Clownterapia – I Nasi Rossi

Di Maria Vittoria Maltese

NAPOLI – Come è strana la vita… chiacchieri con un’amica del più e del meno e ti ritrovi catapultata in una realtà che avevi visto nel film “Patch Adams”, una storia più o meno autobiografica di colui che è generalmente riconosciuto come ideatore della terapia olistica o più nota come clownterapia.

Nella città di Scafati esiste un’associazione, “Nasi Rossi”, che tra le tante attività svolge in parte la missione di Adams. Gli associati, oltre ad organizzare eventi benefici, sono presenti in molte strutture ospedaliere pediatriche per portare conforto e gioia ai piccoli pazienti.

Ne abbiamo parlato tanto e poi le ho chiesto di conoscere la struttura e di parlarne anche con la presidente, Francesca Colombo.

 E devo dire che Ella con la massima disponibilità, oltre a darmi tutte le informazioni, ha accettato di essere intervistata:

MVM: Come nasce e come è nata in te questa passione?

FC: Ho sempre svolto attività di volontariato e gli studi mi hanno portato alla laurea in sociologia. Mi ha sempre incuriosito il pensiero altrui, capire e partecipare ai fenomeni sociali. Questa continua curiosità mi ha portato a notare che siamo inclini ad accostarci più al dolore che alla felicità, forse anche per le condizioni sociali.

Di fatto è più semplice parlare del dolore che di situazioni positive. Coinvolta ho cercato di capire di più anche unendo la mia passione per il volontariato.

Ho cercato di ampliare le mie conoscenze. Mi sono trovata in un mondo nuovo: la Clownterapia.

Una scienza relativamente nuova; in Italia esiste da circa 25 anni.

Nello specifico si parla di gerontologia o scienza del sorriso. Questa giovane scienza raggruppa discipline come psicologia, sociologia e pedagogia. Tutte affini ai miei studi e professione.

In pratica è la funzione terapeutica del sorriso da portare agli altri. Il sorriso è una delle emozioni innate in noi e, forse, esclusiva della razza umana.

MVM: Questo sicuramente…

FC: Perché non unire il volontariato, la gelontologia e la clownterapia per sviluppare un’attività di aiuto a chi si trova in stato di disagio?

MVM: Come Patch Adams?

FC: La clownterapia in Italia è molto giovane mentre negli Stati uniti esiste da molto tempo e in realtà l’ideatore di questa terapia è il dott. Christensen. Patch Adams ha avuto il merito, forse anche mediatico, di farla conoscere a tutti. Noi, come associazione, ci rifacciamo alle linee guida di Christensen.

MVM: Come avviene l’approccio con colui che è in stato di disagio?

FC: Si potrebbe pensare che la tecnica sia una tecnica di distrazione dal disagio. In realtà non è così poiché se il disagio, o meglio, la malattia c’è e non cambia. Noi agiamo sulla parte sana e non è un approccio di animazione. L’animatore fa lo spettacolo e finisce. Noi rimaniamo e chiediamo che la storia resti aperta. Questa è la nostra terapia.

MVM: Ci vogliono requisiti particolari per collaborare con i nasi rossi?

FC: Occorre solo empatia, creatività e predisposizione all’altro.

MVM: Scusa ma… dove i volontari trovano il tempo?

FC: Personalmente impegna il 70% della mia giornata lavorativa tra impegni burocratici e accordi con gli enti e organizzazione degli eventi. L’opera di volontariato degli associati viene svolta principalmente nei week-end, anche per venire incontro alle loro esigenze. Essi danno la loro disponibilità e un referente organizza il tutto. Il tempo da dedicare lo decidono loro. Ovviamente c’è un minimo da rispettare.

MVM: Penso che tutto questo abbia dei costi.

FC: Certo ci sono spese di gestione di cui non si può fare a meno e tutti gli associati si autotassano. Ci sono anche dei sostenitori. Ogni donazione ha anche l’indicazione del progetto a cui è destinata.

MVM: Il massimo della trasparenza. In che zona operate?

FC: Nell’agro nocerino con i nostri volontari operiamo nell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, Ospedale di Pagani A. Tortora, in Cava dei Tirreni all’ospedale Santa Maria Incoronata Dell’Olmo, mentre nella provincia di Napoli in Santa Maria la Carità e all’R.S.A. Osasi San Francesco in Castellammare di Stabia.

MVM: Un bacino molto ampio. Bella cosa.

FC: La cosa più bella è che questa attività continua a ramificarsi e anche i più giovani si appassionano all’importanza di avvicinarsi agli altri. Anche nei medici sta cambiando l’atteggiamento. Ci chiedevano cosa facessimo e la nostra risposta era ed è semplice:” Portiamo una ventata d’aria fresca nella stanza. Un riciclo d’aria!”. E ci accolgono, ci vogliono perché i nostri eventi abbassano l’ansia per le cure. Dimenticavo, i nostri camici sono colorati.

MVM: È stato facile portare queste attività nelle strutture pubbliche?

FC: Facile o meno, per portare queste attività in strutture pubbliche occorre fornire garanzie su chi accede. Abbiamo protocolli di intesa molto rigidi. Bisogna pensare che i nostri volontari non sono personale medico o paramedico e che hanno accesso in luoghi protetti, sia dal punto igienico-sanitario che di privacy. Ovviamente i nostri volontari vengono formati in modalità continua.

MVM: L’associazione opera da sola o ha collegamenti con altre associazioni a livello nazionale?

FC: Attualmente c’è una federazione a livello nazionale, l’ F.N.C.. Ma non siamo ancora associati in quanto siamo piccoli. Lo scorso marzo siamo diventati una ONLUS.

MVM: Vedo che sei molto presa.

FC: Il mio è un continuo studio e tutto questo è diventato parte di me. E basta un “Ciao” dato e ricevuto per capire e far capire che si è insieme. Questo è premiante al massimo.

MVM: Continuerei volentieri la discussione. Mi farebbe piacere documentare un vostro Evento.

FC: Con piacere, ti terrò informata.

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