Referendum: il potere logora chi non ce l’ha !!

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La mitica frase di Giulio Andreotti è stata utilizzata in tutte le salse e per ogni occasione; il suo valore sintetico rimane, comunque, intatto ed anche intangibile. Dato, quindi, per scontato che il potere logora chi non ce l’ha perché è costretto a rincorrerlo, bisogna poi analizzare che cosa è il potere e chi ce l’ha per davvero. Il potere è la ramificazione capillare di interessi politici, di interessi privati, di sudditanze e di vassallaggi, di truppe cammellate disposte a tutto; ma anche di interessi e connivenze assolutamente poco lecite, per non dire delle ombre dei patti politico-mafiosi. E subito dopo è necessario chiedersi se Matteo Renzi ha mai avuto nella sua disponibilità il vero potere. A mio giudizio la risposta è NO, esattamente come è stata la risposta massiccia al referendum proposto dallo stesso Renzi, forse, con un fondato “motivo di scopo”, sapere cioè se poteva o meno contare sul vero potere, quello che non logora chi ce l’ha. Renzi è partito all’assalto del Paese e del potere con una squadra giovane e nuova, ha fatto presa sulla gente minacciando di rottamare (ed in pochissimi casi ha rottamato !!) tutti i vecchi soloni della politica, ha scelto quale navigato uomo politico (leggasi Gentiloni), come nesso tra vecchio e nuovo, ma di scarso peso specifico, ed ha impolpato il suo governo con molte donne: Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Federica Mogherini (tra le più importanti e giovani). Lo ha fatto contando sulla circostanza che tutte e tre venivano da lauree eccellenti ed erano avviate verso brillanti carriere universitarie; e qui è cascato l’asino (Renzi !!). Si è basato solo sul fatto che essendo le più brave tra le studentesse universitarie di questi ultimi anni, che avevano  conseguito una laurea con 110 e lode ed anche encomio, che avevano iniziato brillanti carriere professionali e che erano le più belle ragazze mai viste al governo, cosa che neppure Berlusconi era stato capace di fare così in massa. Ma non ha tenuto conto che la politica è un’altra cosa e che nella stessa le giovani e belle studentesse-docenti devono essere inserite un poco per volta prima di metterle alle riforme, alla pubblica amministrazione ed agli esteri. Ha bistrattato, forse anche ridicolizzato, Massimo D’Alema (che era ed è uno dei politici più raffinati della prima, della seconda e della terza repubblica, senza tener conto che in passato aveva già infilzato allo spiedo, mandandoli a casa, personaggi del calibro di Achille Occhetto, Walter Veltroni, Romano Prodi, in una rinnovazione sistematica di alleanze, di faide e di scelte importanti. Certo è stato anche battuto, ma da avversari esterni, anche lui nei momenti in cui si era, forse, lasciato andare alla gloria trascurando il potere vero. E’ stato, però, capace di fare almeno un paio di volte il famoso “passo indietro” (non è neppure parlamentare) per sottrarsi all’irruenza dei riflettori ed alle lance degli avversari (primo fra tutti Matteo Renzi), per navigare sott’acqua e preparare le rivincite. Dopo l’umiliante offesa di essere stato scartato per la carica di “alto rappresentante dell’unione per gli affari esteri” a tutto vantaggio della gelida Mogherini sembrava essere uscito definitivamente dalla scena politica nazionale ed internazionale. Ha saputo resistere, si è eclissato per lavorare meglio ed alla fine è riesploso con tutta la sua forza e la sua esperienza politica. L’esperienza, è proprio questa che è mancata sia a Matteo Renzi che allo stuolo di belle e brave fanciulle che hanno fatto del “cerchio magico renziano” un infernale girone dantesco utile ad attrarre soltanto invidie e vendette. Ma l’esperienza non si va a comprare al supermercato, e per averla non è sufficiente neppure una laurea a pieni voti e con tanto di lode; l’esperienza si matura sul campo, minuto dopo minuto e giorno dopo giorno. Non credo che in tutto il Paese si possano trovare tanti cittadini in grado di non capire che la presenza a Bruxelles di uno del calibro di D’Alema avrebbe portato molti più vantaggi della Mogherini; se non si accetta una considerazione del genere si è davvero fuori dalla realtà. “E’ gghjuta a pazziella ‘mmane e’ criature, questo è il sentimento più diffuso nel Paese e di questo non ha tenuto conto il rottamatore che nella baldanzosa furia di rottamare ha dimenticato di cancellare i suoi avversari, da qui la lezione elettorale del referendum. Adesso “il re è nudo” ed assolutamente solo, nessuno dei suoi preferiti o delle sue preferite potrà aiutarlo; loro non hanno alcun seguito e non possono supportare concretamente il capo. Sul piano squisitamente politico questo vuol dire molto, anche se Renzi nei mille giorni della sua presidenza ha saputo comunque incidere su una certa fetta di popolazione e di elettori. Dovrà ripartire da quello circondandosi di giovani ma anche di anziani per ottenere da entrambi il massimo della loro baldanza e della loro esperienza. Fa ancora in tempo a risorgere l’ex premier, ma dovrà rapidamente fare tesoro degli errori commessi e ripartire con qualche doveroso aggiustamento, scansando i personaggi come Vincenzo De Luca, vecchio volpone della politica, che gli aveva promesso in regalo la Campania e che non è stato in grado di portargli neppure la “sua Salerno”. Del resto qualcosa sembra già averla capita e dopo le annunciate ed impulsive dimissioni ha accolto l’invito del capo dello stato Sergio Mattarella per una riflessione più pacata e da politico di razza. Ma tutto questo lo esamineremo in un prossimo approfondimento.

 

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