Acito: il coraggio di vincere

Aldo Bianchini
 

SALERNO – La sua volontà di andare oltre è rimasta splendidamente intatta, al di là di tutto e di tutti. Lo incontrai la prima volta, diversi anni fa, nella sede di Quarta Rete Tv a Capezzano dove era venuto per un colloquio conoscitivo ai fini di un’assunzione lavorativa part-time. Ascoltandolo mi resi subito conto che non sapeva niente di televisione né dal punto di vista giornalistico e né da quello tecnico. Mi colpì un qualcosa di indefinibile nel suo modo di porsi, ero di fronte ad un ragazzo ambizioso e pronto a qualsiasi tipo di lavoro senza abbandonare gli studi universitari; seguii il mio istinto ed anche contro il parere del mio editore gli firmai il contratto. Non mi sono mai pentito di quella scelta che nei mesi successivi mi confortò per i risultati lavorativi ed anche affettivi che Gerardo Valentino Acito (questo il suo nome) riuscì a darmi rilanciando dal punto di vista della vivacità una redazione quasi spenta. Nella sua vita ha avuto, prima e dopo il grave incidente, una giovanissima e bella ragazza di Torrione, Enza, al cui cospetto la proverbiale esuberanza di Gerardo si liquefaceva come neve al sole. La sua ragazza lo aveva sorretto, incoraggiato e spinto fino alla laurea ottenuta senza tanti strombazzamenti per superare più se stesso che gli altri. Una infanzia non molto facile per Gerardo che era stato costretto, fin da bambino, a prendere coscienza della realtà della vita che in alcuni casi appare difficile ed insormontabile.
Avendolo conosciuto a fondo posso affermare, oggiAggiungi un appuntamento per oggi come oggiAggiungi un appuntamento per oggi, che Gerardo Valentino Acito si è fatto da solo; e ci è riuscito seguendo il suo istinto che lo ha portato ad essere impulsivo, volenteroso, affettuoso, riflessivo, esuberante e fermo nella sua convinzione di farcela.
Poi ebbe il suo primo incarico lavorativo sicuro in Sardegna e logicamente lasciò la redazione di Quarta Rete. Pochissimi i giorni di piena ed assoluta felicità in terra sarda, con l’esuberanza di sempre cavalcava la sua motocicletta per andare al lavoro ogni mattina. Infine la terribile tragedia stradale, come spesso accade ai giovani; appresi per telefono dalla voce di Enza, rotta dall’emozione, la terribile tragedia. Poi la lunga permanenza nello stato comatoso, il risveglio, la difficile ripresa, la vicinanza continua e costante di Enza; così giorno dopo giorno Gerardo è ritornato lentamente alla vita, in carrozzella ma alla vita. E la sua esuberanza non si è fatta attendere né pregare, ed è riemersa sul viso raggiante di Gerardo che dedica il suo tempo anche al suo prossimo, a quelli che non hanno la sua forza fisica – psicologica e di volontà; lo fa con il suo intatto spirito di sempre, lo fa perché ci crede, lo fa perché è tranquillo nell’attesa di quel giorno non lontano in cui potrà di nuovo rimettere i piedi per terra e riprendere la sua strada di vita bruscamente interrotta da quel maledetto incidente. Poi lentamente ha ripreso la pratica della sua antica passione, la pesistica come ragione di vita, la pesistica paralimpica in maniera più spiccata e razionale. Con un obiettivo: la nazionale italiana per la quale ha già partecipato ad un raduno a Savona nel novembre del 2012 sotto la guida attenta e professionale del suo coach Luigi Di Maio dell’ APD Bu Sen Salerno che è stato capace di raccogliere e migliorare quanto di buono Gerardo aveva già maturato alla scuola di Sonia Doto della Nuova Polisportiva Bellizzi.
E’ ancora sulla panca Gerardo, e con la panca spera di arrivare come elemento fisso della nazionale italiana per il grande balzo olimpico; gli estremi ci sono tutti, molto dipenderà dalla forza di volontà di rimanere ancora per un po’ attaccato alla sua panca prima di mettere i piedi per terra in maniera definitiva.
Nel frattempo, dopo il primo posto del 2016 con relativo titolo italiano, ecco il terzo posto “bronzo” nella kermesse dei Castelli Romani a conferma e consolidamento delle posizioni di alto livello.
Per assurdo, nel caso di Gerardo, è possibile affermare che la sua disabilità ha messo in circolazione tutti gli ormoni giusti per la conquista di importantissimi traguardi nello sport così come nella vita. Del resto la vicenda umana e la storia sportiva di Gerardo Valentino Acito è ancora tutta da scrivere.

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