Certosa: furto nelle cappelle laterali. Rubata la corona di spina dal capo dell’Ecce Homo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini – Ennio Sica

Padula –  Questa è un’altra notizia che non avremmo mai voluto divulgare, ma sembra quasi che una sciagura si sia abbattuta sulla Certosa; il condizionale è d’obbligo perché di fatto dietro ogni sciagura c’è quasi sempre la responsabilità di qualcuno.

            Da una passeggiata più attenta negli ambienti certosini, in particolar modo nelle cappelle laterali sulla destra della Chiesa, l’attenzione è caduta sulla statua dell’Ecce Homo che risultava mancante di un pezzo, ovvero della corona di spina sul capo.

            Stiamo parlando di una corona di spine lignea che probabilmente è stata oggetto di “prelievo” da parte di qualche distratto componente delle numerose scolaresche (?) che normalmente assalgono la Certosa nei mesi di aprile e di maggio, mesi usualmente dedicati alle gite scolastiche. Quando diciamo “numerose” non ci riferiamo solo al numero dei gruppi di studenti ma anche al numero dei componenti dei singoli gruppi. Normalmente i pullman moderni hanno una capienza che arriva fino ad 80 posti (quelli a due piani per capirci), quindi crediamo che tali gruppi effettuino la visita al monumento in modo compatto, vi invitiamo ad immaginare 80 persone o anche 40 che attraversano quelle cappelle laterali alla Chiesa. Le cappelle sono consequenziali ed attraversate da un corridoio di dimensioni normali, un flusso di così tante persone è sicuramente impossibile da gestire e controllare, ma anche a loro rischio fisico, quindi vogliamo credere che la corona di spine sia stata prelevata proprio in un momento di caos che vedeva la presenza contemporanea in quegli ambienti di decine e decine di visitatori. Vogliamo credere anche che il valore della corona di spine sicuramente era di poco conto, altrimenti il busto dell’Ecce Homo non sarebbe stato esposto senza alcuna protezione.

            Essendo rimasta inascoltata la nostra inchiesta dall’attuale direttrice Emilia Alfinito, inchiesta che ribadiamo essere pro-Certosa al fine di vederne un riscatto positivo, l’invito sin da ora va alla neo vice direttrice dott.ssa Anna Maria Romano ed al futuro direttore della Certosa (che molto verosimilmente sarà lei stessa) per far ricostruire la corona trafugata e per trovare una soluzione a tutela della opere esposte e dell’incolumità dei visitatori.

            Al tempo dei romani la corona di spine era uno degli strumenti usati per infliggere sofferenze alla persona, a ridicolizzarla ed a denigrarla, idealmente questa corona sembra essere posta sulle mura perimetrali della Certosa. L’augurio è che con il vicino cambio di direzione del monumento le negatività che abbiamo segnalato nel tempo vengano finalmente risolte diventando opportunità di riscatto per il futuro, nella speranza che la corona sacrificale di oggi si trasformi in una corona di vittoria simbolo di eccellenza e di preziosità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *