SAGRE: tra feste, sfilate e carnevalate estive … il lavoro questo sconosciuto e l’esperienza di un salernitano a Dublino.

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Al di là della mia personale (e quindi opinabile) avversità verso gli sprechi di denaro pubblico per sagre, feste e sfilate (dal sapore più o meno storico !!), una notizia di carattere regionale mi ha sconcertato e, conseguentemente, indotto a vederci più chiaro. Si tratta dello stanziamento di 6milioni di euro da parte della Regione Campania per sagre, feste, festini, sfilate, e chi più ne ha più ne metta. Sei milioni di euro non è una bazzecola, soprattutto se viene spesa per manifestazioni, spesso gonfiate dal punto di vista della progettazione e della fatturazione, che in definitiva non lasciano niente sul territorio se non fosse per qualche  prenotazione alberghiera limitata a quei pochi giorni di durata dei singoli appuntamenti; se ci accontentiamo di questo vuol dire che ho capito ben poco di cosa, invece, dovrebbero lasciare sul territorio tutte queste rassegne che, molto incautamente, don Gianni Citro ha definito “carnevalate estive” lanciando tuoni e fulmini contro chi ha ottenuto i contributi a disdoro del suo “Meeting del mare” che dopo tanti anni di vacche grasse non ha ancora raccolto neppure uno spicciolo di quella mega disponibilità regionale; ma di questo parlerò in un prossimo articolo. Per ora mi interessa il problema principale che è e rimane ciò che detti appuntamenti sono in grado di lasciare sul territorio di svolgimento: niente o quasi. Invece di qualche posto in più in albergo dovrebbero favorire occupazione ed economia; e allora cosa fare ?

Basterebbe, come ha detto il presidente del Parco Tommaso Pellegrino, bloccare qualsiasi tipo di contributo e selezionare rigidamente le manifestazioni cui attribuire qualche contributo. Si otterrebbe così un risparmio, pensando allo stanziamento regionale, di un importo superiore ai 5milioni di euro che potrebbero essere impiegati per favorire occupazione pubblica su tutto il territorio regionale. Dopo un rapido calcolo ho calcolato che con quei soldi potrebbero essere distribuiti ben 350 “posti di lavoro pubblico” a tempo indeterminato (a patto che lo Stato si accolli i contributi previdenziali) da spalmare su tutto la Regione; e si sa bene che i posti di lavoro non solo offrono reddito ai bisognosi ma garantiscono anche economia e stato sociale diffuso. Dunque per molte sagre, feste, festini, sfilate e carnevalate in meno, potrebbero essere garantita occupazione stabile ad almeno 350 soggetti ogni anno e per tutto l’anno. Eviteremmo, così, che molti nostri giovani siano costretti a portare all’estero le loro capacità lavorative e la loro indiscussa professionalità. Un giovane salernitano, costretto ad emigrare, mi ha scritto da Dublino per rappresentare la sua incredibile vicenda umana e lavorativa; una lunga lettera che qui di seguito riporto per larghi stralci: “”Caro Direttore Bianchini, Le scrivo questa mail perché volevo sottoporre all’attenzione Sua e della Redazione un argomento mai preso troppo sul serio, in maniera colpevole, dalla stampa, se non in campagne elettorali: sto parlando del LAVORO. Chi le scrive é un emigrato salernitano a Dublino (Irlanda), terra che ormai é diventata un vero e proprio porto di mare per noi italiani. Mi creda: siamo tantissimi, provenienti da ogni parte dello Stivale, si parla di qualcosa come 350.00 italiani (consideri bene il fatto che il 75% di essi non ha preso stabilmente la residenza qui, quindi al di fuori di ogni statistica ufficiale..), di cui gran parte laureata e con titoli prestigiosi anche. Ovviamente il modo piú facile per sentirmi vicino alla mia terra di nascita é la lettura dei giornali locali online, ed in questo devo complimentarmi con il Suo giornale, unico esempio di onestá intellettuale ed abbastanza critico verso il (desolante) panorama politico cittadino, provinciale e regionale. Grazie al Suo giornale, sono riuscito a soddisfare in parte la mia curiositá sugli anni 80 e 90 salernitani, di cui é impossibile trovare traccia altrove … Io mi ritengo un Deluchiano critico, e se avrá tempo Le spiegheró anche il perché.  Dicevo del LAVORO: parto subito da un dato molto triste, e cioé che a lasciare la nostra amata terra non sono soltanto i geni, quelli che arrivano in un posto e subito diventano candidati al Nobel per qualcosa, che fa sempre comodo celebrare, ma per l’80%  siamo un’armata di persone assolutamente normali, che per trovare una dimensione, un posto dignitoso nel mondo, hanno dovuto fare i bagagli ed andare via e, almeno per quanto riguarda il mio caso, SENZA POSSIBILITÁ DI RITORNO, e vuol sapere perché? Glielo spiego con un aneddoto. Premetto: io sono arrivato a Dublino nel 2011 ed ho lavorato presso la sezione musicale della Biblioteca Centrale, grazie ad una borsa di studio conferitami dal Conservatorio di Salerno (presso il quale ho conseguito il titolo in Musicologia con indirizzo in Management dell’impresa culturale). Quando ho terminato la mia esperienza, sono rientrato in Italia per discutere la tesi. Pensando che questa esperienza mi potesse aiutare nella ricerca di un lavoro serio, ho iniziato ad inviare curriculum a piú non posso.. sa quante risposte ho ricevuto? Glielo dico io: ZERO! … Le giuro che ne avrei da raccontare, tra cui la “collaborazione autonoma” ad un 1.50 euro lorde l’ora per un notissimo call centre con sede a Salerno, oggi chiuso … ho ancora il “contratto” conservato e prova di ció che affermo): mi rivolgo ad un avvocato …  Dopo questa premessa, Le dico cosa mi é accaduto: ho mandato, dopo 3 anni e piú, un curriculum nella mia cittá, ad una nota azienda di import/export. Accade l’incredibile: dopo 10 minuti mi arriva la risposta positiva, mi dicono che hanno valutato il mio cv e che lo hanno trovato molto interessante, ma che vorrebbero capire se la mi residenza attuale sia l’Irlanda o no. Io rispondo che sí, certo, sono residente in Irlanda poiché, come riscontrabile dal cv, sono comunque impiegato a tutt’oggi presso questa multinazionale a Dublino, sono iscritto all’Aire, ma che ero interessato a quella posizione lavorativa perché l’azienda ha un KNOW HOW importante e perché sono Salernitano; chiedo dunque di poter fare un colloquio orale, faccia a faccia anche via skype (qui in Irlanda, come in tutte le parti dell’Europa civilizzata, fare colloqui via Skype é considerato quasi sindacale..).. a quel punto non vengo piú considerato: nessuna risposta …  Se vuole puó condividere sul Suo giornale queste mie esperienze, mi scusi per l’italiano frettoloso. Le chiedo solo una Sua opinione: secondo Lei, che futuro potrá mai avere l’Italia in queste condizioni? E soprattutto… ci sará un futuro per Salerno diverso da una qualsiasi cittá del Sudamerica (ergo: il 15% della popolazione ricchissimo ed il resto che si arrangia come puó)? “”. L’ho detto in premessa che questo è soltanto uno stralcio; ma il nostro concittadino ha comunque un nome ed un cognome (si chiama Enrico) e presto, mi auguro, invierà qualche altro suo contributo su cui poter discutere in senso positivo e costruttivo.

Nel prossimo articolo dedicato alle sagre ed agli sprechi parlerò della vicenda tumultuosa provocata dall’incauto “don Gianni Citro” contro l’assessore regionale Corrado Matera. Intanto saluto e ringrazio il nostro connazionale costretto a Dublino da un sistema lavorativo infernale che caratterizza la politica di questo Paese tra sprechi e ruberie.

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