Cent’anni…

Di Maria Vittoria Maltese

Come descrivere cento anni. Un secolo. Un periodo previsto dal Codice sulla privacy affinché un figlio non riconosciuto possa scoprire chi siano i suoi genitori naturali.

Questa storia nasce da un racconto di un amico che anni fa scoprì di essere un cosiddetto “Figlio della Madonna”. Espressione che gli veniva rivolta dai suoi coetanei quand’era solo un bambino.

Non aveva mai capito il significato fin quando non ebbe occasione di leggere l’estratto integrale di nascita. Scoprì di essere nato da “donna che consente di essere nominata”.

Ha fatto molte ricerche ma si è sempre scontrato contro muri fatti di omertà e di norme giuridiche che tendono, almeno nello spirito della legge, a tutelare la donna che l’ha generato.

Ho riflettuto molto su questa situazione e documentandomi ho scoperto che in Italia sono almeno 400.000 le persone che si trovano in questa situazione. Almeno di quelli conosciuti.

Ci sono diverse proposte in parlamento per portare questi cento anni a venticinque ma, essendo nel nostro bel Paese, tutto è fermo.

Qualcuno pensa che questo sia un problema inesistente, basta leggere qualcosa sui social network.

Lascio immaginare quando per una visita medica il dottore chiede: “Mi parli della sua anamnesi familiare…”. E uno di quelle 400.000 personale dovrà rispondere per una famiglia biologica che non ha mai conosciuto.

Questo è uno solo degli imbarazzi.

Mi viene anche da pensare alla madre biologica e alla situazione che ha provocato quella situazione: era cosciente di quella dichiarazione o che sia stata obbligata contro la sua volontà?

In chiusura vorrei invitare i lettori a leggere il libro di Emilia Rosati “Frammenti Ricomposti, storia d’amore e giustizia” oltre a esprimere il loro parere su queste situazioni.

 

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