CERTOSA : “A volte ritornano”

Aldo Bianchini

PADULA – “A volte ritornano”, in questo caso però non parlo della famosa raccolta di racconti di Stephen King , bensì delle altrettante famose guide abusive nella Certosa di San Lorenzo. Hanno fatto la ricomparsa già nei primi giorni dell’anno, incuranti sia dell’intervento dei carabinieri ad ottobre, quando gli agenti avvisarono bonariamente due di loro, sia del divieto affisso all’ingresso del monumento dalla direttrice per contrastare il fenomeno di abusivismo. Dopo aver saldato il biglietto d’ingresso, bypassare il personale di sorveglianza è cosa facile,  semplicemente dichiarando che il gruppo accompagnato, seppur dietro corrispettivo, si tratta di “amici” a cui viene raccontata una storiella sul monumento. Forse il problema è nell’interpretazione del divieto sia da parte delle guide che del personale di sorveglianza !? Un dubbio amletico che può risolvere solo la direttrice Alfinito.

Sono già molti gli anni che la Certosa vede la presenza delle guide, alcune di loro hanno mantenuto lo status di abusive (uno status che non ha nulla a che vedere con la loro presumibile preparazione !!) ed altre hanno fatto il salto di qualità verso altri settori della vita pubblica; e le sorprese potrebbero non finire qui. Poi si sa, avere un amico in politica può essere utile in caso di necessità, oppure un amico in politica lo si può scegliere in campagna elettorale proponendo un voto di scambio. Un voto in cambio della garanzia del “posto di lavoro”, abusivo o meno non importa, ciò che vale è l’accordo che porta vantaggi bipartisan. La vox populi racconta di presunti avvicinamenti ai vari candidati per proporre il pacchetto di voti in cambio dell’appoggio post elettorale; ma questa naturalmente è solo pura ipotesi, sulla quale però avrebbero cominciato a lavorare anche gli inquirenti. Dal lato politico è garantita una pioggia di voti che assicura un incarico di rilievo, dal lato dell’elettore si ha la garanzia di non essere disturbati e di essere tutelati nella loro illegalità. Un accordo pre-elettorale, fare di tutto per raggirare le leggi e far permanere le guide abusive sia nell’ufficio turistico comunale che nel monumento, una promessa da mantenere a tutti i costi per non perdere consenso alle prossime elezioni.

Tra le guide abusive vi è la certezza che il potere politico-contrattuale del Comune potrebbe superare anche l’autorità del direttore del Polo di cui fa parte la Certosa.

Le guide turistiche sono liberi professionisti che per poter esercitare la professione devono sostenere e superare un difficilissimo esame scritto ed orale in cui si affrontano materie specifiche come la storia dell’arte, l’economia e la legislazione turistica, che solo una formazione universitaria ne garantisce una conoscenza. L’escamotage che corre tra le menti ingegnose è quella del “volontario – guida turistica”, definibile meglio come “volontario-abusivo”, ovvero di una persona sprovvista del titolo che abilita all’esercizio di questa particolare attività professionale di guida turistica prevista dall’articolo 2 della legge regionale numero 11 del 1986. Oltretutto come già specificato nel mio precedente articolo su questo tema, chi non è in possesso del patentino rilasciato dalla Regione Campania in seguito al superamento dell’esame abilitante, commette il reato di esercizio abusivo della professione, relativo all’articolo 348 del codice penale. La situazione peggiora nel momento in cui la guida abusiva “volontaria” accetta/chiede un corrispettivo per la storiella raccontata, sicuramente in modo sommario e non specialistico, diventando di fatto evasore fiscale avendo percepito i soldi “a nero” e commettendo reati di natura economica e finanziaria. Il “volontario” da definizione è “colui che gratuitamente mette a disposizione la propria attività”, e di certo non è questo il caso che perdura da anni a Padula. Anche perché il volontario che ama il proprio paese e si presta gratuitamente per farlo crescere, non dichiara ai turisti che il “paese è inaccessibile” (sarebbe accaduto qualche settimana fa) per velocizzare sia il loro accaparramento sia il facile guadagno.

L’accoglienza turistica non è questa, a farla dovrebbero essere persone del settore, magari dipendenti del Comune, con competenza e professionalità, capaci soprattutto di parlare una lingua estera. La Certosa di San Lorenzo dovrebbe essere fonte di profitto sia per il paese che per l’intero territorio , ma guide turistiche abusive, e persone senza la dovuta qualifica nell’ufficio turistico comunale che d’inverno viene aperto raramente, non sono un buon biglietto da visita e lasciano il paese e il Vallo di Diano in ombra, come se non esistessero, perché il visitatore della Certosa di fatto viene solo ed esclusivamente per visitare il monumento, restando, tra l’altro  deluso per i numerosi ambienti interdetti alla visita.  

Da più parti si sussurra che Vittorio Sgarbi avrebbe ottenuto dalla regione Campania (leggi De Luca – Matera) una convenzione per esercitare il suo ruolo di consigliere artistico delle tre Certose campane (Padula, Napoli e Capri); non resta che sperare in un normalizzatore intervento anche di Sgarbi per la questione incresciosa delle guide.

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