SANITA’: lo scandalo di Pagani e la morte di Zefferino … novità in arrivo ?

 

Aldo Bianchini

PAGANI/NOCERA I. – Con l’inchiesta sul presunto scandalo della morte del malcapitato Stefano Zeffirino (65 anni di Andria) mi ero fermato alla data del 20 settembre 2016, momento del mio ultimo articolo. Ci eravamo lasciati con alcune domande; ma è necessario ricordare alcuni passaggi di quell’inchiesta prima di andare avanti per descrivere le imminenti novità che potrebbero arrivare in questi giorni. Ricominciamo, quindi, con uno stralcio della dichiarazione resa alla stampa agli inizi di settembre dal dott. Maurizio D’Ambrosio (all’epoca direttore sanitario della doppia struttura Nocera-Pagani): “Facciamo cinquecento procedure all’anno di questo tipo. Le macchine sono sicure, oltre ad essere autorizzate. Il paziente, a quanto so, è venuto da noi dopo essersi informato sul nostro centro oncologico. Mi dispiace ovviamente per quanto successo, sono cose che non dovrebbero mai avvenire. Ma da una nostra prima valutazione le ustioni e il decesso sono due fatti da distinguere…”. Dalla dichiarazione del direttore si desumono facilmente tre punti topici dell’intera incresciosa vicenda: “”… cinquecento interventi all’anno, l’esigenza di avere cinquecento aghi vergini e la disponibilità di un macchinario speciale (della grandezza di un grosso frigorifero congelatore dotato di ruote e del costo di circa 120mila euro)…”” . Con la sua dichiarazione il dr. D’Ambrosio metteva in evidenza, con chiarezza, l’operosa attività del reparto dove veniva eseguita la famosa terapia denominata “termoablazione epatica”, terapia eseguita ogni volta con un ago nuovo-vergine.  E fin qui deve essere registrato un comportamento della struttura sanitaria davvero encomiabile se non fosse per alcuni dubbi legati alla domanda “perché non è stato usato il betadine” come disinfettante normale ed invece è stato scelto un altro disinfettante dalle conosciute proprietà altamente infiammabili, soprattutto in presenza dell’uso continuo di un macchinario che spesso può produrre l’emissione di scintille elettriche che possono dare origine a vere e proprie fiammate. I depositi dei due plessi ospedalieri sono stracolmi di contenitori pieni di betadine, e allora perché è stato usato un altro prodotto. Qualcuno afferma che il mancato uso del betadine è dovuto all’esigenza di dover disinfettare meglio e più accuratamente i pazienti prima dell’utilizzo dell’ago speciale che, ricordiamo, deve raggiungere la parte del corpo del paziente che è stata aggredita dal tumore. Secondo alcuni questo utilizzo di un diverso e più forte (ma pericoloso) disinfettante consentirebbe l’uso di un ago per più volte senza la necessità di dover acquistare ogni anno mediamente 500 aghi (messo che gli interventi sono 500 come dice il dr. D’Ambrosio) per una spesa di circa 8milioni di euro. Cosa questa che consentirebbe un risparmio assolutamente invidiabile, sempre che dall’esame della spesa complessiva del plesso ospedaliero di Pagani non emerga che gli aghi acquistati sono sempre 500; ma questo lo potrà accertare soltanto l’Autorità Giudiziaria (pm dr. Roberto Lenza) che sta lavorando alacremente sull’intera vicenda e non soltanto per capire come è morto il povero Stefano Zeffirelli che nelle ore successive al trapasso è stato sballottato più volte tra Pagani e Nocera alla ricerca di una cella frigorifera funzionante. Bisognerà, inoltre, analizzare nei suoi dettagli anche gli esiti della perizia autoptica eseguita dal dr. Giovanni Zotti tenendo conto del fatto che le bruciature e la cattiva conservazione della salma avrebbero potuto procurare alterazioni sostanziali dei reperti interessati all’autopsia. Questo il quadro, per sintesi, della vicenda che si presenta all’esame degli inquirenti eccoci alle probabili novità. Martedì 22 novembre scorso il direttore generale dell’Asl di Salerno, dr. Antonio Giordano, sarebbe stato interrogato in Procura a Nocera per oltre quattro ore dal pm Roberto Lenza e proprio su questa vicenda; il direttore generale, ovviamente, sarebbe stato sentito soltanto come eventuale persona informata dei fatti non solo sul caso Zefferino ma anche su quello del finto medico che lavorava tranquillamente nel p.s. ospedaliero. Siamo al redde-rationem ? Alla prossima.

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