GIUSTIZIA: i morti di Viareggio e i processi inutili !!

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Trentatre morti, diciassette feriti; facile parlare di una strage, i numeri la confermano in pieno. L’incidente accadde nella stazione ferroviaria di Viareggio il 29 giugno 2009. Esso si verificò in seguito al deragliamento del treno merci 50325 TrecateGricignano e alla fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell’urto; per cause fortuite si innescò quasi subito un incendio di vastissime proporzioni che interessò la stazione di Viareggio, con il successivo scoppio della cisterna stessa, qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori e le aree circostanti. E più precisamente: alle 23:48 CEST del 29 giugno 2009, il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deragliò per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascinò fuori dai binari altri quattro carri. Dal primo carro, la cui cisterna venne perforata da un elemento dell’infrastruttura, fuoruscì il GPL che si incendiò repentinamente alla prima possibilità d’innesco (il GPL ha una densità più alta dell’aria, perciò rimase a contatto con il suolo). A distanza di sette anni, martedì 31 gennaio 2017, sono arrivate le sentenze di condanna per 23 imputati su 33 iniziali. Giustizia è fatta ? Questa è la domanda ricorrente; niente affatto giustizia non è stata fatta e non solo perché le pene appaiono palesemente miti rispetto alla tragedia, innanzitutto perché molti dei condannati (a mio timido giudizio) non hanno niente a che fare con quella tragedia e sicuramente nei due gradi successivi saranno assolti o la loro condanna verrà drasticamente ridimensionata. Su queste cose, però, è bene andare con calma e riflettere; difatti se penso alla posizione processuale del dirigente pubblico Mauro Moretti (al suo attivo una lunghissima e vasta esperienza di trasporti su ferro proprio nelle FF.SS., dal 2006 al 2014 è stato amministratore delegato dello stesso Ente ed ora è al comando di Leonardo spa ex Finmeccanica) che qualcuno ha già definito “uomo di apparato”. Probabilmente Moretti non è mai stato nella stazione di Viareggio e men che meno era a conoscenza dell’esistenza del treno merci 50325, ma si è visto accusato di orribili delitti in nome di una fantomatica “responsabilità oggettiva” che è valida soltanto nello sport. Moretti, dunque, non poteva non sapere che quel trasporto era pericoloso, che quella cisterna era difettosa e che quel convoglio era privo delle misure di sicurezza per il trasporto eccezionale di materiale altamente infiammabile. E Moretti ha beccato una condanna a sette anni di reclusione; e gli è andata anche bene perché i pubblici ministeri avevano chiesto per lui la pena più alta a sedici anni di carcere, in una sorta di ideale scaletta di responsabilità, ma cominciare dall’amministratore delegato mi sembra davvero eccessivo ed anche improduttivo. E i veri responsabili materiali dove sono ? verrebbe da chiedersi. Ma in questo Paese, quando si parla di grandi processi, si registrano le impennate giustizialiste come in nessun altro Paese al mondo. Per tutti va ricordato il processo alla Commissione Grandi Rischi dopo il terremoto de L’Aquila; in primo grado furono tutti condannati e poi in appello assolti. Tutto questo fa pensare che le sentenze di primo grado servono a tacitare le giuste aspettative dei familiari dei deceduti; non credo che sia proprio così ma il pensiero ci va molto vicino. La battaglia sarà, comunque, durissima; per capirne di più basta rileggere le dichiarazioni dell’accusa, della difesa e delle vittime. Per la pubblica accusa la sentenza è giusta e getta le basi affinchè un fatto del genere non possa accadere mai più; lo ha detto il Procuratore della Repubblica e mi interesserebbe sapere se è sufficiente una sentenza per non farle accadere mai più tragedie simili. Per la difesa si è trattato di una sentenza populista, anche perché la responsabilità oggettiva potrebbe andare bene per un capo stazione ma non per un amministratore delegato che passa le sue giornate comodamente seduto nel suo ufficio romano. Per le vittime, infine, la sentenza per la prima volta colpisce i vertici delle Ferrovie nel segno che bisogna rimodernarle subito; e i soldi chi li deve mettere, Moretti ? E poi cosa avrebbe dovuto fare Moretti per evitare quell’incidente ed anche altri, avrebbe forse dovuto bloccare tutta la rete ferroviaria italiana che è comunque sotto i limiti utili per assicurare una giusta e completa sicurezza del trasporto pubblico su ferro. Ricordo i mega processi della Tyssen Group e della Eternit, finiti piano piano nel nulla perché fondati sul nulla o su una presunta responsabilità che secondo i PM più d’assalto dovrebbe ricadere sulla testa dei vertici di un’azienda, anche se di Stato e quindi dotata di un sistema organizzativo per la sicurezza molto diverso da quello che i titolari delle aziende normali dovrebbero adottare. Ma si sa, il nostro è il Bel Paese, a cominciare dalla giustizia.

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