Fonderie Pisano: la strategia politica del VAS-VIA-VI

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un’altra vergognosa sceneggiata è andata in onda sulle frequenze della Regione Campania che dopo gli scossoni tumultuosi propinatele dall’inchiesta giornalistica Fanpage è corsa ai ripari e, per non perdere ulteriore terreno elettorale, contraddicendo se stessa ha confezionato il velenoso regalo pre-elettorale per un centinaio di lavoratori che, di fronte, alle migliaia di residente valgono veramente poco nel segreto delle urne.

            Parlo, ovviamente, di revoca dell’ AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che la Regione nella giornata del 22 febbraio scorso ha notificato, contro ogni previsione, ai vertici societari della Fonderie Pisano spa con stabilimento in località Fratte di Salerno; un provvedimento che ha provocato l’immediato spegnimento dei forni e il blocco di ogni attività con conseguente invio a casa dei lavoratori che avranno così, tutto il tempo necessario per rivedere e rimodulare il loro voto.

            Prudenza avrebbe voluto che un provvedimento del genere venisse notificato, se davvero doveva essere notificato, dopo le elezioni anche se avrebbe evidenziato una lentezza decisionale, se non proprio grande incertezza, da parte del governatore De Luca che, invece, con la notifica pre-elettorale ha ripreso un pò di fiato ed  ha riconquistato anche un pò di terreno elettorale rispetto all’accerchiamento politico-giudiziario che sta vivendo sulle proprie spalle in queste ultime settimane di campagna elettorale.

            A ben vedere, quindi, la revoca dell’ AIA, a tutto danno delle Fonderie Pisano, potrebbe essere attribuita ad una scellerata scelta politica, forzata anche dagli eventi che nulla hanno a che fare con il problema della permanenza in sito dello stabilimento industriale oggetto di una lotta serrata (e a mio parere anche dissennata !!) da parte dell’associazione Salute e Vita capeggiata da Lorenzo Forte (ma anche del Codacons ed altri !!) che, nel pomeriggio di ieri sabato 24 febbraio, avrebbe anche brindato in piazza plaudendo alla decisione regionale e, indirettamente, anche alla probabilissima perdita del posto di lavoro di un centinaio di lavoratori.

            Le penna che ha scritto il provvedimento di revoca è abilissima, da grande amministrativista, perché in punta di diritto è stata capace di insinuarsi con grande abilità discorsiva nel sistema informativo tra le diverse, e spesso controverse, procedure di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione di Incidenza (VI). Regione Campania. Il Sistema Informativo è uno strumento di informazione e partecipazione alle procedure di Valutazione Ambientale Strategica.

            Cosa dire di queste intricate procedure; nella storia recente molto spesso hanno dato l’abbrivio a mostruose ma argillose inchieste giudiziarie ed ancora più spesso hanno impedito il normale sviluppo dei progetti che le aziende industriali, come nel caso delle Fonderie Pisano, sono state costrette a bloccare sul nascere arrecando danni serissimi anche alla crescita occupazionale di interi territori.

            Ma se dette procedure sono, per loro stessa costruzione, particolarmente intricate – complesse e contraddittorie dovrebbe anche esserci la possibilità di risolvere positivamente lo stop imposto dalla revoca dell’autorizzazione; gli spiragli emergono, del resto, dallo stesso documento notificato dalla Regione ai vertici delle Fonderie (e lì sta tutta l’abilità di chi ha redatto il provvedimento !!); tanto è vero che Mario Pisano, nel contesto della nota stampa diffusa ieri, ha testualmente scritto: “Naturalmente, come prevede la normativa vigente, valuteremo con attenzione in queste ore la proposizione del ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale”.

            A monte della nota stampa, e nel cotesto di essa la si legge, c’è tanta rabbia da parte dei vertici della Pisano che, comunque, sono riusciti a mantenere un equilibrio istituzionale davvero encomiabile e, pur evidenziando la stortura dei tempi decisionali che hanno impedito l’esame di tutte le accorte posizioni e addirittura del “progetto di miglioramento” che le Fonderie avevano presentato in Regione 18 mesi fa, sintetizzabile in alcuni stralci della nota stampa dell’azienda: “”.Tale risposta è giunta solo 18 mesi dopo avere presentato il nostro progetto di miglioramento dell’impatto ambientale, che non si è potuto realizzare in quanto non autorizzato … In pratica ci è stata imposta una procedura non dovuta di fronte alla presentazione di un progetto di miglioramento elaborato da eminenti professionisti apprezzati a livello nazionale ed europeo … Ciò nonostante, anche in sede di confronto sulla Via-Vi è stata offerta la massima disponibilità per ogni intervento tecnico ritenuto opportuno dalle Autorità Competenti come dimostrano le nostre note documentali … In questo momento il pensiero non può non andare principalmente alle maestranze. Nelle prossime ore avvieremo contatti con gli Enti competenti e le organizzazioni sindacali per verificare i percorsi attivabili in relazione agli ammortizzatori sociali ai quali è possibile fare ricorso”.       

            Dispiace davvero mettere l’accento su come le esigenze politico-elettorali possano scavalcare e calpestare non solo il buon senso ma anche la tenuta dei rapporto che sempre la politica dovrebbe mantenere con la parte datoriale al fine di salvare le maestranze e l’occupazione. Anche perché le Fonderie Pisano hanno da tempo annunciato e ribadito la loro intenzione di rimanere in provincia di Salerno senza fuggire verso le terre promesse dell’est europeo.

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