PROVINCIA: la rabbia del presidente Canfora e la vergogna del “piscone” di Aquara!! Tutti fermi … arriva “Ercole-De Luca”.

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Qualche settimana fa il presidente della Provincia Giuseppe Canfora ha dato vita ad una di quelle sconcertanti sceneggiate che la politica ha la sfacciataggine di proporci come se niente fosse e come se fosse la verità assoluta. Nell’occasione di cui parlo Giuseppe Canfora si è lamentato, in maniera anche forte, della carenza di risorse per l’Ente che presiede, carenze dovute anche all’interruzione del processo di riforma costituzionale che doveva sancire la fine delle province e che, invece, ha determinato la loro sopravvivenza; un ragionamento davvero incomprensibile anche se di uso quotidiano da parte della politica. In quella occasione il presidente avrebbe detto: Se non arriva 1 miliardo di euro entro il prossimo 31 marzo o con una proroga entro il 31 luglio, tutte le Province italiane saranno costrette a dichiarare il dissesto economico. La sicurezza dei cittadini è a rischio perchè siamo impossibilitati a garantire una serie di servizi importanti per la popolazione. Non serve più garantire solo i servizi, dobbiamo garantire la sicurezza: il Governo deve dare i fondi per scuole e strade(fonte Il Mattino-mobile del 1° marzo 2017). Ma non contento, il presidente Canfora, a chi gli chiedeva conto e ragione di quell’enorme blocco di pietra (caduto il 18 agosto 2015 e ribattezzato “Il Piscone” dagli organizzatori del 1° compleanno del masso) che spezza in due la strada provinciale da e per Aquara avrebbe risposto: ““Il masso di Aquara non è una problematica chiusa tra i confini della nostra Provincia, ma sta diventando il simbolo del disastro dello Stato Italiano””. Ma guarda un po’ !! che sfacciataggine.  Perfetto, ora il quadro è completo, quando la sinistra è al potere dal governo nazionale a quello locale non è mai colpevole di alcunché, anche del famigerato “masso di Aquara” che è precipitato su una strada di competenza specifica dell’Ente Provincia (a meno che qualcuno -come si sussurra- non ce l’abbia depositato volontariamente per esacerbare i problemi delle zone interne). Se la stessa cosa fosse accaduta con altra colorazione politica dei vertici provinciali cosa sarebbe accaduto ? Beh !! almeno alcune sfilate storiche di protesta e sit-in sotto Palazzo Sant’Agostino. Avendo però tutta la filiera di comando nella sua disponibilità come può fare e cosa può dire un semplice presidente di un Ente che doveva essere soppresso e che è condannato a vivere anche senza fondi. La risposta di Canfora non si è fatta attendere: “Durante l’ultima assemblea nazionale abbiamo deliberato di dare seguito a una diffida da distribuire, attraverso gli organi provinciali locali, alla Prefettura, Procura della Repubblica e Corte dei Conti. Non possiamo essere i testimoni  e subire tacitamente un dissesto che non è stato causato da noi”. Parole, chiacchiere a vuoto, come sempre, come hanno fatto tutti e come faranno tutti quelli che con il nostro voto chiamiamo a gestire la cosa pubblica. Se rileggete l’ultimo pezzo della dichiarazione di Canfora vi renderete subito conto che il presidente non cita alcun personaggio specifico e parla in generale dello “Stato” e annuncia che una diffida sarà inviata, attraverso gli organi provinciali alla Prefettura, alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti; come se le istituzioni in indirizzo avessero a loro disposizione la zecca nazionale per fabbricare e stampare soldi. Parole, parole, parole; figuratevi cosa potrà produrre una diffida su temi della finanza nazionale che attengono a politiche strategiche globali e, quindi, transnazionali. Chiunque varca i portoni delle istituzioni deve capire, una volta per tutte, che se ha scelto la bicicletta ora deve pedalare e fare silenzio al fine di non sprecare il fiato che occorre, invece, per una prestazione decente. Anche per evitare, come ha detto il conduttore di Agorà (su Rai-3) la mattina del 30 marzo scorso quando si è dichiarato disponibile a recarsi ad Aquara con alcuni amici per rimuovere il piscone a mani nude ed incassare il premio. Perché di quale premio si tratta ? Sembra che la Provincia abbia stanziato la somma di 37mila euro per studiare le modalità più opportune per come rimuovere il masso dalla strada provinciale n. 12 e per come risanare il costone roccioso dal quale probabilmente non si è staccato. Altro che rabbia del Presidente contro le istituzioni per i mancati accreditamenti (a proposito giovedi mattina 30 marzo Canfora ha depositato un esposto cautelativo presso la Procura della Repubblica … baggianate !! però sembra che lo studio per la rimozione del masso e del costone sia stato completato), Canfora farebbe bene ad inforcare quella bicicletta per la cui conquista ha tanto lottato e cominciasse a pedalare sul serio. Malgrado la grave crisi, però, ha trovato il tempo di co0nfermare le nomine a tre suoi consiglieri politici Giuseppe Cicalese, Gerardo Malpede e Giovanni Guzzo. In caso contrario vada a casa, anche per mettere a tacere uno degli ospiti di Agorà che ha parlato di “amministratori poco seri”; ed io sono perfettamente d’accordo con quell’ospite. Ma non vi preoccupate il rimedio è già stato studiato e sul posto si precipiterà il governatore della Regione che come superman solleverà il masso e lo scaraventerà nella vallata sottostante. Avrà così messo alle spalle la prima delle dodici fatiche di Ercole.

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