Terremoto: la grande paura, ora come allora !!

  

Maddalena Mascolo

 

SALERNO – Sono passati circa 36 anni da quel fatidico giorno del terremoto che portò lutti e devastazioni interessando tre regioni: Campania, Basilicata e Puglia. Ancora oggi si ignora il numero preciso delle vittime e dei feriti. Era una serata uggiosa, quella del 23 novembre 1980; calda, ma di un caldo strano quasi opprimente; balconi e finestre aperte; sugli schermi televisivi le immagini di Juventus-Fiorentina (allora si trasmetteva in tv soltanto un tempo di una delle partite di calcio di serie A). Alle ore diciannove, trentaquattro minuti e venti secondi il tragico sussulto; poi soltanto morte, distruzione e paura. Paura per lo scampato pericolo, per un futuro incerto, per i soccorsi lenti e male organizzati, per uno Stato impreparato e poco attento alle segnalazioni che molti scienziati avevano, comunque, avanzato sulla eventualità di un violento terremoto proprio in quelle zone dove, in effetti, si verificò. Diciotto anni prima c’era stato un altro grande evento sismico, ma l’esperienza del terremoto dell’agosto del 1962 non aveva insegnato niente a nessuno. C’erano stati grandi progetti, tutti faraonici; ma le carte erano rimaste insabbiate nei cassetti misteriosi dei ministeri.  Nel novembre ’80 erano i giorni del grande scandalo che aveva travolto la Guardia di Finanza e la politica; quella sera le rotative dei grandi quotidiani del Paese avevano già stampato i titoli a caratteri cubitali: Terremoto politico”. Fu necessario soltanto cancellare la parola “politico” per avere il titolo bello e pronto. Dai palazzi del potere, timorosi ed anche increduli, partì immediatamente un fiume di danaro pubblico: 60milamiliardi di lire (oggi si parla di 50milioni di euro, una cifra che impallidisce al cospetto di quella stanziata nel 1980) che in poco tempo avrebbero dato la stura ad uno degli scandali più grossi e più inesplorati della prima repubblica. Si mossero Sandro Pertini e Giovanni Paolo II; il primo con un elicottero militare di colore bruno, il secondo con il tradizionale elicottero bianco. Oggi si muoveranno, dopo Matteo Renzi, il presidente Sergio Mattarella (oggi sarà presente ad Amatrice per i funerali di Stato) e Papa Francesco (che forse si muoverà nei prossimi giorni). A Laviano, allora, scese quello del Presidente della Repubblica e fu subito contestazione, rapida, violenta e senza tentennamenti; solo la figura e la fermezza di Pertini fermarono quell’accenno di rivolta; poi Laviano, il paese più distrutto e più colpito in numero di morti, sprofondò nel baratro della discordia ed ancora oggi (dopo 36 anni) non è stata del tutto ricostruita e le discordie non sono del tutto sopite. A Balvano, in provincia di Potenza, scese l’elicottero bianco del Papa; messe, riti religiosi, un fiume di danaro, assistenza e solidarietà; il nome di Balvano, dove era crollata la chiesa madre, valicò subito i confini nazionali ed ebbe risonanza mondiale; dopo pochi anni è stata completamente ricostruita. Completamente diverso il destino dei due sindaci (entrambi democristiani); Salvatore Torsiello,  sindaco di Laviano, a causa delle pretestuose contestazioni fu inquisito ed arrestato la mattina del 19 luglio 1993 insieme ad altre sei persone rei, secondo l’accusa del pm Anita Mele, di associazione a delinquere, turbativa d’asta aggravata, falso materiale e ideologico; ma alla fine, dopo anni di processi, vennero tutti assolti. E pensare che il 26 novembre 1980 aveva sfilato per le vie distrutte del paese portando per il braccio il presidente Pertini. Altra storia per Ezio Di Carlo, sindaco di Balvano, mai una contestazione, mai un’inchiesta, la ricostruzione presa ad esempio e presentata in America come in Giappone ed elevata a simbolo dell’Italia nel mondo. Una differenza sostanziale tra Laviano e Balvano, quasi come a significare che quello che non fa la politica può farlo la fede. E dopo la scossa, dopo  i soccorsi lenti, dopo la fase di emergenza arrivò la politica con i suoi progetti faraonici, stadi immensi, cattedrali nel deserto, insediamenti industriali fasulli e soldi, sempre soldi, continuamente soldi. E la promessa  (come oggi) di ricostruire lì dove tutto era stato distrutto nell’ottica di una corrente di pensiero molto distante dalla concezione delle moderne new-town concepite per l’Aquila; una concezione subito contestata. Alla fine dell’88 partì la Commissione Parlamentare d’inchiesta; a guidarla un personaggio eccezionale ed emblematico: Oscar Luigi Scalfaro; una relazione enorme, oltre trentamila pagine per raccontare gli sprechi, gli abusi, le prevaricazioni, gli atti di arroganza ma con una pecca: nessun accenno alle Cooperative Rosse. Oggi assistiamo ai processi per il terremoto de L’Aquila (2009) e ci apprestiamo a seguire quelli del terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016.  Gli scandali veri pochi, molto pochi; i potenti sempre fuori al sicuro, al riparo anche dalle manette facili della tangentopoli; i duemilanovecento morti accertati sono, invece, tutti lì sotto un metro di terra a gridare ancora la loro sete di giustizia. Una sola fortuna per le popolazioni dell’Irpinia (intesa allargata alla Campania, Basilicata e Puglia)  in quanto sulla scena del disastro arrivò quasi subito l’uomo giusto: Giuseppe Zamberletti, ottantatre anni suonati, sottosegretario di stato, che aveva già guidato l’emergenza e la ricostruzione in Friuli (che ancora oggi viene additato a modello virtuoso) dopo lo spaventoso terremoto di pochi anni prima. Assolutamente indipendente, Zamberletti fu contestato quasi da tutti ma riuscì davvero a rimettere insieme i cocci dello stato ed a ridare la speranza di un futuro migliore alle circa trecentomila persone senza casa. Il tutto ripartì anche se presto, ovviamente, si arenò nelle secche della burocrazia e delle tangenti. Insomma cambiò tutto per non cambiare niente, allora come oggi, purtroppo. Nella prossima puntata parleremo proprio di Giuseppe Zamberletti.

2 thoughts on “Terremoto: la grande paura, ora come allora !!

  1. Gentilissima Dotto.ssa,
    non so quanti anni ha Lei,ma io il terremoto del 1980 l’ho vissuto in diretta e sfortunatamente anche la frana di Sarno.
    In questo Paese,non cambia niente.Certamente il volontariato dei primi giorni,i riflettori accesi dei midia, le promesse ddei politici………….non succederà più……….ma poi parole………parole…..soltanto parole.
    I tempi sono cambiati, e meno male non parliamo del terremoto nostrano del 1980 sarebbe inutile.l’unica cosa che produsse fu una camorra organizattissima e violentissima.
    La frana di Sarno? ha dato mai una occhiata ai lavori di messa in sicurezza del monte Saro? Stendiamo un velo pietoso.
    Dottoressa stiamo alle comiche finali. La Politica ,che grazie al terremoto cerca dimettere in sicurezza i conti di un debito pubblico , che pur con l’anti corruzione vola.
    Qualche “cialtrone di giornalista” televisivo (sicuramente in questa uscita infelicissima, che dice che il terremoto, poi alla fine farà innalzare il PIL.
    Non ho dubbi…..sesi riferiva al PIL di personaggi squallidi come quelli beccati al telefono nell’immediatezza del terremoto dell’Aquila, che ridevano e si pregustavano gli affari che dovevano fare……….senza dubbio.
    Che vergogna continua.
    Lei la prossima volta ci vuole deliziare con la stora del dottor Zamberletti? Un consiglio da lettore fidato…..non sprechi il Suo inchiostro, Sarebbe inchiostro perso.
    Dopo quello che ha combinato o permesso di combinare in Campania, lo chiamano anche a pontificare in televisione.
    Si figuri, che sotto la sua brillante gestione commissariale i militari tenevano carte stradali sbagliate……per non parlare dei lavori realizzati con la famosa L.219 o le piratesche aree industriali oggi deseti del nulla a imperitura memoria di cosa possono essere “certi sedicenti italiani”.
    Dott.ssa Lei è padronissima , chiaramente di fare come meglio crede , ma per favore ci risparmi Zamberletti,.trovi argomenti più adatti alla sua arguta penna e ci risparmi tali condanne.
    Grazie.

  2. la sua è una minaccia Dottoressa?
    Scherzo.Oltre che di Zamberletti e la protezione civile, ci parli anche di Pomicino e la politica, di De lorenzo e la Sanità.Saranno tutte lezioni edificanti.

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