Consorzio Bonifica: la politica e l’odore del potere !!

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Affermare che il Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano sia un “fortino di potere” è come scoprire l’acqua calda. Da sempre, fin dalla sua nascita ormai persa nella notte dei tempi, il Consorzio di Bonifica è stato un punto d’arrivo e di partenza del potere; arrivo perché in esso sono stati cristallizzati molti personaggi scomodi che avrebbero potuto mettere in discussione le scalate di altri personaggi che avevano come traguardo obiettivi più grossi, partenza perché molti personaggi hanno utilizzato il Consorzio come trampolino di lancio. Insomma, quasi come a dire, che il Consorzio è stato sempre asservito alle necessità degli uomini di potere e non ha mai risposto (almeno all’apparenza) alle esigenze del territorio e della gente per le quali era stato fondato. Ma di questo avremo modo di parlarne, ed anche a lungo, nel corso di questa inchiesta che oggi è soltanto alla prima puntata.
Per renderla più attuale è necessario iniziare l’inchiesta partendo dalla fine, cioè dai fatti che stanno accadendo sotto gli occhi di tutti dal dicembre 2016 ad oggi. E per non contraddirmi mi corre l’obbligo di precisare che, nonostante tutto, la gestione dell’ex presidente Paolo Morello mi era apparsa sicuramente oculata e al di fuori di ogni logica di potere e/o di spartizione di interessi. Ma una rondine, si dice, non fa primavera; difatti Morello non si è neppure ricandidato e dalla caduta della precedente amministrazione è accaduto di tutto e di più.
Le elezioni del 18 dicembre 2016, senza fare nomi almeno per il momento, avevano portato ad una sedimentazione della politica in maniera molto netta attribuendo alla lista “Per la nostra terra” (di ispirazione PD) la stragrande maggioranza assoluta con ben 7 eletti contro i due della “Lista Fornino” e soltanto 1 alla lista “Uniti per la bonifica”.
Tutto lasciava pensare, anche al di là delle nomine istituzionali (3 della provincia e 1 della regione) che si sarebbe arrivati rapidamente alla composizione della giunta definitiva nell’ottica strategica di un PD (Partito Democratico) che governa quasi tutti i comuni rientranti nel Consorzio. E invece niente di fatto, il tempo scorreva e le antiche certezze di appartenenza scemavano. Perché ?, la risposta è semplice: perché nelle more dell’attesa il potere di un nuovo astro politico valdianese (Corrado Matera, ndr !!) andava sempre più crescendo e acquisendo consensi e nuove alleanze.
Sembra difatti che, fatta eccezione di 3 consiglieri eletti nella lista “Per la nostra terra” (di ispirazione PD), almeno quattro consiglieri eletti in quota PD siano transitati in quota UdC (un partito che ormai nel Vallo si legge “Unione di Corrado”), mentre due di quei tre siano sul piede di guerra e pronti a passare il Rubicone (alias Tanagro), e soltanto uno sia rimasto convintamente sulle sue posizioni di autonomia e indipendenza pur nella perplessità di dover fare ancora parte di un PD anonimamente immobile.
Questa situazione non è frutto della mia invenzione ma è il risultato ufficiale venuto fuori dal consiglio di amministrazione del Consorzio del 23 novembre scorso che, conteggiando anche i tre consiglieri istituzionali nominati dalla Provincia, ha storicizzato la seguente situazione: 8 esponenti di UdC (anche se con 2 malpancisti), 4 esponenti del PD (di cui uno che risponde direttamente solo ad un sindaco, e un altro che potrebbe presto passare con il “Partito di Corrado”), 1 esponente del centro destra (con chiare tendenze UdC). Insomma una situazione completamente ribaltata e stravolta rispetto al voto del 18 dicembre 2016 che aveva delineato uno schieramento politico che in un certo senso rispettava gli equilibri delle forze politiche operanti sul territorio valdianese.
E allora perché è accaduto tutto questo e perché potrebbero esserci nuovi sviluppi ancora più inquietanti ? Innanzitutto perché, ripeto, il Consorzio è stato utilizzato come un fortino di potere e poi anche perché nel Consorzio è venuto fuori ancora una volta l’antico vizietto dei politici-politicanti del Vallo di Diano, quello cioè di darsi battaglia a tutti i costi pur di conquistare maggiori fette di potere anche a discapito dell’attività istituzionale di un ente che è posto a tutela del territorio e dei suoi abitanti. E in questa battaglia conta poco essere del PD, dell’UdC, di Forza Italia, ecc.; è sufficiente schierarsi con l’uomo più forte di quel preciso momento storico per ottenere il massimo dei benefici, ed essere pronti a cambiare di nuovo bandiera alle prime folate di vento.
Ma a voler essere ancora più attenti osservatori, viene quasi naturale dire che il Consorzio e l’intero Vallo di Diano possono essere visti come una palestra dove ci si allena per la battaglia finale anche in sede regionale tra l’UdC di Cobellis e il PD di De Luca; ma questa potrebbe anche essere fantapolitica ed è giusto rimanere nei ristretti confini valdianesi.
Per concludere questa prima puntata è giusto osservare che qualcosa non quadra nel Consorzio, qualcosa non viene amministrata nel modo più giusto, legale e corretto; insomma, come dire, quando si pensa soltanto alle strategie politiche per il potere facilmente si scade di qualità e di trasparenza.
Sembra che il Consorzio abbia deliberato un’assunzione con contratto a tempo determinato (per tre anni !!) che ha fatto discutere parecchio; un’assunzione decisa dalla vecchia giunta provvisoria Fornino (nata subito dopo le elezioni del 2016) e reiterata dalla nuova giunta provvisoria (sempre di Fornino) scaturita da quello che passerà alla storia come il “golpe UdC”. Un solo consigliere si sarebbe opposto all’assunzione che grida vendetta; ma di questo ed anche del golpe vi rimando alla prossima puntata.

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