Quando Le Ragioni, Perdono La Ragione

 

da Michele Cavallo (scrittore)

MONTE SAN GIACOMO – Oggi avrei voluto parlarvi di tutt’altro, ma il becero, immotivato risentimento di alcuni “fanfaroni”, mi porta a parlare, ahimè, di una vicenda tutta personale. Chiaramente il soggetto dell’episodio sono casualmente io, ma non di questo voglio parlare se non per prenderlo ad esempio di un modo, secondo me, incancrenitosi di “far politica” che con la Politica stessa non ha nulla a che fare. Dopo il fatto, nella seconda parte, cercherò di chiarire meglio il concetto.

Inoltre ho fatto passare qualche giorno perché la cosa si sedimentasse, altrimenti forse avrei scritto tutto un altro articolo o addirittura non sarebbe stato nemmeno pubblicato.

Domenica sera 27 novembre, al Palazzo Marone di Monte San Giacomo, sono stato spettatore e vittima di una manifestazione, non so se organizzata dal CODACONS, dal Movimento Cinquestelle presente nel vallo o dagli oppositori dell’amministrazione sangiacomese.

Normalmente io lavoro in quel luogo solo di mattina grazie al Piano di Zona di Sala Consilina come bibliotecario, collaboratore, vigilanza, affinché uno stupendo luogo del genere non venga deturpato dall’incuria di cittadini poco attenti agli spazi della collettività. In quel caso l’amministrazione mi ha chiesto la disponibilità a titolo gratuito di assistere per quella sera nel migliore dei modi i partecipanti a quel congresso ed io non ho avuto nessun problema ad accettare.

Dopo aver preparato la sala per la manifestazione, riscaldata, messo a punto il sistema audio per i microfoni e tutto il resto che c’era da fare, ho aspettato i relatori ed i loro (pochissimi) ospiti e mi sono messo buono, buono in prima fila ad ascoltare molte cose che sinceramente non condividevo e, in alcuni casi, non capivo affatto, non per la mia poca attitudine cognitiva, ma per come venivano esposte.

Verso la fine siccome avevo intenzione di farne una relazione su questo quotidiano, ho scattato due foto di numero, una panoramica ed una ai relatori. Si è scatenato il putiferio perché si è presunto che io avessi fatto quelle foto per mandarle all’amministrazione e far vedere chi c’era, quanti erano, etc…

Purtroppo dalle ingiurie verbali si è quasi, e sottolineo quasi, passati alle mani perché un “signore” del mio paese che conosco da quando eravamo bambini, mi ha portato nei bagni cercando di chiudere la porta chissà con quali intenzioni. Menomale che alcuni astanti glielo hanno impedito.

Insomma racconto quest’episodio, come probabilmente ne accadono tanti in giro per l’Italia e mi chiedo: che cosa ne è rimasta della Politica? Cosa ne è rimasto del rispetto per le idee altrui? Del duro scontro che difende le proprie idee e non le fazioni, bande, ultras, cerchie ristrette, con l’unico intento di “andare contro”, “essere contro”, “contrapporsi a priori”, ma senza sapere bene perché, o meglio, creando i perché dal nulla, dal livore personale e battendosi financo ad arrivare alle mani. Siamo un popolo di berlusconiani e di antiberlusconiani, di renziani e di antirenziani, di juventini e di napoletani, di urlatori e teorici, di uomini poveri e di poveri uomini

Qui al Sud ultimamente non abbiamo mai avuto, se non andando davvero indietro nel tempo, dei gran laboratori che hanno sfornato fior fiori di statisti, ma qui secondo me si parla d’altro. L’ opposizione, la minoranza, dice il peggio di quello che il governo non è stato in grado di fare (spesso anche mentendo), dimenticando che a sua volta, quando era al governo, non ha fatto ciò che oggi imputa al suo avversario di non fare. Insomma, mi rendo conto che voglio cercare di spiegare un intricato, ma anche poi non troppo, pingpong di vuoti contenuti e contenitori, utili solo ad alternare maggioranza e minoranza senza che le stesse assolvano al compito per il quale sono state concepite: La Maggioranza a proporre, la minoranza a proporre, vigilare , ma soprattutto entrambe accettare le relative proposte di buonsenso che da ambo le parti arrivino, per il bene comune, per la Res Publica!  Senza preclusione di carattere personale e personalistico, che rende questa nostra italietta, ed anche i nostri paesini, solo un ring senza vincitori.

Nota del Direttore:

Esprimo tutta la mia solidarietà possibile per Michele che ho imparato a conoscere anche negli aspetti più chiusi dei suoi atteggiamenti caratteriali; un uomo che ha lottato e che lotta tuttora per affermare con forza il diritto di vivere la “sua vita” trasparente e piena di dignità. Non ero presente al fattaccio che Michele descrive con una proprietà di linguaggio non comune e mantenendo la barra del racconto e della convivenza civile sempre al centro della massima educazione possibile. Non so se la questione darà luogo a degli strascichi, non sarò io a deciderlo. Posso solo esprimere ed affermare il mio pensiero: “Chiunque utilizza le mani o chiude la controparte in un bagno per affermare le sue idee sbaglia in maniera grossolana e commette un atto di inciviltà assoluta e di arroganza insopportabile. Le idee non possono mai essere soppresse con la violenza, ce lo insegna la storia e ce lo impone l’etica comportamentale. Soprattutto quando in mezzo c’è anche soltanto l’odore della politica che prevede un consenso che probabilmente il presunto aggressore non ha e non avrà mai”.

One thought on “Quando Le Ragioni, Perdono La Ragione

  1. Michele siamo con te, purtroppo in un piccolo paesino come il nostro certe cose non dovrebbero accadere. Come dici questa non é politica ma per me é solo odio personale , basta guardare il linguaggio che usano e certi notizie o vignette che non hanno niente a che fare con l’educazione. Peccato per noi che viviamo all’estero non é detto che da queste parti vada tutto liscio però c’é molto più rispetto e dialogo nella politica, per quello non riusciamo a capirequeste guerre intene che poi non ci sono tanti interessi viste le risorse del nostro paese.Ciao Michele siamocon te.

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