Ciro Serritiello: una medaglia d’argento dimenticata

 

Maddalena Mascolo

 

SALERNO – Nel giorno della ricorrenza del ricordo dei defunti, camminando nel cimitero di Salerno, mi sono ritrovata a pensare che “non abbiamo imparato nulla dalla lezione che Totò” ci ha impartito dalle righe della sua poetica “A’ livella”; oggi siamo nel 2017 ed ancora non abbiamo recepito i tanti messaggi che quella poesia promana verso il mondo esterno.

            A Salerno, purtroppo, ci sono i morti di serie “A” e quelli di serie “B”, insomma quelli da adorare e ricordare e quelli da dimenticare presto e senza appello.

            A metà degli anni ’90 lasciò questa città per motivi familiare un giovane Uomo, si trasferì in un comune vicino, e creò quella che sarebbe stata la sua famiglia. A Salerno, nel quartiere Pastena, era cresciuto, aveva studiato ed aveva fatto tante altre cose. Era una persona solare, benvoluto da tanti per queste sue doti.

            Un giorno decide di andare al mare con la famiglia per godersi le meritate ferie; era il 7 luglio del 1998 e non esitò a lanciarsi in mare per soccorrere una persona in difficoltà riuscendo a salvarla, ma quel suo grande cuore, colmo di generosità, lo tradì e Ciro Serritiello ci lasciò per sempre.

            Ciro ritornò a Salerno in una bara e riposa nel cimitero comunale..

            Di questo atto di puro eroismo ne scrissero i quotidiani, ne diedero notizia le radio e le tv locali, poi come al solito tutto finì nel dimenticatoio, ma non per i suoi familiari, né tanto meno per i molti amici e conoscenti che lo amano e stimano ancora oggi.

            Oggi nel 2017 c’è qualcuno a Salerno che si ricordi ancora di lui ?

            Solo i familiari e gli amici. Infatti questa città matrigna lo ha presto dimenticato, preferendo intestare     parchi9, palestre ed altro ancora a tanti altri poveri giovani deceduti per un banale quanto triste incidente stradale, ma per Ciro “Eroe” nulla.

            Eppure alla memoria di Ciro Serritiello in data 21.12.1999 la Presidenza della Repubblica conferì la medaglia d’argento con la seguente motivazione: “Con generoso slancio si tuffava nelle acque del mare agitato per trarre in salvo un giovane in procinto di annegare, ma sopraffatto dallo sforzo immolava la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà – Castellabate (SA) – 7 luglio 1998”.

            Vari amministratori della città hanno sbandierato per anni progetti ed iniziative in favore dei “ragazzi di quartiere” e Ciro era un ragazzo del quartiere Pastena, ma forse perché non essendo figlio o fratello di Tizio o Caio non è stato onorato come avrebbe meritato; ma si sa, per raccattare voti si fa di tutto e di più.

            Il comune di Giffoni Sei Casali, dove risiedeva, non lo ha dimenticato e gli ha intitolato addirittura un plesso scolastico; ma lui ci teneva per Salerno che era la sua città ed alla quale era disposto a dare tutto, proprio come fece quel maledetto giorno d’estate del 1998 nel mare di cobalto di Castellabate.

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