REFERENDUM: De Mita – Renzi, quando un politico incontra un venditore di fumo…

di Rosa Romano

SALERNO – Il confronto televisivo tra Ciriaco De Mita e Matteo Renzi, organizzato per illustrare le ragioni del Sì e del NO al Referendum, non ha prodotto grandi risultati in termini di spostamento di voti. Gli ascoltatori non si sono mossi di un millimetro, penso, rispetto alla loro posizione precedente al dibattito. La Riforma infatti è rimasta un po’ sullo sfondo, quello che è emerso con prepotenza è la differenza di stile comunicativo tra due mondi lontani, entrambi produttori di debito pubblico, uno (quello di De Mita) l’incarnazione di una politica fortemente intrecciata con il paese, l’altro (quello di Renzi) manifestazione di una politica lontana anni luce dal paese reale. Al di là del giudizio politico un merito a Renzi va riconosciuto, è un gran comunicatore (che, a starci attenti, il più delle volte non comunica nulla). Quello della comunicazione diretta e immediata è il terreno su cui “il nuovo che avanza” si muove meglio ma l’altra sera si è confrontato con  “l’animale politico” che, forte della sua esperienza, lo ha messo in ombra con un linguaggio da Prima Repubblica, pungente e mascherato dietro perifrasi fumose, che non si ascolta da anni in una televisione avvezza oggi a quello veloce e sprezzante del Premier a cui siamo oltremodo abituati tanto che ormai possiamo facilmente prevedere le sue battute. Il mondo concreto della cultura e del clientelismo si è contrapposto a quello approssimativo della scaltrezza e dell’illusione. I toni pacati di De Mita accompagnati da una dialettica di altissimo livello costringevano continuamente Renzi a riportare il confronto su un terreno a lui più congeniale, quello del “fare ammuìna” con il suo procedere baldanzoso tra uno slogan e una stoccata confermandosi grossolano anche in quell’occasione. La lucidità di pensiero dell’ex leader della DC esternato con concetti che ti restano nella testa ha prevalso alla fine sulle strategie di comunicazione commerciale fatte di frasi ad effetto, utili a un consumo immediato ma che alla lunga lasciano poco o nulla. Lo spettatore ha potuto confrontare lo stile di chi argomenta abbondantemente le sue opinioni stimolando riflessioni in chi lo ascolta e quello di chi fa un uso studiato di parole e gesti per catturare l’emotività dell’opinione pubblica. Dall’altezza dei suoi quasi 90anni il Signore di Nusco tiene ancora botta e non si fa “rottamare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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