FANPAGE / RIFIUTI: i monatti della giustizia

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Basito, anche io come Raffaele Cantone (presidente nazionale ANAC); per questo mio commento parto proprio dalla dichiarazione resa al GR Rai delle ore 8.00 di martedì 20 febbraio 2018 (ripresa da salernonotizie.it) quando dice: “Sono basito, non avrei mai pensato che certi metodi di smaltimento illegale dei rifiuti continuassero, forse sono stato ingenuo, ma vedere il filmato in cui un delinquente criminale afferma di smaltire i fanghi buttandoli nelle fogne, mi ha colpito molto”.

            Dopo la dichiarazione di Cantone c’è stata la diffusione di un altro video (il terzo) con il camorrista che consegna una valigetta con 50mila euro (fantasmi !!) al presidente della SMA (una società mista creata dalla Regione) Sergio Iacolare con le conseguenti, quasi immediate, dimissioni dello stesso Iacolare; e la storia non finisce certamente qui..

            Nel corso della tangentopoli di 25 anni fa un giornalista di vaglia mi spiegò (e gli sono ancora grato) che un’inchiesta giornalistica deve necessariamente essere pubblicizzata a pezzi e il giornalista deve garantirsi sempre e comunque un ritorno sull’argomento.

            Ne deduco che i filmati in possesso di Fanpage non si fermeranno a tre e che, come un contagocce, ad ogni filmato qualcuno deve scappare via dalla sua poltrona per cercare di alleggerire la sua personale posizione penale.

            Sono convinto che l’inchiesta di Fanpage, condotta dal direttore Francesco Piccinini (e da alcuni suoi collaboratori tra i quali la brava Gaia Bozza aggredita a Salerno nel corso della convention PD di domenica 18 febbraio scorso) avrà altri momenti drammatici di pubblicizzazioni di filmati e di rivelazioni; anche perché l’inchiesta c’è già tutta e se viene sapientemente distribuita a puntate è soltanto per obbedire ad una legge non scritta che fa del giornalismo l’unico baluardo di legalità in un Paese distrutto in ogni suo aspetto di immagine verso l’esterno.

            Pensare e credere, come ha confessato Cantone, che lo smaltimento dei rifiuti illegali fosse svanito soltanto perché al posto di governatore era arrivato De Luca è come confessare di essere alunni delle scuole elementari. Pensare e credere che l’attività malavitosa più lucrosa fosse svanita nel nulla dopo decenni di pratica quasi incontrollata è davvero come dire di essere qualcosa di più che semplici ”ingenui”.

            Sicuramente non è colpa di De Luca se lo smaltimento illegale continua quanto meno in maniera identica al passato, sicuramente De Luca non poteva mettersi in strada con il fucile in mano per bloccare il traffico; ma altrettanto certamente non è stato e non è produttivo mettersi a gridare ai quattro venti contro i giornalisti, contro la camorra e contro le istituzioni in genere.

Dobbiamo soltanto aspettare per vedere e registrare le future immancabili mosse da parte di tutti ma, soprattutto, da parte della coraggiosa redazione di Fanpage che a questo punto deve andare avanti, costi che quel che costi.

            Nell’attesa, nulla mi impedisce di prefigurare una scena, per certi versi drammatica e disumana, nella quale si muovono i monatti dotati di carretto per raccogliere i cadaveri di politici, amministratori, dirigenti, funzionari, camorristi e delinquenti comuni. Sarò anche un sognatore ma io la vedo così, con tutti i malfattori che si lanciano da balconi e finestre per abbandonare il palazzo in fiamme.

            Il monatto di manzoniana memoria era un addetto pubblico che nei periodi di epidemia pestilenziale era incaricato dai comuni di trasportare nei lazzaretti i malati o i cadaveri. Di solito, i monatti erano persone condannate a morte, carcerati, o persone guarite dal morbo e così immuni da esso.

            Quello di Fanpage non è un infiltrato irregolare, è un monatto che quella redazione ha utilizzato nel miglior modo possibile dandogli la possibilità di lanciare una rete a strascico per prendere tutto quello che era possibile prendere; del resto le inchieste a strascico della magistratura ufficiale che cosa sono se non tentativi investigativi che spesso vanno oltre le regole del gioco

            Ieri sera su La/7 è andato in onda il quarto filmato confezionato e spiegato da Enrico Mentana; chi vuole capire capisca. Ma sono in arrivo sicuramente anche altri filmati, e la storia continua.

            Ecco, la redazione di Fanpage per fare tutto questo ha, giustamente, utilizzato un monatto (ovvero il camorrista pentito e ritornato -si dice- ad una vita dignitosa) per seminare il panico e raccogliere morti e feriti da scaraventare nel tritacarne non mediatico ma della giustizia di questo Paese che spesso ha bisogno di una spinta per mettersi in moto.

            La spinta, questa volta, l’ha data Fanpage; ed è una spinta quasi mortale perché l’inchiesta è soltanto alle prime battute.

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