Bcc Buonabitacolo: la riforma del credito cooperativo e il rapporto con le altre banche

Aldo Bianchini

BUONABITACOLO – Tra Iccrea, Cassa Centrale e Credito Cooperativo italiano in genere sono in ballo oltre 236 miliardi di euro di capitale attivo da gestire; una cifra immensa sulla quale, però, si è scatenata una folle guerra finalizzata all’ottenimento di una supremazia senza senso. Tutte le Bcc ormai si sono schierate dall’una o dall’altra parte; poche sono quelle che, seppur schierate, sono rimaste nel guado di un’autonomia organizzativa ed operativa che prescinde dalla fusione con altre banche più grosse come auspicato dalla  Banca d’Italia che vedrebbe di buon occhio anche la nascita di qualche altro polo bancario a patto che riesca a rassicurare il mercato finanziario che da qualche tempo vive una sorta di agitazione collettiva e che segua, infine, le regole imposte dalla rigida sorveglianza della stessa BdI.

            Anche la Bcc Buonabitacolo continua la sua marcia in solitudine per quanto attiene l’eventuale fusione con altre banche e mantiene ferma la sua iscrizione nel gruppo bancario Iccrea aprendosi ad ogni tipo di ulteriore controllo da parte della Banca d’Italia che ha, comunque, annunciato una vigilanza ancora più stringente rispetto al passato.

            Anche sul territorio del Vallo di Diano la Bcc Buonabitacolo continua la sua marcia verso il futuro senza aver manifestato alcun particolare sobbalzo alla notizia dell’apertura della nuova filiale della Banca Monte Pruno al bivio di Padula, a qualche centinaio di metri dalla filiale padulese della Buonabitacolo, e mentre all’orizzonte si affaccia la possibilità dell’apertura di una nuova sede anche da parte della Banca del Cilento che l’anno scorso ha incorporato la Bcc Sassano.

            Impenetrabile e molto professionale l’atteggiamento pubblico del direttore generale Angelo De Luca che in questi giorni ha seguito, certamente con trepidazione, i nuovi sviluppi della battaglia in campo aperto tra i due poli bancari scaturiti dalla riforma del credito cooperativo.

            La strategia dell’avanzata in solitudine del direttore De Luca va studiata attentamente e rapportata alle esigenze del momento nel solco della tradizione più antica e più inerente lo spirito iniziale delle Banche di Credito Cooperativo. Difatti nell’800 quando vennero a galla le prime timide iniziative di credito cooperativo queste erano dirette tutte al sostentamento ed alla crescita di un territorio ristretto da curare nei minimi dettagli per meglio rispondere alle esigenze di carattere prevalentemente assistenziale e poi di crescita economica ed occupazionale delle comunità ricadenti nella circoscrizione assegnata con cura ad ogni istituto di credito cooperativo sulla base di un attento studio progettuale a livello nazionale. Una sorta di parcellizzazione dell’economia con ramificazioni su tutto il territorio nazionale al fine di garantire, come dicevo, sviluppo e crescita; un’azione capillare che per più di un secolo ha dato i suoi buoni frutti e che, come per capriccio, è stato stroncato dall’alto.

            La riforma ha, di fatto, snaturato quella che era la “mission iniziale” delle Bcc costringendole alla fusione per una ipotetica sopravvivenza più sicura e serena nel raggiungimento della soglia minima fissata ad 1 miliardo di euro; tutto in controtendenza con quanto sta accadendo invece negli USA dopo il tracollo finanziario del 2008 con la “Lehman Brothers” fondata nel 1850 quale primo esperimento di credito territoriale poi trasformatosi in “credito globale” con le conseguenze che tutti conosciamo. Ebbene, nonostante questo precedente, mentre negli USA si sta facendo marcia indietro e si sta ritornando al “credito territoriale” in Italia, invece, si tenta di fare con molto ritardo quello che fu fatto negli USA e che portò al naufragio della L&B.

            Tutto questo il direttore generale della Bcc Buonabitacolo, Angelo De Luca, lo sa benissimo e cerca di resistere fino all’ultimo minuto possibile prima di decidere di compiere il grande passo dell’aggregazione e/o della fusione con un altro istituto di credito cooperativo più grande senza escludere quelli più piccoli. Sta di fatto che qualche mese fa, quando sembrava che tutto fosse pronto per la fusione con la Banca del Cilento (c’era stato anche un incontro con tanto di brindisi) il direttore De Luca ci ha ripensato ed ha sapientemente allungato i termini della vicenda.

            Bisognerà quindi aspettare tempi migliori per brindare definitivamente alla fusione, nel frattempo la Bcc Buonabitacolo va avanti a gonfie vele e senza alcun problema nella crescita, sia di raccolta che di distribuzione, che tocca due regioni ben distinte: la Campania e la Basilicata, con numerosi sportelli operativi e tante filiali.

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