SANITA’: Ruggi e il degrado della “nefrologia” che fu !!

Aldo Bianchini

SALERNO – E’ noto che i presidi ospedalieri sono il termometro della qualità della vita, del benessere di ogni Paese cosiddetto civile, ma anche il livello di misura della professionalità di chi opera, come nel caso del reparto di nefrologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno (meglio noto come Ruggi o anche come AOU – azienda ospedaliera universitaria). Spesso siamo portati ad accomunare queste tre cose molto diverse tra loro, anche perché in definitiva all’utente della sanità pubblica interessa il risultato finale che è rappresentato dalla sommatoria dei predetti tre profili identificativi.

            Ancora più grave appare la situazione della nefrologia perché parliamo di un reparto ad alta specializzazione e fortemente delicato dal punto di vista dei trattamenti sanitari da irrorare ai pazienti che arrivano in quel reparto quasi sempre con i parametri vitali ai limiti della tollerabilità. Ancora più grave anche per il fatto che avevamo un sindaco, ora governatore della regione, che sta sbandierando la nostra città come una entità ai massimi livelli europei senza rendersi conto che alle sue spalle accade di tutto e di più anche nei plessi ospedalieri che hanno bisogno di una continua attenzione e manutenzione. Quando sento De Luca proclamare la “sua grandezza” mi viene sempre da pensare al “Duce” scortato dai suoi numerosi cortigiani che lo trascinavano in giro per l’Italia per decantare le grandezze di un Paese che non c’era.

            Gentili lettori la salute è un bene assolutamente primario rispetto a tutte le altre cose della vita e questo bene non può essere bistrattato e forse anche calpestato da insulsi interessi politici connessi alla sudditanza psicologica e materiale di tutti quelli che vengono “nominati” (a volte senza meriti specifici) ai vertici delle tante struttura ospedaliere disseminate sul territorio campano; compreso, naturalmente, l’ospedale di Salerno, eccezion fatta per pochissimi manager che hanno cercato di fare anche l’impossibile per migliore la qualità dell’offerta ospedaliera che il Ruggi deve dare verso il mondo esterno. Sulla sanità dovrebbero tutti smettere di far politica e di pensare di mettere le  mani su un pozzo di voti senza fine; è una speranza che ci accompagna sempre e da sempre, e come in passato naufraga sempre; così come è naufragata quell’esile speranza deluchiana che si è subito impantanata nelle sterili e meschine battaglie per la conquista del potere tra primariati e direzioni (leggasi la guerra nella cardiochirurgia salernitana tra Coscioni e ______) che quasi sempre si rivelano disastrose sotto tutti gli aspetti etici, culturali e professionali.

            L’altro giorno sono entrato nel reparto di nefrologia del Ruggi per fare visita ad un mio caro amico (forse l’unico !!), Mimmo Focilli -presidente dell’Assostampa della Provincia di Salerno- ed ho constatato come il degrado strutturale spesso non va a braccetto con la qualità e la professionalità degli operatori. Il reparto è diretto ottimamente dal dirigente medico dr. Giuseppe Palladino che è contornato da medici e da paramedici dall’alto profilo professionale e umano; l’addetto notturno alla sorveglianza di Mimmo mi ha raccontato, tra l’altro, che è proprio di notte che la professionalità di medici e paramedici si esalta in un tourn-over senza sosta e con una tempistica di intervento ogni trenta minuti; trattamento riservato nei confronti di tutti i ricoverati. Molto spesso, quando si parla di strutture pubbliche, si dice che il pesce puzza dalla testa; ebbene nel caso specifico della nefrologia il pesce promana un ottimo odore proprio dalla testa perché è la testa che funziona, programma e detta i tempi della necessaria assistenza. Complimenti, quindi, al dr. Palladino (già noto in positivo anche alla cronache nazionali) ed a tutti i suoi collaboratori.

            La puzza, invece, trasuda e viene fuori dalle strutture fatiscienti, a cominciare dalle suppellettili che arredano tutte le stanze; suppellettili oramai appartenenti ad un passato molto remoto e che nessun direttore generale (ovvero direttore amministrativo e sanitario) si è preoccupato di rinnovarle gradualmente ma con instancabile puntualità. Nel reparto si racconta che ci fu qualche timido sussulto nel periodo in cui era ricoverato il compianto Pepppe Natella in quanto spesso nello stesso reparto arrivava la “corte imperiale” (De Luca e vassalli !!) per far visita all’illustre ospite. Ma c’è di più !! Qualcuno sostiene che il primario dr. Giuseppe Palladino sia addirittura incappato in qualche tentativo di provvedimento disciplinare a suo carico per via della continua ed assillante richiesta di riorganizzazione e di rinnovamento rivolta ai superiori Organi ospedalieri. Bella roba, veramente bella roba !!, quando uno fa il suo dovere si cerca sempre di trovare gli strumenti per metterlo in difficoltà.

            Ma la cosa davvero impressionante la si vede e la si avverte quando si scendono le scale esterne del reparto e si arriva sul pianerottolo di terra, dal sottoscala sale una puzza nauseabonda e si scorgono nel semibuio anche molti gatti (e forse anche ratti !! alcuni dei quali probabilmente morti e maleodoranti) che prendono il sole nel cortile e vanno a svernare nel sottoscala. I vertici dell’ AOU facciano in modo da evitare che prima o poi qualche tv nazionale mandi in onda le immagini dei topo che vanno a letto nelle brandine degli ammalati; dopo i topi di Brignano, che hanno tenuto i titoli giornalistici principali, sarebbe davvero una sciagura se quelle immagini si trasferissero all’interno di uno degli ospedali meglio organizzati del sud.

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