Villaggio San Giuseppe: qualcos’altro c’è !!

Aldo Bianchini
SALERNO – Nell’ultimo articolo dedicato alla inquietante vicenda del Villaggio San Giuseppe, meglio noto come Colonia San Giuseppe, mi chiedevo se dietro tutto quello che era già emerso ci fosse dell’altro. La risposta è arrivata secca e perentoria: il Consorzio Solidarietà Salernitano (C.S.S.) giovedì mattina, 17 agosto 2017, ha depositato presso la segreteria della Procura della Repubblica di Salerno un esposto-denuncia che dovrebbe squarciare molti veli sulla incresciosa situazione che si era venuta a creare dopo l’ingiustificata esclusione del CSS dalla gestione globale della Colonia che è di proprietà della Curia Arcivescovile di Salerno e, quindi, di tutti noi fedeli.
L’esposto dopo il deposito in procura è stato anche inviato a S.Eminenza Rev.ma Pietro Parolin, a S. Ecc.Rev.ma Mons. Angelo Becciu, ed a S. Ecc.Rev.ma Mons. Adriano Bernardini; una terna di tutto rispetto nell’amministrazione e nella gestione globale della Chiesa e dei suoi immensi patrimoni immobiliari, una terna che era già stata informata per iscritto fin dal mese di aprile 2017 su quanto di strano stava verificandosi nella Curia salernitana.
Adesso non siamo più di fronte ad indiscrezioni giornalistiche dinanzi alle quali la Curia può fare anche finta di non aver recepito e di conseguenza non rispondere; la Curia ora deve rispondere, costi quel che costi, deve dare una spiegazione, quale che sia ma la deve forzatamente dare. Ne va dell’immagine complessiva della chiesa salernitana che da oltre un decennio non naviga in buone anche, soprattutto nell’immaginario collettivo, e non per colpa soltanto dell’arcivescovo Mons. Luigi Moretti; la torta già c’era, lui semmai ci ha messo la classica ciliegina che ha fatto esplodere il caso che dall’altro ieri è “un caso giudiziario”.
Nel contesto dell’esposto-denuncia il CSS espone sinteticamente prima i fatti:
“”… A distanza di 7 mesi risponde la “Colonia San Giuseppe” con una nota di due righe, a mano, dicendo che è stata rifiutata la proposta del Consorzio in quanto “…né da un punto di vista qualitativo né da un punto di vista quantitativo l’offerta si pone in condizione di precedenza rispetto alle altre proposte ricevute”, nonostante sia stata la Curia stessa a guidarci negli estremi dell’offerta. Il Consorzio solidarietà Salernitano, come già sottolineato, si occupa del sociale, gestendo in particolare la casa di riposo “Il Sollievo”, la casa famiglia “Ophelia”, la comunità educativa per minori “Il Quadrifoglio” e recentemente gruppi di appartamenti per gli anziani “Villa Maria” di Battipaglia, mentre una società in fase di costituzione, senza alcuna referenza, viene preferita alla proposta del Consorzio, nonostante la documentata professionalità …””
e poi chiede ai competenti uffici della Procura di accertare la veridicità di alcuni degli elementi controversi esposti con la denuncia ed in particolare se vi siano state precise violazioni di legge, norme e regole in materia di stipula-aggiudicazione dei contratti anche in considerazione delle finalità che la Curia deve perseguire; per tutto questo il CSS pone delle domande e offre ampia documentazione di indagine su:
“”–Possibile che venga preferita una società che al momento della presentazione formale dell’offerta del CSS “Consorzio solidarietà Salernitano” non era ancora costituita? –Possibile che non sia stata effettuata alcuna concreta effettiva valutazione tra le offerte pervenute, dovendo doverosamente osservare che, peraltro, Consorzio è di gran lunga, palesemente, la più vantaggiosa e non solo per quanto concerne il profilo economico? –Possibile che la curia abbia consentito che di fatto a decidere sia stato l’avvocato Rizzo, cioè un componente della commissione di valutazione, che è lo stesso, che sostanzialmente, ha acconsentito alla ditta (da lui “portata” e presentata), di aggiudicarsi il contratto sul mero presupposto che fosse di “sua fiducia”, omettendo nella sostanza qualsivoglia giuridica e sostanziale comparazione tra le offerte (offerte per altro prodotte da un Consorzio costituito da una parte e una società costituenda, dall’altra)? –Possibile che ciò sia avvenuto in dispregio delle regole giuridiche da ritenere valide anche in questi casi (codice civile o regolamentazioni interne alla curia) soprattutto con riferimento al rispetto di regole e verifiche formali da effettuare in casi come questi, onde consentire alla curia di ottenere il miglior vantaggio possibile dal punto di vista economico?””.
Questi i fatti sui quali, da questo giornale, ho ampiamente scritto e descritto; non resta che attendere gli eventi prossimi futuri; certo è che il CSS per decidersi a muovere un passo del genere vuol dire che, almeno per i suoi dirigenti, quanto avvenuto per l’assegnazione della gestione della Colonia San Giuseppe presenta evidenti elementi che possono dar luogo all’avvio di una indagine di natura penale.

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