Dallo stesso ventre

 

Aldo Bianchini

TORRACA (SA) – Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre del 2014 a Vibonati si consumò uno dei delitti più efferati di questi ultimi anni, Un altro femminicidio in cui rimase vittima Pierangela Gareffa ad opera del marito Efisio Sandro Pili che dopo averla accoltellata la lasciò morire dissanguata in maniera lenta ed inesorabile. L’arresto, il processo e la condanna seguirono negli anni quella oscura e paurosa vicenda in un paese tra i più belli della costa sud cilentana in pieno golfo di Policastro e Sapri.

A distanza di qualche anno arriva il libro di Alessandro Cirigliano dal titolo “Dallo stesso ventre” per immortalare e ricordare, per sempre, quel momento molto buio della nostra vita associativa.

Il libro è stata presente al grande pubblico lo scorso 28 marzo 2018 nel Castello Baronale Palamolla di Torraca in provincia di Salerno ad opera delle associazioni “Mai più lucrezia” con l’avvocato Giovanni Falci e “Senonoraquando” con la professoressa Marisa Arienzo, e con il patrocinio della Regione Campania, dei comuni di Sapri e Torraca e della onlus “Più unici che rari”.

Hanno aperto i lavori di sindaci di Sapri (Antonio Gentile) e di Torraca (Francesco Bianco); le relazioni sono state svolte dall’avv. Giovanni Falci, dalla prof.ssa Marisa Arienzo e dalla dott.ssa Maura Stassano (Presidente della Corte d’Appello di Potenza), ha concluso i lavori l’on. Loredana Raia (consigliera regionale della Basilicata con delega alle pari opportunità). Infine l’autore, Alessandro Cirigliano, ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il suo impegno ricostruttivo di quella tragica vicenda nel tentativo di fermare nella storia il ricordo di una donna e del suo sacrificio.

Nel corso della giornata sono stati venduti anche molte uova pasquali e il ricavato è stato devoluto per la ricerca sulla Sindrome di Alexander che è una patologia neurodegenerativa rara degli astrociti, una malattia che comprende due forme cliniche che si manifestano con segni di gravità variabile, comprendenti la macrocefalia, l’atassia, le convulsioni.

Si è dibattuto molto sul “fondo di garanzia per le vittime dei reati violenti” e su questo argomento, delicato e complesso, si è impegnato con grande enfasi l’avv. Giovanni Falci che, come sempre, ha sfoderato tutta la sua classe forense attaccando a testa bassa il governo del nostro Paese che è da sempre in netto ritardo rispetto agli altri Paesi della Unione Europea:

L’Italia è stata condannata due o tre volte dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo perché era l’unico Stato membro a non avere istituito un fondo di garanzia per le vittime di reati violenti. In effetti cosa accadeva negli altri paesi: se il responsabile di un reato violento, di genere, non era in grado di risarcire la vittima perché indigente o quant’altro, lo Stato si faceva carico di tale indennizzo. In Italia questo non avveniva e dunque la Corte EDU ci condannava sempre, al punto che i Giudici italiani iniziavano a condannare direttamente il Presidente del Consiglio dei Ministri a risarcire le vittime in caso di inadempimento dei responsabili, applicando i principi delle sentenze della Corte di Giustizia e la Direttiva”.

Ma l’avv. Falci non si è fermato qui e pubblicizzando le sue idee politiche di sinistra non si è fatto pregare nel bacchettare alcuni ministri del dimissionario governo, tutti appartenenti al P.D.: “Con Decreto Ministeriale del 31 agosto 2017 i signori Ministri Orlando, Padoan e Minniti tutti del partito che ho votato sia chiaro, la mia non è propaganda elettorale o voler tirare acqua al mulino di una parte politica, (io ho votato questo partito, perciò sono ancora più arrabbiato), io sto in questo mulino, ma voglio buttare via l’acqua sporca dal mulino, questi 3 ministri della Repubblica stabiliscono che, udite, udite, alle vittime di reati violenti sarà corrisposta la somma di € 8.200 per i figli e € 7.200 per omicidio commesso dal coniuge. PAZZESCO! A fronte della direttiva europea che stabiliva che l’indennizzo dei reati violenti dovesse essere equo e adeguato, lo Stato italiano nelle persone di quei 3 ministri, ha ritenuto di fare i prezzi fissi come alla Standa. Se ti uccide la Mafia, se ti investe un pirata della strada, se ti tira il collo uno strozzino, tu non hai problemi, lo Stato, se il colpevole non paga ti indennizza adeguatamente e con equità. SE PERÒ TI UCCIDE TUO MARITO L’EREDE, LA MADRE RICEVE O 7 O 8000 EURO. VERGOGNA!”.

Al legislatore si sostituiranno i giudici e gli avvocati –ha detto Falci- per dare impulso alla giustizia per ripristinare il diritto di tutti; ed a tal fine l’avv. Giovanni Falci ha annunciato un nuovo ed interessantissimo convegno: “SIGNORI POLITICI PRESENTI FATEVI CARICO DI QUESTA ESIGENZA, DI ABOLIRE IL MISFATTO, FATE OPERA DI PULIZIA, PRENDETE LE DISTANZE DA SIMILI PERSONE. QUESTO SARA’ IL PROSSIMO CONVEGNO CHE SVOLGEREMO A GIUGNO A SAPRI LA MATTINA E A TORRACA IL POMERIGGIO DAL TEMA: DIRITTO ALL’OBLIO E DOVERE DELLA MEMORIA. Ci sarà l’ordine nazionale dei giornalisti, l’UNISA, l’UNINA 2, la Università della Sorbona, l’Unesco, la Cassazione (Vito di Nicola), filosofi, giuristi e giornalisti. Il tutto da questa mia riflessione al convegno: Occorre, a questo punto, aprire una riflessione su questi ricordi, una riflessione che ci viene stimolata da alcune sentenze della Corte di Giustizia Europea che hanno riconosciuto l’esistenza di un DIRITTO ALL’OBLIO. La Corte EDU ha cioè sancito che una persona può ottenere il diritto a che il fatto di cronaca di cui è stato protagonista, venga dimenticato e quindi cancellato dai motori di ricerca del web e dalla stampa in generale. In effetti una sorta di tutela avanzata della privacy. A questo diritto all’oblio però bisogna contrapporre il DOVERE DELLA MEMORIA. La memoria è stata sempre la chiave di lettura della nostra società. Dai primi graffiti preistorici della grotta di Altamira fino a Internet l’avanzamento della democrazia è stato sempre accompagnato dalla diffusione della cultura e quindi della memoria storica. Pensate al frate Jorge de Burgos del celebre romanzo “in nome della rosa” geloso custode dei manoscritti. Allora, il diritto all’oblio contrapposto al dovere della memoria ci pone difronte a forze contrapposte in cerca di equilibri, gli stessi equilibri come tra libertà e sicurezza affrontati da grandi pensatori quali il padre della “società liquida” Bauman. All’aumentare di una diminuisce l’altra inevitabilmente”.

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