Mastrolindo: la caduta di stile dell’informazione

Aldo Bianchini

SALERNO – Ricordo subito a tutti che la denominazione “Mastrolindo” è stata data dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore alla più grande inchiesta giudiziaria sul funzionamento dell’ INPS (e non solo) da parte del pm Roberto Lenza che è arrivato a perquisire perfino gli uffici della Direzione Generale dell’INPS di Roma dopo aver passato al setaccio la sede di Salerno, la direzione regionale di Napoli ed altre direzioni regionali sparse nel Paese. Per questa inchiesta che ha travolto molti dirigenti dell’ INPS e della Direzione Provinciale del Lavoro (ex Ispettorato) e diversi funzionari e semplici impiegati. Nella rete a strascico dell’inchiesta è rimasto impigliato anche un PM della Procura di Salerno per motivi non direttamente collegati al filone centrale dell’inchiesta ma per i rapporti confidenziali (con scambio di diverse telefonate) che lo stesso intratteneva con la dirigente dell’INPS di Salerno che era tra gli indagati.  L’inchiesta è tuttora in corso e si attendono, da un momento all’altro, nuovi sviluppi.

         Sulla inchiesta Mastrolindo ho scritto più volte negli ultimi anni, non senza ricordare ai magistrati che nel 95/96 ci fu già un’inchiesta Mastrolindo e che per questa ragione a quella in corso biognerebbe attribuire almeno in numero due.

                L’ultima volta che ho scritto è stato il 21 novembre 2015 con il seguente titolo: “Mastrolindo: pubblico ministero e dirigente Inps … alla sbarra tra Mastrolindo e Baldi Connection ?”; il punto di domanda era ed è obbligatorio in casi complicatissimi come questo. In quell’articolo utilizzai, ovviamente, a mani larghe il condizionale e molte furono le allusioni ma anche la mie prese di posizione dirette e comprensibili. Quella volta, però, il mio modo di scrivere non andò giù al lettore “Nicola” che inviò a questo giornale un commento puntuale e molto qualificato, insomma come se quell’anonimo Nicola fosse un addetto ai lavori giudiziari; ecco il testo di quel commento: “”illustre Direttore, ho letto e riletto il suo articolo (per questo commento con ritardo), e non ho difficoltà ne vergogna a dirLe che veramente non ho capito niente o poco (non è colpa sua , sono io ignorante).L’unica cosa che forse ho capito…..è che esiste (non ne ero a conoscenza, confesso la mia grassa ignoranza),l’istituto dell’”achiviazione” telefonica.Sarà sicuramente così….la Sua esperienza e conoscenza è al disopra di ogni sospetto “interpretativo”.Lungi dal porre in predicato il “modus facendi” di un autorevole e coscienzioso magistrato (senza se e senza ma)………..ma a mettere in discussione questo modo di fare, non eravamo stati noi ,semplici cittadini, ma altri magistrati,altrettanto seri e coscienziosi.Chi fece uscire le “veline” alla base dello scoop dell’epoca dei fatti, della “Città”? Noi?Non erano a conoscenza di questa norma codicistica? Dobbiamo pensare,forse, ad una nuova lotta “intestina” tra autorevoli colleghi? Se no, perchè?Lei dice …..ci sono altre cose che noi non sappiamo? Un bizantinismo che non fa parte del Suo stile lineare e che lascia presagire che non è finita qui (mi sbaglerò…..come sempre)……un inutile “zelo” di colleghi su un collega serio e al di sopra di ogni “umano errore” ?. Un caso? Per il momento sembra veramente così. E’ non è edificante per la credibilità nella istituzione “Giustizia”. Per quel che Lei dice e scrive non c’è niente di “penalmente rilevante” e ne siamo sicuri, e sollevati, ma almeno dovrà ammettere che si è trattato di una comunicazione quanto (la serietà professionale del magistrato chiamato in causa non lascerebe dubbi di sorta) meno, “irrituale”. Se poi da questo si deve arguire che la “pubblica Amministrazione” in base a questi elementi si deve comprendere che “funziona”, e che è coscienziosa fino al punto che con i mezzi più celeri “il telefono” cerca di avvertire gli “utenti”…ne prendo atto e ne sono sodisfatto. Ma lo fa con tutti? Sempre? Diversamente, veramente capirei un po meno. Anzi, non capirei niente ( a volte l’ignoranza fa mal pensare……quando invece……….. è tutto normale).Chiedo scusa…….ma per molto meno, persone hanno passato un guaio………in questo caso…….invece….tutto normale…..limpido…….rituale. Sarà? Speriamo che si applichino gli stessi metri le stesse misure “interpretative” per tutti, Francamente non mi risulta. Qualche dubbio mi resta. Ma confido e credo nelle Sue valutazioni. Aspettiamo. Va bene così? Va bene.””.

         Non replicai al lettore anonimo, prima perché non mi piace dialogare con gli anonimi e poi perché in fondo in fondo il lettore aveva toccato le corde giuste per un sereno e pacato approfondimento dell’inchiesta che, come avevo ampiamente anticipato, ha avuto delle ricadute abbastanza inquietanti almeno per quanto riguarda la posizione del magistrato nei confronti del CSM che in data 12 giugno 2017 ha concluso l’audizione diretta del magistrato ed ha sanziona to il comportamento dello stesso. L’intera registrazione della seduta plenaria del CSM è stata trasmessa su Radio Radicale ma sui giornali salernitani nessun minimo accenno alla vicenda. D’improvviso sono tramontati gli scoop annunciati da La Città (come scriveva Nicola) ma anche da Le Cronache del Salernitano, ma mai portati avanti fino al termine.

         La registrazione dell’udienza dinanzi al CSM del magistrato salernitano è davvero interessante; ne parlerò ampiamente nel prossimo articolo.

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