BINDI: yes … we-cienz

Aldo Bianchini

SALERNO – “So che la battaglia davanti a me sarà dura, ma ricordate sempre che non importa quanti ostacoli ci siano sulla mia strada: niente può resistere nella via del potere di milioni di voci che chiedono di cambiare … ed io cambio dicendo come la penso, sempre e comunque” sembra essere questo, ormai, il leit-motiv di Vincenzo De Luca che potrebbe essere ulteriormente anagrammato nella più nota frase “yes … we-can” (si noi possiamo) pronunciata da Barak Obama nel famoso discorso durante le primarie 2008 nello stato del New Hampshire per la corsa vincente vero la “Casa Bianca”. Dal discorso furono estrapolate alcune frasi che divennero una celebre canzone musicata da Jesse Dylan (figlio del mitico Bob). Insomma quasi come dire che Vincenzo può tutto contro tutti e che presto le sue farneticanti ed autoreferenziali escursioni dialettalo-offensive potranno entrare a far parte di una composizione poetico-musicale o direttamente nella nuova letteratura italiana nella presumibile corsa verso il Nobel. Anche perché ormai è palese che queste battute di cattivissimo gusto riescono a portare De Luca alla ribalta almeno nazionale ed a garantirgli un ritorno di pubblicità al di sopra di ogni aspettativa. Del resto “molti nemici, molto onore” e il governatore sicuramente intende seguire la strada proposta da Benito Mussolini che aveva direttamente e liberamente mutuato la frase storica che Giulio Cesare ebbe a pronunciare prima della battaglia di Alesia nel 52 avanti Cristo. C’è anche un altro aspetto di cui tener conto nel giudicare le stomachevoli e continue frasi “pseudo-storiche” di De Luca, cioè che il tutto deve necessariamente essere ricompreso nel suo atteggiamento caratteriale, abituato com’è a dire quello che pensa in presenza di tanti plebei. La situazione potrebbe anche essere di una certa simpatia, mai accettabile in toto, a Salerno; ma quando si và altrove tutto quello che dice diventa sempre più difficile e poco consono per una personalità politica di spicco (come Egli è) al governo di un’intera regione; ma lui li travolge, se ne frega. Senza entrare nel merito delle dichiarazioni contro la Bindi (personaggio, se si vuole, anche atipico ed antipatico ma comunque da rispettare, e non solo per il fatto che è una donna) se si guarda attentamente il video di quel presunto fuori-onda si capisce subito che la battuta di De Luca non ha niente della battuta casuale e da spogliatoio calcistico; De Luca digrigna i tratti somatici del suo viso e questo fa uscire allo scoperto tutta la rabbia come nel suo costume. E poi, se vogliamo essere sinceri fino in fondo, basta osservare il modo in cui si è preparato e disposto all’intervista (impettito e di fronte alla telecamera) per capire che non si è trattato di un furto commesso dai soliti “farabutti, dai quali ti devi guardare mentre butti  il sangue per fare il dovere di uomo libero. Non ci sono riusciti a creare sconquasso nel periodo referendario. Anzi hanno fatto un piacere, e pure grosso, ai sostenitori del sì visto che hanno spostato verso tale fronte centinaia di migliaia di voti” (fonte Il Mattino del 19.11.16). Quello di Vincenzo De Luca comincia a diventare un caso difficilmente comprensibile, le sue esternazioni ormai hanno travalicato anche i confini italici e lui si impegna ogni giorno di più a produrre, come se avesse alle spalle un’attenta regia mediatica, proclami sempre più offensivi ed auto assolutori. Bene ha fatto il presidente del Senato Pietro Grasso a dichiarare che De Luca farebbe bene a non imitare più Maurizio Crozza che ha superato, sorpassato e surclassato di slancio. Ma ritorniamo al personaggio-De Luca; è fatto così, da sempre si è mosso con questa strategia che va dal “nuovo Pippo Baudo” affibbiato ad un sindaco nel Cilento, al “possiate morì ammazzati” contro il Movimento 5 Stelle per finire al famigerato “da ucciderla” rivolto alla Bindi (attuale presidente della commissiona nazionale antimafia). Ma tantissime altri epiteti apodittici ha lanciato nel corso degli anni, come “bambolina imbambolata”, ed ha sempre vinto perché in fin dei conti alla gente questo personaggio piace; e piace soprattutto perché lo vede fuori dagli schemi tradizionali di personaggi ingessati e di una politica politicante. Della sua trasmissione su Lira Tv ne ha fatto uno strumento indispensabile nella battaglia che conduce da sempre contro tutti i suoi avversari, per questo alla gente piace; e piace ancora di più quando improvvisamente scarica brutalmente i suoi presunti fedelissimi; fa parte dello spettacolo, quasi come una sceneggiata napoletana, che piace moltissimo alla stragrande maggioranza dei salernitani. In fin dei conti trovatemi uno che sia stato capace, in tutta la storia salernitana del dopo guerra, di essere puntualmente ogni venerdì in televisione ad annunciare molte cose che non ha mai fatto ed a sbeffeggiare chiunque tenti di insinuarsi sulla scena che è sua, soltanto sua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *