TERRORISMO: anche a New York presente un salernitano !!

Aldo Bianchini

NEW YORK / SALERNO – La sera del 31 ottobre 2017 un pazzo sanguinario, anche terrorista, ha letteralmente mandato nel panico il centro di New York uccidendo ben 8 persone e causandone il ferimento, più o meno grave, di alcune altre decine.
Ripeto fino alla noia che a me non piace la cronaca, ma quando la sera di martedì, intorno alle 22, giunse la notizia sul mio iPhone mi preoccupai subito e chiamai al telefono il mio omonimo nipote che studia e lavora proprio a Manhattan (il cuore pulsante della grande mela) a poche centinaia di metri dal luogo dell’attentato. Sentendo la sua voce mi rassicurai subito; mi disse che già da diversi minuti le televisioni locali stavano dando la brutta notizia mandando in onda le immagini dell’accaduto.
Fui tentato di dirgli di andare sul posto e fare un collegamento diretto, tramite iPhone, con la web tv presente su questo giornale; non lo feci per quella repulsione che ho nei confronti della cronaca-pubblicitaria e pubblicizzata ad ogni costo e continuai a vedere la partita Roma-Chelsea in diretta su Canale/5 nell’ambito della Champions League, pur non mancando di seguire tutti gli aggiornamenti sul grave episodio di terrorismo.
Il giorno dopo, il 1° novembre, leggo su Italia/2tv.it (grazie all’ottimo Antonio Sica, grande operatore di cronaca) che una giovane ragazza teggianese, solo da due mesi negli USA, era stata protagonista (nel senso di testimone) del tremendo attentato in quanto il college in cui è tutor di italiano è situato proprio di fronte alla famigerata pista ciclabile dove è accaduto l’attentato. Non solo, dopo un paio di giorni (esattamente il 2 novembre) anche Il Mattino ha dedicato un’intera paginata alla giovane teggianese, quasi costretta ad andare a lavorare a New York perché in questo Paese non funziona più niente e non garantisce il futuro per i giovani.
Mentre leggevo pensavo alla solita e ripetitiva solfa che ogni volta richiama i giovani, le loro aspettative e la fuga dal Paese verso lidi più accoglienti e promettenti; e mentre pensavo mi sono chiesto “come mai in ogni attentato terroristico o in ogni sciagura terrestre c’è sempre un salernitano che fa da testimone oculare ?”. Potrei rispondere dicendo che in giro c’è una mania di protagonismo elevata all’ennesima potenza (che sicuramente non riguarda la nostra protagonista), ma non insisto perché il mio pensiero potrebbe essere scambiato per una presa di posizione da bastian contrario. Il fatto, però, c’è e andrebbe analizzato un po’ meglio da tutti i media che animano la loro cronaca con episodi che un tempo erano forse eclatanti ma che oggi non fanno più cassetta perché arrivano puntuali come la caduta della neve sul Monte Bianco durante l’inverno. E la cosa più sconcertante è che la cronaca insiste con il racconto di questi episodi e lo fa mettendo sempre in risalto la bruttura del nostro Paese e la bellezza del sogno americano, ma non solo.
Al di là delle mie personali convinzioni potrei facilmente e con ragione unirmi al coro, in definitiva ho un nipote che risiede a New York da tempo; non lo faccio perché non sono del tutto convinto che nel nostro Paese non funziona più niente, soprattutto per quanto attiene il futuro dei nostri giovani che molto spesso si arrendono di fronte alle prime difficoltà e vanno ad affrontare difficoltà ben più marcate e presenti in quello che tutti amano definire “il sogno americano”.
Ma c’è di più, se si analizzano singolarmente i vari casi in cui un salernitano risulta essere presente sulle scene di tragedie terroristiche e/o naturali, spesso si scopre che tra queste persone e le località in cui avvengono le tragedie c’è sempre una specie di “filo diretto” che li unisce; come nel caso della teggianese che sbarcando a New York sarà andata sicuramente alla ricerca di nuove esperienze lavorative avendo precisi punti di riferimento in una comunità molto diffusa nell’hinterland di New York.
E’ vero che la cronaca, per definizione, non dà mai il tempo di riflettere, ma le varie testate giornalistiche e i giornalisti di cronaca di fronte ad un fenomeno (presenza dei salernitani dovunque !!) che va facendosi massiccio e diffuso potrebbero almeno contare fino a tredici prima di sparare notizie a sei colonne come ha fatto Il Mattino.
Fortunatamente il bravo Sica si è coperto le spalle e per dare la notizia si è appellato, con fiuto giornalistico, ad una intervista via chat realizzata da un noto “portavoce-scittore-giornalista” che vive ed opera tra il Vallo di Diano e New York.
E domani si corre la nuova edizione della Maratona più famosa del mondo; sicuramente tutto andrà bene e, soprattutto, eviteremo che qualche altro cittadino salernitano possa raccontare il classico “io c’ero”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *