ministeriali capitolini e lui si buttò nella mischia con tutta la caparbietà che solo un ufficiale dell’Arma sa profondere. Non aveva capito che a Roma Mara Carfana navigava in altri mari e metteva in campo tutti i suoi buoni uffici con il Cavaliere per difendere Vincenzo De Luca a discapito del presidente della Provincia di Salerno e suo collega in parlamento. In quelle circostanze convulse accadde un fatto che non era mai accaduto nella storia della Repubblica; grazie all’intercessione della ministra Carfagna fu sospeso temporaneamente un Consiglio dei Ministri per ascoltare le regioni di Pierluigi Bersani e Vincenzo De Luca che si erano presentati nei corridoi di Palazzo Chigi. Per carità era anche giusto che venissero ascoltati due grossi esponenti del PD ma sicuramente non andava sospeso un consiglio dei ministri in quel momento storico in cui tutto lasciava pensare ad un De Luca sull’orlo del collasso e oramai asserragliato nel Fort Apache e prossimo alla fine politica della sua era. Naturalmente la domanda finale è sempre la stessa: di chi la colpa, di Mara o di Edmondo ? Io ho le mie convinzioni ma, almeno questa volta, faccio a meno di esternarle; dico soltanto che Edmondo ha operato tantissimo sul territorio e che Mara (al di là del poco credibile bunker-segreteria di Via Conforti) invece si è spesa pochissimo e male in tutta la provincia di Salerno, a cominciare dalla città capoluogo. Potevano trovare un accordo e non l’hanno voluto trovare, ignote le ragioni e/o le cause; Edmondo poteva benissimo controllare il potere locale mentre Mara poteva più naturalmente dedicarsi ai rapporti in sede nazionale per cercare di costruire un fronte politico-mediatico da contrapporre all’arrogante ed ossessiva presenza settimanale del kaimano sui piccoli schermi salernitani e napoletani. Lei poteva farlo, anche perché veniva da diverse esperienze televisive sui grandi network ed aveva le chiavi giuste per entrare nel difficile mondo dell’informazione locale. Si sono, invece, intestarditi in una battaglia senza fine e senza esclusione di colpi con le falangi che si sono scontrate tra loro ed a volte si sono scambiate le rispettive posizioni (da Cirielli a Carfagna e viceversa) in un balletto inguardabile di spocchiosi interessi personali. Ricordo ancora quando Cirielli offrì praticamente una segreteria politica salernitana (a costo zero !!) al sen. Enzo Fasano concedendogli, con un incarico, un ufficio in Palazzo Sant’Agostino; e quello fu un momento di grande ma solo apparente unità. Quanti errori macroscopici hanno commesso i due leader e quanti soggetti hanno bivaccato nelle sedi istituzionali ed hanno mangiato a loro piacimento: tantissimi, che oggi vergognosamente si nascondono. Questo, tutto questo, caro Antonio Roscia l’elettore medio salernitano l’ha capito (e ci mancava che non lo capisse !!) ed ha decretato democraticamente la fine di un disegno che era partito da lontano e che, dobbiamo essere onesti nel riconoscerlo, forse il solo Cirielli aveva pazientemente costruito. In tutta sincerità non so proprio a cosa potrà servire l’infoltimento delle poltrone dirigenziali di quello che fu Forza Italia che anche a Salerno aveva (soprattutto nel PdL) raggiunto posizioni invidiabili; un affollamento di cariche che all’indomani del disastro elettorale appare a dir poco ridicolo, anche se da un’analisi più attenta può apparire come l’ultimo assalto alla diligenza. Ed è davvero molto spiacevole. Pensate che da oggi ci sarà un quarto vice coordinatore provinciale (Roberto Celano) e un ennesimo organizzatore del movimento giovanile (Giuseppe Agovino); roba veramente d’altri tempi, ancora più indietro della prima repubblica. Per chiudere non posso fare a meno di esternare tutta la mia meraviglia nei confronti di persone come Roberto Celano e Gaetano Amatruda che conosco direttamente da tempo e che mai e poi mai avrebbero dovuto accettare ruoli di inutile subalternità. Alla prossima.

 

5 thoughts on “Comunali 2016: Forza Italia è finita, Roscia avverte la Carfagna

  1. Non conosco minimamente tutti i retroscena delle vicende così eloquentemente descritte dal Direttore.
    Mi pongo però solo una domanda e la rivolgo a chi ne sa più di me:
    ma, il tremovalorizzatore era un giocattolo, uno “sfizio” di qualche visionario, oppure rappresentava un impianto che in tante altre realtà costituisce un sistema moderno e produttivo di valorizzazione dei rifiuti urbani?
    Perché allora si son fatte prevalere altre logiche che ne hanno impedito la realizzazione?
    Stando così le cose, la diversità nella dotazione di impianti, infrastrutture e quant’altro, esistente fra sud e nord – cominciata e rimasta tale fin dalla seconda metà dell’800, all’indomani dell’Unità d’Italia – difficilmente potrà essere colmata e ogni tentativo di abbassarne il livello per contrastare le negative ricadute che essa arreca sull’intero sistema paese continuerà ad apparire come una mitica chimera!!

        1. Ne ero consapevole anche io, ma avevo replicato in quanto il mio commento riguardava un tema ben specifico ponendo una domanda, sul cui contenuto troverei interessante conoscere il/i parere/i di”chi ne sa più di me”.

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