CERTOSA: dal Comune alla Comunità Montana … per arrivare all’ Arte’m-net

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini – Ennio Sica

 

PADULA – Sono passate alcune settimane da quando, in data 17 aprile scorso, abbiamo diffusamente parlato dell’Accordo di valorizzazione utile per il rilancio della Certosa di San Lorenzo di Padula e del suo potenziale concessionario che porta il nome di “Arte’m – net”. Questa azienda, che è un consorzio di varie altre piccole aziende del settore, è stata l’unica a presentare la sua offerta in risposta alla gara ad evidenza pubblica indetta dalla Centrale Unica di Committenza della Comunità Montana del Vallo di Diano in ossequio all’Accordo di Valorizzazione del 2017 sottoscritto tra il Polo Museale Campano e il Comune di Padula; un accordo a dir poco eccellente che può e deve portare nuovamente la Certosa agli antichi splendori.

            Dunque sulla scena dell’accordo ci sono almeno due “entità pubbliche”: Polo e Comune, con diverse e ben precisate responsabilità; con l’aggiunta della Comunità Montana in funzione di controllore attraverso la Centrale Unica di Committenza.

            Difatti, dopo la firma, l’accordo passa alla Centrale Unica di Committenza (che continueremo a citare come CUC) che assume la grande responsabilità, e sottolineiamo grande, di predisporre il bando per l’aggiudica della concessione fissata inizialmente in due anni; dopo uno studio particolareggiato la CUC stabilisce che per due anni chi vuole aggiudicarsi la concessione deve operare su un ipotetico giro di affari di € 784.960,00= (circa 400mila euro all’anno) che a noi sembra, sinceramente, eccessivo in considerazione dell’afflusso turistico attuale. Quindi senza anticipare nulla, salvo strumenti operativi, chi si aggiudica la gara si ritrova in presenza di un ipotizzabile affare. Alla pubblicazione del bando scappano tutti, finanche la Banca Monte Pruno che nel recente passato aveva dato più volte la sensazione di volersi aggiudicare la concessione per fare ancora di più l’interesse pubblico verso la Certosa oltre a quello che la Banca, retta dall’ottimo Michele Albanese, già fa normalmente. Fatto sta che arriva in sede di CUC soltanto un’offerta e questo fatto di per se è già sconcertante; tanto è vero che gli addetti al CUC si preoccupano e contestando alcune anomalie respinge l’offerta; ma alcuni giustificativi ritrasmessi dall’azienda Arte’m-net convincono i commissari della giustezza e convenienza dell’offerta anche se con un rialzo soltanto dello 0,01%.

            Bisogna, su questo primo punto evidentemente anomalo che i “componenti la CUC” non sono né i depositari della verità né tantomeno i custodi della legalità e, quindi, il presidente della Comunità Montana, arch. Raffaele Accetta, farebbe benissimo a rendere di dominio pubblico tutti gli atti della Commissione, anche se bisogna precisare che non è tenuto a farlo. L’appello è diretto piuttosto alla grande sensibilità e capacità riflessiva del presidente che in forma di autotutela potrebbe, come può, provvedere alla pubblicazione anche di atti per i quali non è prevista per legge.

            Ma se è vero, e su questo possono essere avanzate soltanto ipotesi, che una banca come quella di Monte Pruno non ha ritenuto (non diciamo conveniente ma almeno praticabile) di dover partecipare alla gara dopo che per mesi e mesi aveva messo in atto tutti i tentativi possibili, verrebbe da chiedersi perché l’azienda napoletana si è lanciata in un’avventura che, anche agli occhi dei semplici osservatori, appare non conveniente se non proprio deficitaria già in partenza. Su questi due aspetti della vicenda si susseguono a Padula i commenti più svariati e più o meno alla luce del sole contro la Banca, contro il Polo, contro il Comune, contro la Comunità Montana (per la CUC) e contro l’azienda napoletana; commenti che non è il caso di riproporre pubblicamente perche non sono assolutamente consolidati nella loro veridicità e sui quali, dunque, non spetta ai giornalisti far luce, almeno per il momento.

            Chiudiamo l’articolo di oggi con una curiosità che è più una domanda che una considerazione: “Quando i commissari si siedono per decidere l’aggiudicazione di una gara pubblica vengono sfiorati dai dubbi delle chiacchiere e dagli elementi certi per identificare un palese conflitto di interessi ?”. Nella fattispecie parliamo di una piccola comunità come Padula (e non di New York) dove le dicerie corrono di bocca in bocca e tutti sanno tutto di tutti, cioè la voce del popolo, dovrebbero essere arcinote a tutti; anche quelle sulla stessa composizione dell’assetto societario della Arte’m-net che, molto notoriamente, registra ai suoi vertici un personaggio che ha come moglie la direttrice del Polo Museale Campano che, in verità, da qualche tempo è stata trasferita a Roma; si dice in seguito ad una promozione.

            Promoveatur  ut amoveatur ? Non lo sappiamo, cercheremo di scoprirlo nella prossima puntata. Nel frattempo aspettiamo con ansia la pubblicazione degli atti commissariali.

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