Credito Cooperativo: parla il d.g. della Bcc Aquara

 

Intervista al d.g. Antonio Marino

AQUARA – Credito cooperativo e sviluppo sul territorio salernitano analizzati dal direttore generale della Bcc Aquara, Antonio Marino.

 

Qual è lo stato di salute attuale della Bcc di Aquara?

«Direi ottimo. Abbiamo appena chiuso il bilancio 2016 con buoni risultati. E’ cresciuta la raccolta, sono cresciuti gli impieghi, abbiamo prodotto un utile netto di 2,5 milioni. Abbiamo in corso l’apertura di due nuove filiali a San Gregorio Magno e Pontecagnano. Insomma, siamo un’azienda con una consolidata redditività e che continua a fare investimenti sul futuro».

 

Qual’è la situazione delle Bcc in Cam­pania?

«Direi normale. Dopo le recenti fusio­ni, si contano 15 Bcc in Campania. 156 sportelli, 968 dipendenti, 39.000 soci, 4 miliardi di raccolta, 2,5 miliardi di impieghi. Le statistiche ci dicono che il credito cooperativo è più in salute al Sud che non altrove e sarà necessario tenere conto della specificità delle Bcc per rilanciare lo sviluppo della Regione».

 

Il Credito Cooperativo è ancora una formula vincente?

«Certamente si. Abbiamo alle spalle una storia ultrasecolare nel segno dell’insegnamento cristiano e dei valori cooperativi della mutualità. Le comunità dove è presente una Bcc, soprattutto le comunità sotto i 5.000 abitanti, sareb­bero state sicuramente diverse e più povere se non ci fosse stata la Cassa Rurale prima e Bcc poi. Oggi il mondo è cambiato e viene chiesto anche alle Bcc di cambiare. Lo stiamo facendo con la costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi. Ci sarà una innovazione epocale e non è detto che questo cam­biamento sarà migliorativo. Mettere le cooperative sotto la direzione di una società per azioni non è proprio nello spirito dell’art. 45 della Costituzione e non è proprio nello spirito dei padri costituenti del credito cooperativo».

 

Cosa bisogna aspettarsi?

«Tutte le banche e quindi anche le Bcc stanno facendo i compiti a casa, pur in una situazione generale molto difficile. Ma se il credito non “galoppa” non è certo colpa delle banche. Mai come in questo momento le banche hanno voglia (e necessità) di erogare credito ma manca la domanda, quella buona».

 

Qual è il futuro del Credito Coopera­tivo in Campania?

«Non è male, ma potrebbe essere molto meglio. Adesso ogni Bcc dovrà scegliere se aderire al gruppo bancario Iccrea o a quello Trentino. Solo le Bcc di Aquara e di Monte Pruno hanno, fi­nora, scelto il Trentino. Le altre, pare, restino tutte con Iccrea. Questa nostra solitudine, non nuova, non ci dispiace. Noi siamo a favore della pluralità, noi preferiamo avere almeno due gruppi per avere un minimo di concorrenza positiva. Ma, al di là, degli aspetti delle attività industriali legati ai gruppi ban­cari c’è il problema della Federazione regionale che dovrebbe continuare a rappresentare tutte le Bcc, dovrebbe continuare ad essere la nostra casa comune. Questo non sta accadendo. La Federcampana, a dispetto del costo eccessivo per le Bcc, non ci sta dando nulla di costruttivo, nulla di prospetti­co; sembra che l’unico problema della nostra federazione sia quello di portare più Bcc verso Iccrea. Noi come Bcc di Aquara, da qualche anno abbiamo proposto alla Federazione di affidare le cariche di vertice ai rappresentanti delle Bcc che hanno i bilanci più in salute. Nulla di trascendentale, solo un metodo che privilegiasse il merito. Non è stato possibile. Ma questo non è solo un limite della nostra Federazione Regionale, è, purtroppo, un limite del sistema Italia e, non a caso, siamo quello che siamo…».

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