CINQUE STELLE: le colpe dei penta stellati salernitani

 

Aldo Bianchini 

 

SALERNO – Ieri su questo giornale abbiamo ospitato una riflessione di Gaetano Amatruda sul “Movimento 5 Stelle” e sui suoi rappresentanti nel Parlamento nazionale ed europeo. La riflessione di Amatruda, vice segretario provinciale di Forza Italia, si incentra soprattutto sul ruolo e sull’azione dei cinque parlamentari salernitani penta stellati, pubblica le loro foto e chiede: “Conoscete questi Signori? Questi cittadini? Sono i parlamentari salernitani del Movimento 5 Stelle. Una premessa, tutte persone perbene, alcuni anche simpatici (lo è Tofalo che ha dovuto subire, ad esempio, una ingiusta campagna di stampa)”. La risposta è facile facile: nessuno li conosce. Eccezioin fatta per Cioffi non li conosco neppure io; è vero che non frequento molto il jet-set locale del mondo delle conferenze stampa ma è innegabile che, ad esempio, la senatrice Giordano (che abita a Torrione dove io vivo da decenni) non è stata mai vista né da me (che è la cosa meno importante) e né dai cittadini che l’hanno comunque votata. Ai Cinque Stelle manca, dunque, il rapporto con il territorio; si alzano la mattina, vanno a Roma e credono di aver assolto al loro mandato. Un po’ come fa al contrario la stessa Mara Carfagna che vive ed opera a Roma e non ha alcun rapporto con il territorio salernitano da cui proviene almeno come nascita. Ma oggi tocca ai penta stellati e non alla maggior esponente locale e nazionale di Forza Italia. Un’altra cosa importante Gaetano Amatruda quando dice: “Sono gli stessi, parlamentari del territorio, che a Salerno non hanno reso possibile la presentazione di una lista contro il ‘sistema De Luca’. Le regole del blog più forti della necessità di governare un territorio. Ipocrisia e sudditanza pericolosa”. Qui Amatruda è dolce e ci va con il fioretto, insomma non affonda la spada nella piaga devastante. Per come la vedo io la mancata presentazione di una lista alle elezioni comunali dell’anno scorso è la dimostrazione più plastica di come i penta stellati predicano bene e razzolano malissimo. Anzi, nella fattispecie, io intravedo anche un grande impegno di tutti i rappresentanti del movimento in favore soltanto di Vincenzo De Luca che dopo essere stato attaccato anche per le cazzate si è ritrovato a dover assistere senza muovere un dito alla disgregazione di un movimento che poteva seriamente dargli fastidio. Tutti ce l’hanno messa tutta per sfasciare il movimento, prima con lo scontro tra Provenza e Agosto e poi con l’insipienza di tutti i parlamentari salernitani che non sono stati capaci neppure di tentare il dialogo con la base. Una follia pura; è vero che con quella base è difficile discutere ma qualcuno deve pur sacrificarsi nel tentativo di far capire a questi scienziati della base che se non si identificano in un leader credibile non andranno da nessun o parte. Alla luce di tutto questo, e con il senno di poi, la decisione di Grillo di non presentare la lista appare quanto mai saggia ed opportuna. Come dire, se i candidati si scannano prima di essere candidati è segno che “Sono persone oneste, ma l’onesta’ è precondizione per la politica. Non è un programma politico. Chi agita questo tema nasconde, troppo spesso, la totale assenza di idee. Sei onesto? Ed allora? Se vai a pesca porti la canna, se devi pittare una parete porti un pennello, se devi operare usi un bisturi. Sei mica per questo un buon pescatore, un bravo pittore o un medico di cui fidarsi? La precondizione non è sostanza”, come dice Gaetano Amatruda nella sua riflessione. La precondizione non è sostanza, è vero, ma questi signori non hanno neanche la precondizione minima per salire in politica; sono destinati, almeno a Salerno, a rimanere sotto il palco. Guasta guardare ai precedenti elettorali di questi signori che si azzuffano per nulla e sul nulla; qualche anno fa Cioffi fu candidato a sindaco; ebbene chi di voi ricorda quanti voti ottenne in quella tornata elettorale; era il 2011 e fu un flop totale: Cioffi ottenne 1.676 voti (pari all’ 1,86%) e la lista precipitò addirittura a 928 voti (pari all’1,9%). Chi crede che con questi numeri si possa soltanto pensare di salire in politica farebbe bene a ritornare alle scuole elementari. Però nel corso dei cinque anni, dal 2011 al 2016, almeno a livello di chiacchiere i Cinque Stella qualcosa l’avevano messa sul tavolo delle discussioni; purtroppo si sono scannati tra loro sotto lo sguardo compiaciuto del kaimano De Luca. “Il Movimento ha avuto un ruolo -dice Amatruda- fondamentale, ha avuto il merito di accendere i riflettori su alcuni temi. Il loro ruolo si è però esaurito”. Sono io adesso a voler capire, semmai dallo stesso Gaetano, quali siano stati i temi sui quali i signori di cui prima hanno acceso i riflettori. Se togliamo la fissa storico-esistenziale del Crescent e della Piazza (forse perché da fastidio a qualcuno che abita nelle vicinanze) non riesco a vedere altri temi. Di certo nessuno dei cinque ritornerà più nel Parlamento nazionale ed europeo, forse ne andranno di nuovi, ma resta un problema di fondo legato allo sfizio di fare i parlamentari; se si persegue soltanto questo scopo non si va da nessuna parte e non si ottiene neppure la famigerata pensione.

 

 

   

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