AL “BAMBINO GESU’” UNA PAZIENTE DI 3 ANNI SALVATA CON UN MINI-CUORE ARTIFICIALE

 

 

 

Da Uff. Stampa

A guidare l’operazione è stato il cardiochirurgo Antonio Amodeo, grande amico di Giffoni Experience e Aura, tra gli ospiti della 42esima edizione del Giffoni Film Festival

Un mini-cuore artificiale ha salvato la vita di una bimba di 3 anni. È successo all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che ha ottenuto un’autorizzazione straordinaria per l’utilizzo di un dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare. A guidare l’operazione, con maestria e delicatezza, è stato il cardiochirurgo Antonio Amodeo, grande amico di Giffoni Experience e Aura, tra gli ospiti della 42esima edizione del Giffoni Film Festival.

La bimba era affetta da miocardiopatia dilatativa ed è attualmente in lista di trapianto di cuore. Operata il 2 febbraio, le sue condizioni sono buone. Quello installato dall’équipe medica è un mini-cuore artificiale – delle dimensioni paragonabili a quelle di una batteria stilo – mai utilizzato prima in un intervento.

“Sono felicissimo dell’impresa compiuta dal cardiochirurgo Antonio Amodeo, grande amico di Giffoni – spiega il direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi – non è un caso che, già nel 2012, abbiamo voluto incontrarlo durante il nostro Festival. Il dottor Amodeo, infatti, è stato in grado di creare nell’ospedale romano un’equipe di assoluta eccellenza, tra le primissime al mondo nel campo della cardiochirurgia pediatrica, ottenendo risultati strabilianti. Le mie congratulazioni, di tutto il team di Giffoni Experience e della presidente di Aura, Alfonsina Novellino per questo successo medico”.

Per l’utilizzo del dispositivo (l’Infant Jarvik 2015), l’Ospedale Bambino Gesù ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione straordinaria dalla Food and Drug Administration (Fda) americana e dal Ministero della Salute italiano: la sperimentazione clinica, infatti, deve ancora partire negli Stati Uniti

Il mini-cuore artificiale impiantato nella bambina è un modello interamente toracico, alimentato da una batteria esterna. Il vantaggio è quello di non obbligare i pazienti all’ospedalizzazione fino al momento del trapianto. Il dispositivo è composto da una pompa intraventricolare del diametro di 15mm, della lunghezza di 5 centimetri e del peso di 50 grammi, realizzata per supportare la circolazione di pazienti a partire dagli 8 chilogrammi di peso e fino a un’età di circa 10 anni. Il mini-cuore può garantire un supporto a lungo termine per quei bambini per i quali non si trova un organo compatibile per procedere con il trapianto, consentendo loro migliori condizioni di vita. Al dispositivo, infatti, è collegato un cavo addominale per la ricarica che permette la dimissione a casa del paziente. Nei prossimi mesi negli USA partirà il clinical trial per il dispositivo. Il Bambino Gesù sarà capofila per il progetto europeo per l’ottenimento del marchio CE del dispositivo.

L’utilizzo dell’ Infant Jarvik 2015 – il mini-cuore artificiale – potrebbe rivelarsi una svolta in ambito pediatrico, come spiega lo stesso Amodeo: “Se le premesse di minore mortalità verranno confermate dai test clinici che inizieranno entro il 2018 in Usa, si tratta di una vera rivoluzione nel mondo dell’assistenza meccanica pediatrica”. Negli ultimi 20 anni, infatti, spiega “per i piccoli pazienti è stato disponibile un solo modello di cuore artificiale para-corporeo, che se da un lato faceva registrare un 70% di sopravvivenza, dall’altro non permetteva la dimissione a casa dei pazienti. Adesso, sarà invece possibile dimetterli dopo l’intervento, permettendo loro il reinserimento nel tessuto sociale e familiare in attesa del trapianto di cuore”.

 

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