Lavoro-Regione: e se De Luca avesse ragione ?

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Nel recente convegno denominato “Chiesa e Lavoro”, tenutosi a Napoli giovedì 9 febbraio scorso, la cronaca ha registrato un duro scontro tra il governatore Vincenzo De Luca e il ministro per il mezzogiorno Claudio De Vincenti. Il pomo della discordia è stato il lavoro, cioè come deve essere incentivata l’occupazione e come deve essere distribuito il sostegno alle imprese, tutto nel segno di un progetto a largo respiro per rimettere in moto l’economia del nostro Paese. La vicenda, dagli aspetti comici come sempre accade quando in mezzo c’è il kaimano, ha assunto anche toni grotteschi nell’ottica di una vera e propria sceneggiata alla napoletana che tanto piacciono a De Luca. Ecco, comunque, come descrive il quotidiano Il Mattino quanto è accaduto: ==“Era cominciato con sorrisi e strette di mano, finisce con i due che, alzandosi da poltroncine vicine, si ignorano platealmente: Vincenzo De Luca e Claudio De Vincenti escono dal convegno delle diocesi del Mezzogiorno su «Chiesa e lavoro» a Napoli scavando un solco ancora più profondo tra il Governo e la Campania. Il governatore davanti a 70 vescovi parla di «un’emergenza sociale nel Sud che diventa emergenza democratica. Allora rilancio il mio piano per 200mila assunzioni di giovani del Sud, bastano 2,6 miliardi, il 5% di quanto lo Stato dà come incentivi alle imprese». La risposta del ministro per il Mezzogiorno è però gelida: «Prendo le distanze da De Luca: per noi il punto chiave è rimettere in marcia l’economia del Sud. Sarebbe troppo comodo fare posti nel settore pubblico». Era il momento più importante della seconda giornata del convegno alla Stazione marittima di Napoli su “Chiesa e lavoro”==. E se De Luca avesse ragione ?, ho titolato così questo articolo nella consapevolezza di quanto ho scritto. Io credo che davvero de Luca, in materia di lavoro, abbia ragione; lui ha una visione a 360° della situazione occupazionale in Campania, il ministro De Vincenti, coevo del kaimano ma romano di nascita, forse non ha la più pallida idea della situazione reale e si appoggia alle statistiche fredde e prive del termometro della gente. Il ministro parla per stereotipi filosofici che non hanno mai prodotto occupazione, risorse ed economia; De Luca, invece, non ha mai amato e non ama gli stereotipi e men che meno le citazioni a sfondo filosofico. Nel suo modo di essere Vincenzo De Luca non solo è un pragmatico ma è uno che coglie subito il nocciolo del problema e lo affronta con spavaldo coraggio; sicuramente qualche volta sbaglia, ma questo capita a chi fa le cose e, soprattutto, a chi decide anche da solo contro tutti. Non so cosa De Vincenti si aspettava da De Luca, quando si va su questi temi tutti rischiano figuracce se si confrontano con lui; che il divario drammatico tra nord e sud si vada sempre più divaricando è sotto gli occhi di tutti, che la disoccupazione per gli under 25 ha superato il 50% è cosa nota, che il 15% dei cittadini rinuncia a curarsi per ragioni economiche è altrettanto notorio, una crisi che sfiora la cosiddetta “crisi democratica”. Ed è questo che bisogna evitare, ha detto De Luca, cercando di assicurare 200mila nuovi posti di lavoro senza pensare al sostegno ed al rilancio dell’economia che tarderà comunque ad arrivare. La gente, i giovani hanno bisogno di lavorare adesso, subito. Non c’è altro tempo da perdere, il Governo lo sa e, forse, ha paura di concedere all’inaffidabile De Luca un’altra carta vincente. Ma il ministro non ha capito che qui è in gioco la stabilità democratica di una intera regione che naviga a vista in attesa del big-ben. Altro che storie e discorsi filosofeggianti che non portano da nessuna parte, il problema è gravissimo, ecco perché la proposta di De Luca diventa molto interessante: ==”Assistiamo al drammatico divaricarsi del divario Nord-Sud – dice De Luca – con la disoccupazione oltre il 50% per gli under 25, la crisi che morde la carne della gente tanto che il 15% dei cittadini rinuncia a curarsi. Quando la crisi sociale arriva a questi livelli diventa crisi democratica. Se un ragazzo non ha speranze per i prossimi dieci anni, se un padre di famiglia rimarrà senza reddito, allora c’è spazio a irrazionalità e demagogia. Dobbiamo liberarci di vizi antichi come la lamentosità, il pulcinellismo, la tendenza a produrre solo parole e non cantieri. Serve un piano del lavoro subito per evitare la desertificazione sociale del Sud. Con il blocco del turnover da dieci anni abbiamo un’età media nella pubblica amministrazione di 50-60 anni, come possiamo informatizzarla? Allora assumiamo 200mila giovani, all’inizio con uno stipendio di 900 euro a crescere, per finire dopo tre anni con un concorso. Se risparmiamo il 5% degli incentivi per le imprese ricaviamo i 2,6 miliardi necessari a sostenere questa operazione”==. Il ministro De Vincenti non ha capito, forse non poteva capire ed è stato così che De Luca si è alzato ed è andato via senza tanti fronzoli, lasciando il ministro solo con le sue affermazioni filosofiche. Il quotidiano Il Mattino scrive che probabilmente il solco tra Governo e Regione si è ancor più allargato; non sono d’accordo e credo che l’irruenza di De Luca sia servita a ricordare a tutti la gravità del problema.

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