Consac-Garl srl: quando si fermano i tribunali e le question-time

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Un’inchiesta giornalistica è, di per se, lunga ed articolata e nell’assicurare una non ripetitività bisogna spesso fare largo alla cronaca che irrompe sul racconto.

E la cronaca ha fatto irruzione anche in questa puntata della vicenda strana ed inquietante denominata “Consac – Garl srl” relativamente all’impianto regionale di sollevamento delle acque “Polla – Caggiano” che è stato gestito dalla Garl srl fino al 28 ottobre 2016 e che doveva, per cooptazione di legge, essere incamerata dalla più grande Consac/Ato-4 di Vallo della Lucania che è e rimane un grosso carrozzone politico ideato e gestito in maniera assolutamente clientelare; e che invece non è transito ed a pagarne le spese sono stati, almeno fino a questo momento soltanto i nove lavoratori impegnati nell’avamposto di Caggiano che ore viene supportato, all’occorrenza ed a chiamata, dal Consac con notevoli ritardi e disagi per gli utenti.

Le istituzioni, quelle con la presunta “I” maiuscola in questa vicenda stanno facendo di tutto per far passare e consolidare nella mente dei lavoratori rimasti disoccupati il messaggio che il marcio c’è e che detto marcio arriva dappertutto, dai tribunali alle sedi politiche.

Nonostante gli sforzi e le continue richieste i nove lavoratori, fino ad oggi, non sono stati messi nella condizione di sapere a che punto, e in quale fase giudiziaria, si è arenato il procedimento penale aperto su denuncia degli stessi lavoratori contro il Consac per la mancata assunzione che, per legge, doveva essere un semplice assorbimento di mano d’opera; tanto che alcuni di loro neppurte sommessamente si chiedono se la politica è stata capace di ramificare le sue radici anche in un tribunale della Repubblica che nella fattispecie è quello di Vallo della Lucania perché lì ha sede legale il Consac. Eppure esiste, ed è tuttora vigente, una cospicua legiferazione regionale che ordina l’assorbimento di detti lavoratori nell’organismo più grande che ha già assorbito altre società alle quali era stato in passato delegato il servizio della tutela delle acque regionali. Ed a nulla dovrebbe, oggi, valere il principio secondo cui la Pubblica Amministrazione (P.A.) non può assumere dipendenti se non con regolare concorso; perché non si tratta di nuova assunzione ma di assorbimento secondo il principio consolidato del passaggio di cantiere.

Ma la sceneggiata più grave ed incomprensibile è andata in scena, ieri mattina 21 marzo 2018, nella sede del Consiglio Regionale della Campania dove si doveva tenere un apposito question-time per dare risposte immediate ai nove lavoratori in attesa. L’incontro era stato richiesto ed organizzato dal consigliere regionale del Mov.5-S, Gennaro Saiello (componente della Commissione sburocratizzazione e informatizzazione della P.A.). Al question time dovevano presentarsi il presidente Vincenzo De Luca, il vice presidente Fulvio Bonavitacola, e l’assessore al lavoro Sonia Palmieri. All’ora fissata, però, c’era soltanto il consigliere penta stellato Saiello che nel rispetto del mandato ricevuto dai lavoratori e nell’ottica della politica del movimento ha, comunque, ribadito dinanzi ai lavoratori il suo totale impegno per la risoluzione del grave problema finchè lo stesso non arriverà a soluzione. Grazie a Saiello i nove lavoratori hanno anche avuto la possibilità di rilasciare dichiarazioni alla stampa interessata.

Non rimane che prendere atto di questo ennesimo atto di arroganza di potere del presidente e degli assessori interessati che, nonostante la marea elettorale che li ha travolti, in maniera quasi supponente non hanno ritenuto neppure di scambiare qualche parola per rassicurare i nove lavoratori e le loro famiglie, almeno sull’interesse che la Regione porrà per la risoluzione del problema.

Nella prossima puntata cercheremo di capire che fine ha fatto l’inchiesta avviata dal capitano dei Carabinieri di Sala Consilina, Davide Acquaviva, e trasmessa per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Lagonegro.

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