Pallanuoto: cos’è ?

da Raoul Corcione
NAPOLI – Se la pallanuoto moderna potesse essere descritta in una parola quella parola sarebbe KASAS. 
Il fuoriclasse ungherese è considerato come uno dei migliori giocatori di tutti i tempi: estro, fantasia, visione di gioco, potenza e velocità. In poche parole l’atleta perfetto. Arrivato in Italia, a Siracusa, a quattordici anni (papà Zoltan allenava l’Ortigia) per poi far rientro in Ungheria, nel 1997 accetta la proposta del Posillipo dando il via ad un’escalation di successi. In Italia ha indossato la calottina rossoverde e quelle di Savona e Recco. Kasas da giocatore ha vinto tutto sia in campo nazionale che internazionale rendendosi protagonista di una vera e propria impresa sportiva mai riuscita ad altra squadra nel mondo della pallanuoto: la conquista dei tre ori olimpici consecutivi con la nazionale magiara (2000, 2004 e 2008). Non solo: è stato uno dei pochissimi atleti, se non l’unico, ad aver disputato le finali di tutte le maggiori competizioni nazionali ed internazionali sia a livello giovanile che assoluto. E tanto per non farci mancare nulla è stato l’unico pallanuotista ad aver segnato tutte le reti per la propria squadra nella finale di una competizione internazionale (europei di Siviglia, 20 Agosto 1997, Ungheria-Jugoslavia 3-2). Per questo ed altri motivi, Kasas è stato inserito, nel 2015 (tre anni dopo il suo ritiro), nell’International Swimming Hall of Fame. Quest’estate il signore delle piscine tornerà nella sua Napoli, città dove ha lasciato il cuore: sarà proprio lui, infatti, il testimonial maschile della terza edizione Yellow Ball Waterpolo International Event.
 
Sarai testimonial della terza edizione dello Yellow Ball, un torneo che unisce tre delle tue più grandi passioni: la pallanuoto, la città di Napoli e lo stare insieme a tanti giovani. Cosa ti ha spinto ad accettare di essere il volto dello YEBA17?
“Quando Napoli chiama è impossibile non rispondere. Nel capoluogo campano ho trascorso gli anni più belli della mia vita; amo la città e la sua gente. Inoltre ho avuto modo di documentarmi sullo Yellow Ball: è una bellissima manifestazione rivolta ai giovani che amano questo sport. E’ un grande piacere ed onore per me essere il volto di questo evento”.
 
Torni a Napoli dopo un pò di tempo. Quali bei ricordi ti legano alla nostra città ed ai fratelli Porzio, Franco e Pino, membri della Waterpolo People, l’Associazione che organizza lo Yellow Ball?
“Napoli ha un posto speciale nel mio cuore. Qui sono cresciuto tanto sia professionalmente che umanamente. Essere uno dei due stranieri della squadra più forte al mondo a 21 anni era una grande responsabilità per un giovane della mia età e questo mi ha fatto crescere tanto. Ho avuto la fortuna di giocare insieme a Franco e Pino nel loro ultimo anno. Ancora oggi ho un rapporto speciale con entrambi: mi hanno sempre trattato con amicizia e affetto. Giocare al loro fianco è stata un’esperienza fantastica ed indimenticabile: ho imparato tanto quell’anno”.
 
Sarà un Luglio ricco di impegni diplomatici per te: oltre lo Yellow Ball in Italia, dal 16 al 29 Luglio scatteranno i Mondiali di Budapest. Come si sta preparando la tua nazione, l’Ungheria, a questo evento?
“Siamo tutti molto eccitati del fatto che i mondiali di nuoto e pallanuoto si faranno a Budapest. Aspettiamo con ansia la manifestazione che permetterà la costruzione di una nuovissima piscina olimpica da 12 mila posti. Anche la storica piscina sull’isola margherita sarà rinnovata. Sono sicuro che il mondiale avrà grandissimo successo”.
Parliamo di pallanuoto internazionale. In casa magiara Tamas Marcz si appresta a debuttare in una importante competizione internazionale come può essere il Mondiale ed a rinforzare la selezione ungherese arriva anche Alex Giorgetti. Che Ungheria dobbiamo aspettarci di vedere a Budapest?
“Tommy Marcz non ha un compito facile: dovrà costruire la squadra del futuro. Giorgetti si è reso disponibile ed ora starà al CT decidere su una sua convocazione a Budapest. Noi tifosi restiamo comunque in attesa su quale sarà la rosa dei convocati in vista dei mondiali poiché non è affatto sicura la presenza dei fratelli Varga e di Hosnyanszki”.
Per tutti i pallanuotisti sei considerato un’icona. Nella tua esperienza da giocatore hai girato il mondo ed hai conosciuto tanti atleti famosi di altri sport. Perchè la pallanuoto, secondo te, non riesce ad emergere nel panorama sportivo internazionale come, ad esempio, il calcio, il basket o il volley? 
“Il nostro è uno sport bellissimo. Purtroppo, però, per gli spettatori è poco comprensibile. E’ uno sport difficile da arbitrare e, di conseguenza, per chi lo guarda dall’esterno è difficile comprendere certe decisioni arbitrali. In altre discipline come calcio, basket e volley lo spettatore e l’arbitro riesce a vedere perfettamente mentre nella pallanuoto il 50% dei movimenti si sviluppano sott’acqua. La pallanuoto è anche meno veloce e tante volte, soprattutto in tv, può risultare noiosa agli spettatori. Bisognerebbe lavorare tanto sulla gestione dell’evento e renderla uno show come accade negli States per l’NBA”.
Vivi a Budapest, sei ancora legato alla pallanuoto ma ormai da qualche anno la tua grande passione è la cucina e la ristorazione. A Budapest gestisci il tuo locale “Tommy di Napoli”, omaggio alla città di Napoli, portando nella capitale la tradizione della cucina italiana e napoletana
“La cucina napoletana è qualcosa di meraviglioso: la adoravo quando vivevo in Italia e la adoro ancora oggi. Tommy di Napoli rappresenta, per me, un grande omaggio alla città di Napoli. Vi assicuro che la nostra pizza è straordinaria”.
Gianluca Leo

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