Renzi – Di Maio: le donne, i cavalieri, le armi e gli amori di Matteo e Giggino … ma qualcuno fermi Giulia Grillo

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Dalla Serracchiani alla Grillo il passo è veramente molto breve, anche se la prima è schierata con i Dem e la seconda con i 5 Stelle; fanno entrambe parte, però, di quello che più comunemente passa sotto la denominazione di “cerchio magico” del capo, o meglio ancora delle “donne del capo” che sembrano contraddistinguere la nascita, la crescita e l’ascesa al potere di due uomini politici del calibro di Matteo Renzi e di Luigi Di Maio.

Renzi ha superato ogni record storico avendo intorno a se ben nove donne: Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Federica Guidi, Stefania Giannini, Maria Carmela Lanzetta, Maria Elena Boschi, Debora Serracchiani, Marianna Madia e Federica Mogherini. Questo era, però, lo schieramento di partenza; sul traguardo sono arrivate sei superstiti, ma le fedelissime sono state soltanto quattro: Boschi, Madia, Mogherini e Serracchiani.

La Serracchiani pur non essendo parlamentare nel periodo 2013-2018 era diventata, per un lungo tempo, la voce del capo; tanto da indurmi a scrivere il 29 giugno del 2017 così:

Almeno agli osservatori non può sfuggire il fatto che lo stuolo delle beate fanciulle e degli imberbi ragazzotti non ne azzecca nemmeno una e, peggio ancora, quando parlano fanno soltanto disastri; e mano a mano che il tempo passa i disastri sono sempre maggiori. Capisco che Renzi probabilmente li usa come suoi manutengoli e li lancia a seconda delle necessità, ma tutto dovrebbe avere un limite; soprattutto per quanto riguarda la governatrice Debora Serracchiani che appena apre bocca (in tv, sui giornali e sui social) fa danni che più danni non si può. Anche nella vicenda Prodi-Renzi è intervenuta, ovviamente a sproposito; come per la riforma della portualità, lo stupro migrante, tanto per ricordare qualcosa. Con quella vocina stridente e penetrante riesce a colpire sempre nel segno ma in maniera negativa, la gente a casa ha bisogno di tranquillità e non di pressione psicologica mediatica. Un’altra dura lezione per il rottamatore che ancora non riesce a fermare le beate fanciulle pronte ad immolarsi, alla Giovanna D’Arco, sul rogo renziano. Qualcuno fermi la Serracchiani, altrimenti saranno guai seri per tutti i renziani”.

La storia si ripete, e sempre allo stesso modo; i capi vengono circondati da qualche anno in quà da folti stuoli di belle fanciulle, tutte laureate con lode e congratulazione delle commissioni giudicanti, tutte disincantate e capaci di parlare senza neppure tirare il fiato per alcuni minuti di fila e su tutte le problematiche politiche e sociali; ma tutte, proprio tutte, simili ad attrici che recitano la loro parte sul palcoscenico, una parte imparata a memoria da un copione che non consente alcuna digressione.

Per la cronaca la Serracchiani è stata fermata ma troppo tardi, anche se poi in extremis è stata salvata con una elezione alla Camera il 4 marzo.

Adesso tocca a Luigi Di Maio; anch’egli accerchiato da uno stuolo di belle fanciulle (si fa per dire !!) con Maria Chiara Ricciuti, Enrica Sabatini, Laura Castelli, Celeste D’Arrando che insieme a Giulia Grillo fanno parte del nuovissimo cerchio magico sul quale incombe l’ombra della “vera donna del capo”: Silvia Virgulti.

Di lei e della sua storia così scrive Susanna Turco su L’Espresso del 19.09.2017: “”Un ciclone, nella vita del non cucciolo di Pomigliano d’Arco. Arrivata alla Casaleggio attraverso i fratelli Pittarello, spedita a inizio 2014 da Gianroberto a fare la coach tv ai parlamentari e poi stabilizzata all’ufficio comunicazione della Camera, Virgulti è una misteriosa e intoccabile divinità laica del Movimento. Perché è la donna del capo, ma non solo. Laureata in glottologia, esperta di Programmazione neurolinguistica, e coautrice di un corso d’inglese nel quale si applicano alcuni grandi classici manipolativi di quella controversa teoria, contiene in sé molti dei contraddittori elementi del mondo grillino. Tra il new age e l’iper tecnologico, tra l’animalista e il moderato no vax, Virgulti risulta ad esempio curiosamente nella lista delle “mujeresquedespiertan” (donne che risvegliano) come pure delle Moon Mother italiane, cioè è, citiamo dal sito, «una donna che ha sentito nel cuore il richiamo a farsi tramite per la vibrazione del Divino Femminile condivisa durante la Benedizione Mondiale del Grembo» e che la trasmette «personalmente ad altre donne per facilitare il loro risveglio e la loro guarigione profonda». Quando non pensa alla vibrazione del Divino femminile, Virgulti si perita di eliminare le proprie tracce dalla rete: l’ultima volta, la settimana passata, cancellando da Facebook ogni traccia del proprio profilo; ma anche del suo blog sull’inglese non vi è più alcun segno””.

Ma se la Virgulti ha fatto un passo di lato per non influire o sminuire il profilo pubblico del suo uomo, c’è un’altra donna che sta prendendo la leader schip in maniera incontrastata: Giulia Grillo, quarantaduenne medico siciliano, nessuna parentela con il fondatore del movimento, decisa ad andare fino in fondo. Sa recitare sul palco allo stesso modo della Serracchiani, ha già conquistato il posto di capo-gruppo alla Camera e quando la visualizzo in tv mi viene sempre da pensare: “Qualcuno fermi la Grillo prima che come la Serracchiani, provochi danni politici irreparabili”; lo scrissi diversi mesi fa per la giovane ex governatrice del Friuli Venezia Giulia, lo ripeto per la giovane catanese.

In fondo non è cambiato niente: le donne, i cavalieri, le armi e gli amori segnano sempre il destino dei capi.

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