Camorra & Politica/15: sulla scena irrompe Pasquale Coppola ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Prima di entrare nel cuore della domanda posta con il titolo di questo approfondimento è necessario chiarire un aspetto molto importante di questa inchiesta che è e rimane giornalistica. Ho incontrato una sola volta, nella mia vita, il sindaco Pasquale Aliberti e con lui ed altre due persone (una collega giornalista e un ex consigliere regionale) ho centellinato un caffè (forse proprio dinanzi al “bar Alba”); correva la primavera del 2015 e mancavano un paio di mesi alle elezioni regionali e la campagna elettorale era già in pieno fermento. Fu un incontro molto veloce ed anche superficiale e, quindi, la distratta accoglienza da parte di Aliberti la addebitai al poco tempo disponibile. Un episodio che, credo, il sindaco di Scafati avrà decisamente rimosso dalla sua mente perché preso com’era dai suoi impegni avrà cancellato dalla memoria quel piccolo inghippo in una mattinata piena di appuntamenti. Ho raccontato questo episodio per significare che il giornalismo è un mestiere che deve andare al di là di questi piccoli particolari e deve puntare decisamente alla sostanza delle cose, soprattutto quando si ha a che fare con la cronaca giudiziaria; difatti nulla mi ha impedito e mi impedisce di cercare di capire la verità vera di questa brutta vicenda giudiziaria che sta travolgendo non solo il sindaco di Scafati, ma anche la moglie Monica Paolino (consigliere regionale di F.I.) ed alcune altre persone della sua famiglia che della politica non hanno mai sentito parlare. E quando ci sono di mezzo le famiglie bisogna andarci con i piedi di piombo, sempre e comunque. Per capire meglio il quadro della situazione dobbiamo partire dal fatto incontestabile che tra la Procura Antimafia di Salerno e l’Ufficio GIP, su questa vicenda, c’è una frattura evidente e difficilmente sanabile. E  tutta la partita si gioca in punta di diritto nel senso che se per le elezioni amministrative del 2013 il gip Donatella Mancini ha dimostrato di trovarsi di fronte ad una semplice (si fa per dire !!) “corruzione elettorale” invece della prospettazione molto più grave di “voto di scambio elettorale politico-mafioso” (come sostenuto dalla Procura Antimafia di Salerno) che avrebbe consentito l’arresto del sindaco di Scafati e di altre persone. Quindi il gip (Mancini) non ha disconosciuto l’esistenza di “certi rapporti” ma, secondo legge, ha riformulato l’accusa negando al pm (Montemurro) le richieste di arresto cautelare. A questo punto il PM nel preparare il “ricorso al riesame” ha cercato, nell’ambito delle sue specifiche facoltà, di dimostrare che c’è stata una sorta di continuazione del reato di “voto di scambio”; continuazione che si è protratta fino alla campagna elettorale per le regionali del 2015 con il presunto sostegno delle risultanze di numerosi interrogatori effettuati nelle more del tempo tra il provvedimento della gip Donatella Mancini e il deposito del ricorso dinanzi al riesame  prodotto dal pm Vincenzo Montemurro. In pratica il Tribunale del Riesame potrebbe trovarsi di fronte ad una situazione del tutto nuova rispetto a quanto esaminato dalla gip, vale a dire una ricostruzione storica della eventuale “amicizia” tra Pasquale Aliberti e Alfonso Loreto protrattasi fino alle elezioni regionali in forza di un patto rappresentato “almeno” dall’assunzione di Andrea Ridosso da parte del Piano di Zona S/1 ovvero da parte di una cooperativa che in questo caso specifico sarebbe stata individuata come la “Meridiana” con appositi uffici all’interno della sede legale ed operativa dello stesso Piano di Zona. L’assunzione di fatto avviene nella primavera del 2015 pochi mesi prima delle elezioni regionali. Da qui a dimostrare la partecipazione di Aliberti alla stipula del patto politico-mafioso-elettorale ce ne corre perché, a questo punto, sarebbe necessaria la prova provata dell’intervento di Aliberti sulla cooperativa Meridiana per la predetta assunzione. Non è assolutamente facile, anche se il lavoro degli inquirenti è stato, a dir poco meticoloso e particolareggiato e che per portare ad un risultato inoppugnabile aveva, ed ha, bisogno di tre prove cardine: la dichiarazione di Loreto, la dichiarazione di un amministratore comunale e quella del diretto interessato all’assunzione; tre dichiarazioni che possano andare a convalidare e confermare le eventuali dichiarazioni di imprenditori circa il “metodo scafatese” (elevato a sistema di vita quotidiana) di amministrare la cosa pubblica in ragione di una distribuzione territoriale del potere passando attraverso gli accordi “politici-mafiosi-elettorali” per la continuazione della specie (direbbe qualcuno) in assoluta libertà ed impunibilità. Insomma un “cerchio magico” che di magico ha veramente poco. Nelle puntate scorse ho cominciato a scrivere della dichiarazione spontanea resa da Andrea Ridosso il 16 settembre 2016 ma sulla stessa occorrerà ritornare nelle prossime puntate anche al fine di metterla a confronto con le altre. Oggi mi interessa analizzare la dichiarazione, sempre spontanea, resa l’ 11 agosto 2016 da Pasquale Coppola.

E chi è Pasquale Coppola potrebbero chiedersi i non addetti ai lavori; semplice la spiegazione, Pasquale Coppola è il presidente del consiglio comunale di Scafati ed è stato candidato (senza successo) alle regionali 2015 per il NCD (Nuovo Centro Destra). Nel titolo ho scritto che Coppola irrompe sulla scena ed è proprio così; difatti la sua dichiarazione consente agli inquirenti di stringere ancora di più il cerchio di quel presunto disegno “politico-mafioso” di cui prima e di consolidare il vincolo della continuazione tra la campagna elettorale del 2013 e quella del 2015. Ma cosa dice di così eclatante il presidente del consiglio comunale di Scafati Pasquale Coppola ? E’ presto detto. Innanzitutto Coppola riferisce di “aver incontrato Alfonso Loreto in una occasione presso gli uffici comunali ove lo stesso usciva dalla stanza del sindaco ove aveva conferito con lo stesso. Sono sicuro di tale circostanza in quanto li ho personalmente incontrati …”. Naturalmente Pasquale Coppola respinge ogni accusa a lui diretta e affermando di aver respinto qualsiasi offerta di aiuto continua: “… Quando incontrai il Loreto lo stesso mi fece presente che la sua organizzazione voleva sostenere anche la mia candidatura oltre quella della Paolino Monica. Io fui sorpreso da tale circostanza in quanto era fatto notorio e pubblico che i Loreto – Ridosso stessero appoggiando la Paolino, moglie di Aliberti …”. Ma la dichiarazione di Coppola non finisce qui: “… Nel corso di tale incontro ho altresì appreso che i Ridosso – Loreto, per quanto riferitomi personalmente da Alfonso Loreto, erano ancora in attesa che il sindaco rendesse concreti con loro i patti presi in occasione della precedente campagna elettorale, per cui necessitavano di estendere la loro influenza anche su altri candidati …”. La deposizione di Pasquale Coppola si conclude con un piccolo capolavoro in quanto mette nelle mani degli inquirenti uno degli elementi mancanti, e parlando delle elezioni del 2013 dice: “Sapevo che Ridosso Andrea aveva espressamente proposto la sua candidatura al sindaco Aliberti e che quest’ultimo oppose a tale candidatura il fatto che il nome Ridosso poteva creare problemi per poi individuare un ulteriore candidato di riferimento”. La storia successiva al 2013 ci dirà che realmente al posto di Andrea Ridosso venne individuata e portata al successo la candidatura di Roberto Barchiesi e che lo stesso Ridosso segnala come “una candidatura automatica” una volta caduta la sua; candidatura sempre voluta dal gruppo Ridosso – Loreto. Non so quanto sarà possibile portare avanti la tesi accusatoria della Procura Antimafia, credo che occorreranno ulteriori riscontri e nuove prove conclamate; perché sullo sfondo rimane una domanda inquietante e complessa che attiene la trasformazione in chiave moderna dell’antico rapporto politica-camorra: “Chi paga le spese, cioè chi assicura ai presunti camorristi le entrature nelle stanze del potere attraverso assunzioni, convenzioni, incarichi e prebende ?”.

Se gli inquirenti sapranno rispondere a questa domanda vorrà dire che hanno chiuso il cerchio. E già sullo sfondo si affaccia la vicenda della Helios con una nuova sorpresa. Alla prossima.

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