Elezioni 2018: e se finisse con l’accordo tra Batman e Robin?

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Un sabato mattina un po’ ventoso impreziosito, però, da un sole cocente (forse il primo della primavera pressante), i tavolini della terrazza della Lega Navale Italiana del sottopiazza della Concordia, un gruppo di amici e conoscenti intenti a chiacchierare di politica.            Questo il set (fatto non da jet ma di sereni professionisti) in cui, grazie allo stratega e vero ispiratore del gruppo sulla cui identità voglio ancora mantenere l’anonimato, nasce  e prende subito piede  l’ipotesi sulla probabile conclusione delle trattative per la formazione del nuovo governo nazionale.

            L’ipotesi, per il momento frutto più della fantasia che della realtà, prende spunto da alcuni passaggi pubblici della politica nazionale:

1)      in promo luogo  dal rinvio su richiesta della componente Matteo Renzi dell’assemblea nazionale del Partito Democratico che ha come effetto la cristallizzazione della situazione di un partito senza un segretario effettivo e con un renzismo ancora imperante e dominante;

2)      il duro scontro tra il Mov. 5 Stelle (Alessandro Di Battista) e Forza Italia (Silvio Berlusconi) che ha come effetto la paralisi delle trattative con il Centro destra e con la Lega in particolare;

3)      la riluttanza di Matteo Salvini a schierarsi per l’uno o per l’altro;

4)      la palese ostilità dei Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni) nei confronti del Mov. 5 S;

5)      la decisa posizione di Berlusconi e l’incerta ma ancora troppo radicale scelta di Salvini sullo scacchiere internazionale anche per la crisi siriana;

6)      la chiara idea del presidente Mattarella di lasciare il Paese in mani esperte;

7)      il timore da parte di tutti di infilarsi in un gioco rischiosissimo con i penta-stellati;

8)      l’incartata in cui sembra essere precipitato il movimento di Beppe Grillo

            Tutti elementi, ma a questi potrebbero aggiungersene altri, che lasciano pensare ad una riedizione più o meno mascherata del famoso o famigerato “patto del Nazareno” con alle spalle, questa volta, due grandi registi come Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e con un premier molto probabile come Giancarlo Giorgetti (laurea alla Bocconi in economia, pacato, mai polemico, astuto quel tanto che basta e con tanti amici importanti, in parlamento da vent’anni, sopravvissuto alla caduta di Bossi del quale era fervido sostenitore) che è il vero stratega della Lega di Salvini.

            Se così fosse, Matteo Renzi (Robin) si salverebbe, Silvio Berlusconi (Batman) continuerebbe a navigare mari tranquilli, Salvini rimarrebbe saldamente alla testa del centro destra, le alleanze internazionali si riconsoliderebbero, il capo dello stato avrebbe risposto in pieno al dettato della legge elettorale che favorisce le coalizioni pre e post elettorali, e il Movimento 5 Stelle rimarrebbe alle porte per un altro giro nel corso del quale potrebbe pacatamente (si fa per dire !!) sparare le sue cartucce contro i padroni e i politicanti di sempre ed avere il tempo di preparasi alla vittoria finale.

            Insomma tutti felici e contenti.

            Perché non allargare la discussione nata sulle terrazze della Lega Navale Italiana e fare in modo che anche tu possa esprimere una precisa opinione; è sufficiente commentare nell’apposito spazio sottostante ovvero inviare un whatsapp attraverso il link del giornale.

2 thoughts on “Elezioni 2018: e se finisse con l’accordo tra Batman e Robin?

  1. Mi sembra un’ipotesi plausibile ma difficilmente realizzabile.
    Antiche rivalità, ataviche contrapposizioni, invidie insormontabili ed altro ancora, che in passato hanno caratterizzato il percorso politico dei due protagonisti B&R, metterebbero in moto rapidamente un esercito di sabotatori, pronti a far fallire ogni tipo di accordo.
    Solo un miracolo o il buon senso ispirato da una persuasiva azione del Presidente potrebbero dare un esito positivo all’impresa.

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