il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Certosa di Padula: l’attesa dell’accordo di valorizzazione mentre il declino inarrestabile continua… chiuso lo storico bar della famiglia Pannullo!!

Aldo Bianchini – Ennio Sica
PADULA – Il declino della Certosa di Padula sembra non arrestarsi, e quando a rimetterci è una famiglia corretta e laboriosa siamo di fronte al paradossale. Purtroppo lo storico bar della Certosa gestito dalla famiglia Pannullo è chiuso e come per l’attività del noto Alfonso Monaco costretta a chiudere con tanto di epigrafe ancora esposta, anche stavolta sulla porta d’ingresso vi è (o meglio, vi era) il cartello che annuncia il triste epilogo. Per dovere di cronaca riportiamo fedelmente quanto scritto su quel cartello che una mano ignota e vigliacca ha strappato dalla sua allocazione originaria, un cartello che noi abbiamo fatto in tempo a fotografare: “Quando ti rendi conto che, per produrre, è necessario ottenere il consenso di coloro che non producono nulla. Quando hai la prova che il denaro fluisce a coloro che non commerciano con merci, ma con favori. Quando capisci che molti si arricchiscono con la corruzione e l’influenza, più che di lavoro e che le leggi non ci proteggono da loro, ma al contrario, essi sono protetti dalle leggi. Quando ti rendi conto che la corruzione è ricompensata, e l’onestà diventa auto-sacrificio; allora puoi affermare, senza paura di sbagliarti, che la tua società è condannata”. Dure parole contro un sistema corrotto che a discapito degli onesti ha la meglio. Il nostro invito va alla famiglia Pannullo a credere ancora nelle leggi, denunciando gli eventuali soprusi subiti, raccontando tutto e scendendo nei particolari. La magistratura farà il suo corso e magari un giorno rivedremo il bar nuovamente fiorente in una Certosa libera da personaggi e sistemi loschi.
Per la correttezza, professionale e deontologica, che sempre ci distingue è opportuno anche esprimere le nostre considerazioni sul cartello e sul messaggio in esso contenuto che nelle intenzioni di chi l’ha scritto doveva essere, come in parte è stato, un duro messaggio contro il sistema di potere politico che non riesce a svincolarsi da quello del malaffare e della corruzione. Messaggio sicuramente condivisibile in buona parte e non totalmente, almeno fin quando resta il dubbio sull’identità di chi l’ha scritto. Insomma tra lo scrittore e il distruttore del cartello c’è tutta la storia della nostra società produttiva che non viene protetta né dalle istituzioni e neppure dalle leggi che, è vero, spesso sembrano quasi coprire ed avvantaggiare per meri fini speculativi il “mondo di mezzo” o il “mondo di sotto”.
Ma cosa c’entra tutto questo con la chiusura di una storica e romantica attività commerciale che per decenni ha illuminato la corte esterna della Certosa come altre attività che mani poco accorte hanno spento o stanno spegnendo definitivamente. Non è facile rispondere, almeno fino a quando non avremo coscienza di una presa di posizione particolare e significativa degli stessi titolari del bar più antico della Certosa; soltanto loro mettendoci la faccia, e non il nascondersi dietro l’anonimo autore del cartello, potranno denunciare nelle sedi più opportune gli eventuali soprusi subiti al di fuori delle regole. Tutto il resto è fine a se stesso.
Nel titolo abbiamo parlato di “declino inarrestabile” del complesso certosino di Padula, e questo per dire che quando c’è un declino conclamato, quando c’è un grido ai allarme di uno degli uomini più in vista del Vallo di Diano (alludiamo al d.g. Michele Albanese), quando c’è il silenzio assordante dell’amministrazione comunale che si è astenuta dal prendere parte al dibattito sollevato da Albanese, quando c’è la risposta arrogante e spocchiosa dei vertici del Polo Museale Campano, è il chiaro segnale che siamo arrivati alla frutta.
Ma come in tutte le sceneggiate italiane alla fine, sullo sfondo, si intravede sempre una via d’uscita; e nel caso di specie questa via l’ha segnalata il giovane Settimio Rienzo (assessore al Comune di Padula) con un post del 17 novembre scorso su Face Book al fine di chiarire che per l’attuazione dell’accordo per la valorizzazione e gestione integrata del grande attrattore culturale e sito Unesco Certosa di San Lorenzo : “”L’Amministrazione comunale di Padula, dopo aver istituito il Sistema Museale locale di Padula per prendere atto dell’Accordo di valorizzazione firmato con il Polo Museale della Campania nel mese di Maggio, ha approvato con D.G. n.161 i criteri per dare avvio all’iter di selezione del concessionario dei servizi museali””.
E’ proprio questo, secondo noi, il passaggio nodale per ridare slancio sul piano operativo a tutto il complesso, ma è anche un passaggio a rischio che può nascondere facili trabocchetti e/o accordi più o meno sottobanco; ci aspettiamo, quindi, dall’Amministrazione Comunale (così come ha fatto Rienzo) la massima pubblicizzazione di tutti gli atti che, prima, prepareranno la selezione e, poi, la effettueranno per davvero. La selezione è una sfida, dice bene Rienzo, che se svincolata dalle antiche e becere clientele potrà assicurare slancio, sviluppo ed occupazione giovanile.

1 Commento

  1. Da lontano ho idee un po’ confuse sulle prospettive socio/economiche del Vallo di Diano

    In particolare sul futuro del principale attrattatore la CERTOSA.

    Poi mi sono chiesto, che connessione c’è o ci sarebbe con
    STRATEGIA AREE INTERNE, in opera solo a livello progettuale da alcuni anni
    e ha già provveduto a spendere sensibilie quantità di risorse finanziarie.

    In sintesi, per questo territorio ove abondano e si spendano risorse, e dove mancano
    e ce ne sarebbe tanto di bisogno, come ad esempio la GESTIONE e RILANCIO
    DELLA CERTOSA.

    Grazie per l’attenzione

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