Sanità: la carenza dei medici e l’inutilità della Conferenza dei Sindaci … da Polla con ardore !!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La brava giornalista Chiara Di Miele (Ondanews) con l’intervista al medico Pietro Greco, in servizio presso il presidio ospedaliero Luigi Curto di Polla con le mansioni di “responsabile dell’unità operativa di neurologia”, ha scoperchiato (come si suol dire !!) la pentolaccia della malasanità che parte, appunto, dall’endemica carenza di medici. Un medico che non conosco ma che mi sembra in grado di lanciare messaggi penetranti ed a trecentosessanta gradi.

Naturalmente la carenza dei medici non riguarda solo e soltanto l’ospedale di Polla ed in questa ottica lo sfogo del medico Greco va preso e inteso come una chiara denuncia per tutto il disastro che sommerge la sanità campana in generale e quella salernitana in particolare.

In caso di mancate risposte inizierò dal primo luglio lo sciopero della fame pur continuando nel mio servizio. Lo farò come medico e come cittadino di questo territorio” ha dichiarato il dottore Greco nelle mani della Di Miele; ma chi deve dare risposte se non la politica ?

La politica, gentile dottore medico Greco è assolutamente assente, soprattutto sul territorio in cui Lei vive ed opera professionalmente con riconosciuta qualità professionale e conclamato senso del dovere e di umiltà nei confronti di una utenza che viene bistrattata da  moltissimo tempo.

Mi corre l’obbligo di ricordarle, gentile Greco, alcune cose che Lei ben conosce in quanto da tanti anni opera nel settore sanitario. La provincia di Salerno, in quanto a sanità pubblica, è incardinata nella ASL al cui interno vive e prende gettoni di presenza, ma opera pochissimo, la cosiddetta “Conferenza dei sindaci”; vale a dire che in detto organismo sono chiamati a rappresentare l’intero territorio alcuni sindaci a tanto destinati dai vari “Collegi dei sindaci” operanti nei vari distretti sanitari. Quindi per far fronte alle carenze della sanità (non dico per le opere strutturali o per le forniture), almeno dal punto di vista del modello organizzativo e lavorativo, c’è una struttura territoriale che converge in una più grossa struttura provinciale; il tutto dovrebbe, quindi, funzionare alla perfezione.

Invece va tutto a rotoli; e perché ?, semplicemente perché tutti o quasi i personaggi politici chiamati a riempire le caselle della Conferenza e dei Collegi altro non  sono che delle pedine destinate a soddisfare questa o quella esigenza politica nell’ottica della distribuzione degli incarichi (comunque costosi per il pubblico erario); pedine che molto verosimilmente non hanno alcuna possibilità di decisione o di semplice interlocuzione con la “testa del problema” che, hai noi !!, risiede a Napoli e intravede soltanto in forte lontananza i territori ai margini di una provincia e della regione. E’ sufficiente pensare al caso di Antonio Giordano (direttore generale all’ AOU Ruggi di Salerno), sbaraccato in pochi minuti dal suo incarico, per capirne di più.

Ma qualcosa poteva essere fatta in più soprattutto a Polla ? mi ha chiesto un attento lettore dei miei scritti. Sicuramente di si, gli ho risposto; anche perché il territorio valdianese ha avuto da diversi anni un suo esponente politica alla presidenza della Conferenza dei Sindaci di Salerno, parlo ovviamente di Sergio Annunziata che, per stranissimi giochi della politica, si ritrova ancora a presiedere la predetta Conferenza anche se non ha alcun titolo a farlo. Vero è che quando ne aveva titolo non ha fatto un bel niente, figurarsi ora che non ha titolo e che per conservare la poltrona deve soltanto ubbidire ai dettati del capo supremo.

Insomma per farla breve, gentile dottor Greco, la politica quando viene chiamata a fare e disfare giochi e giochetti di poltrone di potere è abilissima, quando invece deve risolvere i problemi reali è assente e sempre pronta a scaricare la responsabilità sugli altri. Ecco perché mi viene facile scoprire e denunciare la perfetta inutilità di un organismo, la Conferenza dei Sindaci e i Collegi dei Sindaci, che opera sempre e soltanto nell’ottica della stretta osservanza di appartenenza politica e non in favore dell’utenza per il bene comune.

Lavorerò fino a che reggerò non assumendo cibi, non mi sento eroe o migliore di altri. Spero che altri miei colleghi Dirigenti mi siano vicini perché l’ospedale è di tutti i cittadini”; ha concluso così la sua intervista il medico pollese. Non voglio disilluderlo, pensi però bene a come programmare il suo sciopero della fame che dovrebbe partire domani 1° luglio, perché il suo encomiabile gesto di protesta rischia di rimanere come una piccola oasi nel deserto dei tartari, dove per tartari sono identificabili tutti gli attori della sanità pubblica (direttori generali, dirigenti, medici, paramedici, personale di servizio, ecc.) che patteggiano, sempre e comunque, con le frange più squallide della scandalosa politica per l’ottenimento di benefici personali.

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