il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

Politiche 2018: le lettera di Conte a De Luca

Aldo Bianchini

SALERNO – Il 22 dicembre scorso il quotidiano “La Citta’” ha pubblicato nella rubrica “La piazza” una lunga lettera dell’ex inistro Carmelo Conte all’attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca, una lettera piena di storia e di ricordi del bel periodo socialista, una lettera che condivido pienamente fatta eccezione di un punto che poi cerchero’ di chiarire.

            La premessa della condivisione e’ necessaria, altrimenti il mio intervento potrebbe essere scambiato soltanto per una critica forzata in danno dell’intervento dell’ex ministro socialista. Il mio e’ certamente un intervento critico finalizzato all’analisi spietata del fenomeno politico che abbiamo vissuto negli anni 80 e che viviamo nel presente. Troppo breve la stagione contiana per poter abilitare il suo carismatico padre-padrone a ricordare a tutti le cose buone di quel periodo ed a criticare il lungo periodo deluchiano (una stagione che dura da 24 anni senza alcuna flessione).

            Certo siamo in campagna elettorale ed ogni mossa strategica puo’ valere qualche voto in piu’, anche perche’ De Luca non si sconfigge soltanto pubblicando una lettera su un giornale che, nelle vesti di Ponzio Pilato, la pubblica e doverosamente non la commenta. Questo non e’ il giusto messaggio mediatico per sperare di battere il kaimano; mi meraviglio che Carmelo Conte (mio indiscusso riferimento politico per moltissimi anni) non sappia che cosi’ non si va da nessuna parte soprattutto perche’, al di la’ di riunioni tra vecchi compagni con l’aspirazione di risorgere dal camposanto politico, non vedo all’orizzonte nessun preciso segnale di una nuova stagione di progetti, di risorse, di lavoro, insomma di rilancio effettivo dell’intera comunita’ salernitana. La strategia scelta da Conte per combattere De Luca con la segreta speranza di strappargli almeno un posto in parlamento, e’ sicuramente quella sbagliata in quanto non riuscira’ ad enrare nell’immaginario collettivo ed a cambiare l’opinione di ognuno sulle qualita’ e/o sulle deficienze del governatore.

            La gente non ci crede piu’ nel ritorno al passato e preferisce rimanere ancorata alle “parole che pretendono di creare le cose” di De Luca se dall’altra parte non c’e’ un progetto solido e convincente, sia esso di destra che di sinistra.

            E’ vero che tutte le opere pubbliche di oggi appartengono all’era socialista che se non le aveva completate le aveva debitam/89)ene avviate, cosi’ come e’ vero che quasi tutte le imprese strutturali avviate da De Luca sono rimaste ferme al palo; e’ giusto ancghe ricordare la distruzione delle cotoniere meridionali per far posto ad una chiara speculazione edilizia,le concessioni edilizie a pioggia e senza criterio se non quello del cemento (hai !! come e’ triste ricordare la delibera 71/89), il Grand Hotel  , i mini grattacieli dell’Arechi, per arrivare alla grande colata di cemento in una citta’ che, invece, regredisce come popolazione residente e le case restano sfitte o invendute.

            Ma ricordare tutto questo a cosa porta ? Certamente non alla sconfitta di De Luca, perche’ per l’elettore comune tutto questo non conta piu’  si illude facilmente di avere marciapiedi piu’ larghi sulla carta, spazi verdi non curati, fontane che non funzionano, palme che non crescono e finanche i pinguini sugli scogli del lungomare (cosa veramente ridicola); e se i marciapiedi sono pochi e stretti, se gli spazi verdi non sono curati, se le fontane non funzionano, se le palme non crescono e se i pinguini sono immobili e ridicoli la colpa e’ sempredi qualche altro, mai dell’ex sindaco ed attuale governatore.

            L’ex ministro Conte dovrebbe saperlo benissimo che tutto questo non porta da nessuna ma insiste ugualmente in una strategia del ricordo che spesso assume toni melanconici e tristi, pet non dire quasi patetici. Se non lo sa e’ fuori dalla storia politica contemporanea e, quindi, impossibilitato a competere con De Luca, neppure sul piano squisitamente dialettico.

            Una spiegazione a tutto questo c’e’ e la conoscono benissimo entrambi i personaggi di cui al presente articolo; la spiegazione sta tutta nella tangentopoli salernitana (falsa, presunta o vera che sia !!) che tra il ’92 e il ’94 ha scavato un solco profondo nell’immaginario collettivo della gente tra il passato e il presente ed e’ accaduto sul piano politico proprio quello che i magistrati dell’epoca volevano: la distruzione di un’intera classe politica con alcune rarissime e doverose eccezioni. Una di queste e’ caduta su Salerno e si chiama Vincenzo De Luca che, piaccia o meno, almeno sa usare “le parole pretendendo di creare le cose”. La storia di questi ultimi 24 anni e’ tutta dalla sua parte ed ai suoi piedi si sono piegate anche alcune Procure della Repubblica, ed anche questa e’ storia. Ma il trattamento ottenuto probabilmente se lo e’ meritato per via del saggio utilizzo delle parole che non hanno mai vacillato neppure di fronte alla verita’.

            Chiunque oggi abbia velleita’ politiche deve sapere (compreso Conte) che, per battere De Luca e cambiare il modo di amministrare la cosa pubbica, e’ necessario possedere un grosso bagaglio di esperienza e di progettualita’ e, soprattutto, parlare di futuro e mai del passato.

            Su un punto non sono assolutamente d’accordo con Carmelo Conte, la gente a Salerno non ha paura di ritorsioni e non conosce la logica del cappello in mano; una frase scritta forse alla leggera che puo’ offrire al kaimano un’arma micidiale per distruggere definitivamente Conte che, e’ giusto ricordare, in passato ha gia’ avuto a che fare con De Luca.

1 Commento

  1. Prima di tutto, carissimo Direttore, i migliori Auguri per un anno SPLENDIDO, come merita Lei e la Sua Creatura, Il Quotidiano.
    A volte la vita costringe a lunghi silenzi , ma anche i “silenzi” parlano tra persone che si stimano e io La stimo moltissimo.
    Fatti questi doverosi e desiderati, preamboli veniamo al commento.
    Carmelo Conte è stato e resta un Grande della Politica Salernitana, nessuno è volato più in alto di Lui, ma anche Lui ha commesso piccoli errori strategici, secondo il mio modesto punto di vista , e cioè accanirsi contro la Povera Democrazia Cristiana , preferendovi il PCI.
    Alla “Creatura”,……..il “Golem” Vincenzo, anche Lui ha dato il latte per farlo crescere , e il “mostro” è cresciuto divorando tutto e tutti: Sales,De Simone,Conte stesso, senza pietà e con cinismo cronometrico macchiavvelico (Ricorda Mario De Biase?), ma non ho niente contro De Luca, che è un fuoriclasse della “Politica”,forse uno degli ultimi politici veri, che si è fatto le ossa e formato nelle sezioni,che conosce il territorio,sa dove comprare la “frittura di paranza”,ma tranne che “BRAVO”,non gli si può dire ,onestamente niente di più.L’onorevole Carmelo,non ricorda le Sue crociate contro Francesco Curci,Pasquale Acocella,Vincenzo Casalino?Di che si lamenta? L’allievo ha superato il Maestro, e poi a volerla dire tutta a metterlo in un angolo, che chiaramente non può che stargli stretto, per uno come Lui che ha vissuti i fasti del Craxismo,non è stato Vincenzo,ma la storia di una parte invadente della Magistratura, che tirando furi accuse infamanti e inverosimili,L’ha consegnato al triste destino del PSI nel suo insieme.Cade Craxi,Conte resta orfano.
    Nemmeno il sacrificio del Conte,novello Abramo,del figlio Federico sull’altare del nume Vincenzo è servito a sedare la pantoclastia dello stesso.Dovrebbe,anzi ne sono sisuro,che ha compreso che De Luca non regge il paragone e lo teme e non avrebbe mai e poi mai, consentito un ritorno in campo,sia pure per interposte persone.De Napoli, un altra cretura di Conte ,si, Federico, assolutamente NO.Illustre Onorevole ,purtroppo la riconoscenza non alberga nel regno di Vincenzo I,si deve rassegnare,questo passa il convento e Lei è stato scomunicato a divinis,per colpe mai commesse. Un affettuosissimo saluto.Lei di “Classe” ne ha da vendere,ma oggi viviamo in un mondo di mezzo,irremediabilmente liquido,dove galleggia chi ha un peso specifico poco o molto prossimo allo “O” assoluto.
    Mi consento un affettuoso saluto anche al Grande Direttore.,congedantomi con un mini pensiero : “non sempre è il migliore a primeggiare,molte volte,spesso,quasi sempre,primeggia il furbo,lo scaltro,il cinico”…………..,e il Kaimano,da politico di razza lo è.Cordialmente.

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