Comunali 2016: la bambolina non tanto imbambolata e l’errore virale di Grillo !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Sorridenti e pimpanti più che mai le due donne al governo della capitale: Virginia Raggi e Paola Muraro; sorridente e pimpanti, quasi fino a rasentare l’irriverenza, anche dinanzi ai banchi della Commissione Ecomafie del Parlamento. Non che dovevano presentarsi piangenti e scarmigliate, doloranti e abbattute, sfinite e contrite; no, niente di tutto questo, ma arrivare in quella sede sapendo che dovevano forzatamente dichiarare la verità e smentire tutto quello che fino a quel momento avevano detto, mi sembra sinceramente esagerato, soprattutto per due donne che vorrebbero comandare la capitale d’Italia, una delle città-metropoli più difficili da governare. Non importa che alla stampa nelle settimane precedenti hanno sibilato solo menzogne, prendendosi anche gioco dei tanti giornalisti che forse non fanno niente per evitare di essere presi in giro; l’importante era capire se avessero mentito anche al famoso direttorio del movimento; ma è già venuto fuori che lo stesso direttorio ha mentito: bugie su bigie, roba mai vista da nessun’altra parte. Adesso si rischia di mettere in discussione tutta la credibilità dell’intero movimento che non avendo leader sicuri, acclamati e riproponibili rischia di cadere nelle sabbie mobili del degrado di un movimento appena nato e mai seriamente cresciuto, nonostante abbia conquistato diverse città importanti su tutto il territorio del Paese. E’ perfettamente inutile la prova di “furbetta del quartiere” che cerca di offrire la Raggi (da avvocatessa navigata !!) con quella sua sottile differenziazione tra “fascicolo di indagine” e il temuto “avviso di garanzia”, come se si rivolgesse ai bambini delle scuole elementari. Non ha ancora capito che qui è in discussione l’essenza originale del movimento che per vincere deve distinguersi da tutte le altre congregazioni politiche; se al movimento viene tolta questa originalità è la fine. E la prova di Roma è una prova importantissima, forse decisiva per il futuro dei grillini e, sincerità per sincerità, non può essere lasciato soltanto nelle mani di alcune donne che stanno dimostrando anche un certo pizzico di arroganza pur essendo giunte sulle poltrone che contano da pochissimi mesi; checché ne dica lo stesso Grillo che si sta sperticando in difesa della bambolina non più tanto imbambolata.  Guardando in tv le immagini della Raggi e della Muraro si ha quasi l’impressione di trovarsi di fronte a due donne, certamente molto intelligenti e capaci ma sicuramente fuori dalla logica di un corretto comportamento. Nell’altro articolo dedicato a questo problema delle “donne al governo” avevo scritto di quel famoso detto napoletano che parla di “cape di pezza” per indicare e mettere in risalto il comportamento delle suore (concetto poi esteso alla gran parte delle donne) intente soltanto all’esecuzione degli esercizi spirituali senza capire il mondo che le circondava e le circonda. Le donne, appare chiaro, hanno conquistato molti posti di potere che fino a qualche decennio addietro erano esclusivo appannaggio degli uomini; e li hanno conquistati con lo studio, con l’applicazione e con l’energia produttiva tipica delle donne; ma a cominciare dalla Raggi e dalla Muraro devono rapidamente capire che da sole non andranno da nessuna parte e che l’essere donne sicuramente di fronte alla legge non garantirà loro alcun  trattamento di favore, anzi. “Raggi di prima repubblica – sul Campidoglio l’ombra di Alemanno” ha titolato Il Fatto Quotidiano che certamente avrà esagerato ma è altrettanto palese che le donne al governo dicono bugie, una dietro l’altra. E le bugie ci fanno sprofondare veramente nella prima repubblica. Poi c’è l’aspetto dell’arroganza nel ritenere di poter risolvere da sole i problemi giudiziari che stanno per ricadere sulle spalle dell’assessora all’ambiente. Non ci si può muovere neppure in maniera evidentemente spocchiosa, nel senso di pensare di poter aspettare gli eventi prima di assumere provvedimenti. Negli USA per bugie del genere si viene subito espulsi da ogni incarico; è una ragione di etica, altro che “il vento sta cambiando” come disse la stessa Raggi nell’imminenza del risultato elettorale del giugno scorso. Avrà pure il corpo esile, sarà anche tenace, saprà non mollare ed è naturalmente una bella donna, ma le bugie restano bugie e sotto il peso dell’attacco mediatico diventano sempre più inquietanti. Con l’aggravante che da oggi in poi i giornalisti sentendosi beffati cercheranno sicuramente di metterla alle strette. Poi arrivano le notizie sulle altre scelte in giunta, tutte scelte molto infelici perché provenienti dallo studio legale di Cesare Previti (dove la Raggi lavorava), dall’avv. Sammarco (che ha già smentito di essere il padre putativo del nuovo assessore al bilancio che nel frattempo è già stato silurato per via di un’indagine a suo carico) o dagli ambienti vicini all’ex sindaco Alemanno. Nel movimento iperliberista dei cinque stelle le bugie, le faide, le spaccature sono inammissibili ed anche inconcepibili, fino al punto di non presentare liste e/o candidati sindaco (il caso Salerno dovrebbe insegnare qualcosa); se a forza di bugie incominciano a filtrare questi atteggiamenti significa che l’inizio della fine, prima che sia cominciata l’avventura, è ormai imminente. E per colpa di chi ? Delle donne al governo, sarebbe facile rispondere. Non è proprio così, anche se le donne stanno avendo un ruolo molto importante nella crisi che si annuncia devastante. E già la Raggi continua a sbagliare in quanto si è lanciata all’attacco dell’informazione che mai come ora ha, invece, perfettamente ragione. Chi sperava di assistere al vento del cambiamento si dovrà accontentare della paralisi della città capitolina, del nuovo sistema di governo e dell’intero movimento penta-stellato che è stato violentemente deluso a cominciare dai super stipendi che la stessa Raggi stava cominciando a dispensare. Ancora una volta ha avuto ragione Vincenzo De Luca, è proprio vero che la Raggi è simile ad una bambolina imbambolata; meglio metterla così, eviteremo di pensare ad altro. Ma a ben vedere un errore virale c’è stato e l’ha commesso proprio Grillo quando, insieme a Casaleggio, accettò la linea di pensiero che voleva i grillini in tv; ma il grande supervisore non c’è più e non è facile inventarne subito un altro. La televisione e la stampa in genere sono strumenti molto pericolosi e chi non li sa usare finisce per soccombere. Le ultime notizie danno la Raggi in serissima difficoltà per trovare e nominare il nuovo assessore al bilancio, il primo si è dimesso e il secondo è stato cacciato perché indagato; assurdo comportamento doppio-pesista a tutela soltanto della Muraro. Ma sono donne, bisogna caprile e forse perdonarle.

One thought on “Comunali 2016: la bambolina non tanto imbambolata e l’errore virale di Grillo !!

  1. Nell’anno della Misericordia ci può pure stare il “perdono” che il Direttore dice di voler accordare alle due signore giunte alla ribalta per l’amministrazione della Capitale.
    Tuttavia, al di là delle bugie, che in un ambito anglosassone non darebbero scampo, non si possono trascurare due fatti che le riguardano.
    Se l’attuale assessore all’ambiente ha ricoperto per ben 12 anni il ruolo di consulente per l’AMA, o i suoi consigli non hanno prodotto risultati positivi – visto lo stato altamente deficitario della raccolta rifiuti nella città – oppure non sono stati tenuti in alcuna considerazione. In entrambi i casi non si giustifica la sua prolungata permanenza in quell’incarico con la relativa retribuzione che si dice sia stata piuttosto consistente, specie se rapportata all’esito delle consulenze …. fornite.
    Quanto all’altra signora, sta destando particolare sconcerto la titubante posizione assunta in merito alla possibilità che Roma partecipi alla competizione per la candidatura ad ospitare le Olimpiadi del 2024, arrecando un danno di immagine non solo alla città ma all’intero paese, che verrebbe accreditato come incapace di organizzare un avvenimento di risonanza mondiale.
    Lo strano è che subisce il condizionamento di persone, alcune anche estranee all’amministrazione capitolina, che si pronunciano negativamente sul piano organizzativo predisposto dai responsabili per la candidatura, ignorandone o conoscendo solo superficialmente i reali contenuti

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