Bcc Monte Pruno: un sogno che diventa realtà !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un comunicato disadorno di fronzoli ha dato l’annuncio atteso, ormai, da tempo; è nata la “Banca Monte Pruno – Credito Cooperativo di Fisciano, Roscigno e Laurino”, un sogno che è diventato realtà. Ma di questo parlerò subito dopo aver pubblicato integralmente il comunicato stampa dell’atteso annuncio.

==Doveva essere una data da ricordare e sicuramente lo è stata. Sabato 18 febbraio 2017 segna, quindi, la storia della Banca Monte Pruno.  Durante il pomeriggio di ieri, infatti, l’Assemblea dei Soci dell’istituto di credito cooperativo ha deliberato l’approvazione, all’unanimità, del progetto di fusione per incorporazione della Cassa Rurale ed Artigiana – BCC di Fisciano. Un’assemblea ricca di contenuti e con un’elevata partecipazione di Soci, i quali non hanno voluto far mancare la loro vicinanza in questo storico passaggio compiuto dalla Banca Monte Pruno. I lavori hanno permesso agli intervenuti di poter apprezzare quanto costruito nel corso di questi mesi dalla struttura della Banca, relativamente al progetto di fusione  con la BCC di Fisciano. Allo stesso modo, nella mattinata di sabato 18 febbraio, si era svolta l’Assemblea dei Soci della BCC di Fisciano, la quale aveva, altresì, deliberato il via libera all’operazione aggregativa. Durante i lavori assembleari di Roscigno  sono intervenuti il Presidente Anna Miscia, il Direttore Generale Michele Albanese, il Vice-Direttore Generale e Responsabile del Progetto Aggregativo Cono Federico,  nonché il Presidente della BCC di Fisciano Domenico Sessa. “Nasce –  hanno dichiarato i vertici della Banca Monte Pruno – un’importantissima realtà all’interno del movimento del credito cooperativo. Siamo enormemente soddisfatti, in quanto, rappresentava uno dei nostri grandi sogni portare la Banca Monte Pruno nel territorio della Città di Salerno e della Valle dell’Irno.  È un’operazione che ci permette di allargare il mercato di riferimento, di diventare, attualmente, la BCC più grande della Campania per valori di bilancio, con depositi e finanziamenti pari ad 1,1 miliardi di euro, di operare in più 80 comuni tra le Province di Salerno, Avellino e Potenza, di avere 120 dipendenti e ben 17 filiali compresa la prossima apertura nel centro di Salerno.  Da oggi, quindi, parte questa nuova sfida che, grazie alla fiducia conferita dalla nostra compagine sociale, proietta la Banca Monte Pruno – Credito Cooperativo di Fisciano, Roscigno e Laurino verso lidi sempre più ambiziosi”==.

Una notizia del genere va necessariamente diffusa, come hanno fatto in tanti, ma merita anche qualche considerazione che vada al di là della stessa notizia.

La prima osservazione che mi viene da fare e che la Monte Pruno assume finalmente la denominazione iniziale di “BANCA”; esce, quindi, definitivamente da quel concetto che lega indissolubilmente le Bcc alle esigenze di un angolo delimitato di territorio (quasi come fosse una specie di assistente sociale finanziario) e soprattutto al ruolo di piccoli crediti cooperativi vincolati alla prossimità con il territorio stesso, cosa che non va ovviamente  sottovalutata e dimenticata anche se la parola Banca è tutta un’altra cosa per i dirigenti, funzionari e dipendenti ed anche per la clientela che assume una dimensione molto più vasta nell’ottica di un mercato e di flussi finanziari sicuramente di più alto profilo.

E’ vero che nella sua denominazione completa ricompare il termine “credito cooperativo” che appare, comunque, come una necessità inderogabile per poter portare a compimento determinate operazioni, ma è altrettanto vero che da sabato 18 febbraio 2017 le Bcc fuse acquisiscono un pedigree completamente diverso.

Non deve nemmeno impressionare il superamento del “miliardo di euro” (tra depositi e finanziamenti) perché questo è soltanto il primo scalino già noto essendo il risultato di un’addizione quasi matematica delle rispettive sostanze operative.

Quello che deve invece stimolare l’attenzione di tutti, compresi i soci della ex Bcc Monte Pruno, è l’azione che il direttore generale Michele Albanese si prefigge di attuare nella ricerca di nuovi mercati che possano ancora di più ingrandire la complessa e complessiva organizzazione centrale e periferica della Banca Monte Pruno, che da sabato conta 120 dipendenti e 17 filiali disseminate in un territorio che ricomprende ben 80 comuni.

Ho spesso scritto che Michele Albanese ha mangiato pane e banca fin da piccolo; la conferma viene da questa grande operazione di fusione che proietta lui e tutta la banca verso traguardi inimmaginabili soltanto qualche mese fa.

Il dg Albanese ha capito per tempo che non poteva lasciarsi intrappolare nella vischiosità e rissosità che hanno caratterizzato la vita delle altre Bcc esistenti nel territorio del Vallo di Diano. E avendo capito prima di tutti l’impossibilità di un accordo senza vincoli di poltrone, ha predisposto tutti i paletti utili per la grande operazione. Insomma quando ha capito che con le altre due Bcc (Sassano e Buonabitacolo) non poteva essere portato avanti un discorso più completo e caratterizzato soltanto dalla operatività della fusione ha subito mollato l’impresa e non si è lasciato imbrigliare nei tanti ostacoli che pure gli sono stati lanciati addosso come vere e proprie OPA.

L’aver mangiato pane e banca, il saper fare banca, sono stati i due elementi fondanti che hanno consentito la grande operazione, un’operazione che sta trasformando il sogno in realtà.

Un’operazione che è stata definita dai più come una “fusione” tra la Monte Pruno e la Fisciano. La cosiddetta fusione è un puro eufemismo, difatti dei dieci componenti il CdA ben otto provengono dalla Monte Pruno; ed è tutto dire !!

E non solo; c’è ancora qualche buontempone che va dicendo che è stata la Banca d’Italia ad obbligare la Monte Pruno alla fusione con la Fisciano ; non so se questo sia vero, se lo è  vuol dire che le capacità di visione del futuro di Albanese sono ancora più grosse di quanto era possibile immaginare fino a sabato scorso.

Ma qual è il vero sogno che Michele Albanese (e quando cito Albanese ovviamente mi riferisco non solo a lui ma anche a tutto il suo staff che è di prim’ordine) insegue da tempo ? Il sogno è complesso e il dg ne ha, opportunamente, anticipato soltanto una piccola parte.

Partiamo, comunque, da quello che svela direttamente lui: “”…Siamo enormemente soddisfatti, in quanto, rappresentava uno dei nostri grandi sogni portare la Banca Monte Pruno nel territorio della Città di Salerno e della Valle dell’Irno.  È un’operazione che ci permette di allargare il mercato di riferimento, di diventare, attualmente, la BCC più grande della Campania per valori di bilancio…””.

Certo, entrare nel mercato di Salerno e della Valle dell’Irno (territorio ad alta concentrazione industriale) vorrà dire aprirsi a realtà che una piccola banca di credito cooperativo di provincia non poteva assolutamente consentirsi; ma di per se la città di Salerno e la Valle dell’Irno di sicuro non potrà bastare per la concretizzazione delle aspirazioni di tutti quelli che hanno promosso e consentito la mega fusione; parlo naturalmente di Michele Albanese, di Domenico Sessa (Presidente della Bcc Fisciano), di Anna Miscia (Presidente della Bcc Monte Pruno) e di Cono Federico (vice direttore generale Bcc Monte Pruno e responsabile del progetto di aggregazione).

I quattro si sono mossi all’unisono in un’operazione che ha avuto anche altre punte di diamante, ad esempio Antonio Pandolfo e l’onnipresente e abilissimo Antonio Mastrandrea che cura la comunicazione della Banca in maniera professionale e costante; ma ce ne sono tanti altri e tutti con un ruolo preciso e specifico sullo scacchiere della banca disegnata abilmente da Michele Albanese.

Qualche rigo più indietro dicevo che Albanese ha svelato soltanto una piccola parte del suo sogno che è molto più grande di quanto si possa immaginare.

Per capirlo bisogna partire da un fatto fondamentale e cioè che la Bcc Monte Pruno è stata, fino a sabato scorso, una realtà organizzativa e protesa verso i vari ambiti del sociale che non ha precedenti; negli ultimi anni non c’è stata settimana dell’anno senza che la Bcc Monte Pruno non avesse organizzato qualche evento (sociale, imprenditoriale, sportivo, economico-finanziario, ecc.) su un territorio che ha spaziato dalla provincia di Salerno a quella di Potenza; in pratica Michele Albanese non si è limitato ad aprire sedi per catturare solo depositi ma ha aperto le sedi per rendere sempre più stretto il rapporto con il territorio e con l’utenza generica che è fatta anche di sociale, imprenditoria, sport, economia e finanza.

Ebbene se la  Banca Monte Pruno – Credito Cooperativo di Fisciano, Roscigno e Laurino, sotto la spinta incessante e sempre innovativa del suo direttore generale, riuscirà a trasferire il modello organizzativo in termini di presenza capillare anche sul territorio della città di Salerno e della Valle dell’Irno, il gioco sarà fatto e la Banca potrà incamminarsi con passo sicuro verso la conquista dell’Università che è un attrattore potentissimo di innovazione ma anche di grandi capitali.

Entrare nell’Università è un po’ il sogno di tutti gli operatori economico-finanziari ma non tutti hanno le credenziali in ordine; Michele Albanese ha dimostrato di averle con i piccoli passi già mossi all’interno del prestigioso ateneo salernitano.

E allora il sogno sarà veramente diventato realtà.

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