CRESCENT: la recita a soggetto !!

 

di Roberto Celano

SALERNO – Nel corso dell’ultima udienza del Processo Crescent si è assistito al goffo tentativo dei legali degli imputati di rendere “martire” chi ha fortemente voluto lo “scempio” edilizio sul mare nel comparto di Santa Teresa. Per i legali, in particolare per i difensori di de Luca, si tratterebbe di una “sorta” di processo politico, per la volontà presunta  di qualche magistrato di dar voce a chi si contrappone al “sistema” di potere. Fingono di non sapere che alcune delle illegittimità diffuse sono state rilevate anche dal Consiglio di Stato, che non si è poi consentito di realizzare le due torri che erano inizialmente previste, che perfino il Ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto responsabilità enormi anche in capo ai funzionari del Ministero stesso, che la stessa procura aveva acconsentito su forti pressioni dell’Ente e dei costruttori, dopo iniziale sequestro del manufatto, a far proseguire nell’opera (evidentemente privata) solo a rischio di imprenditori e Comune (che incredibilmente si è assunto un rischio non dovuto!!!). I legali parlano la stessa lingua dell’imputato e sciorinano le stesse sterili argomentazioni ascoltate il venerdì a LiraTv (prima c’erano le chiancarelle, si ttatta di una splendida trasformazione urbanistica etc…), senza comprendere che in Tribunale non si discute della valenza o della bellezza o meno (si tratta, oggettovamente, oltretutto di un mostro di cemento di una delle più grandi speculazioni edificatorie mai avvenute nel Paese) dell’opera, ma della legittimità del procedimento adottato,  dell’inesistenza dell’interesse pubblico, degli insuperabili vincoli esistenti, degli strani (e lapalissiani!!!) intrecci tra Amministraziine comunale e Soprintendenza che, pure, con faccia tosta, ieri Zampino tentava incredibilmente di confutare con dichiarazioni spontanee e poco convincenti. Paolo Carbone, legale di De Luca, parla poi di una sedicente loggia massonica  che avrebbe reagito (come? Muovendo i fili della magistratura?), avendo voluto mettere le mani sulla città. Non dice di quale loggia si tratti, chi sarebbero gli artefici, di chi sarebbero le “mani”. Eppure avrebbe il dovere di essere chiaro, di denunciare. Tutto, invece, vago, tutto favoloso, tutto sinceramente poco credibile. Le uniche “mani” che certamente hanno “modellato” a piacimento e stanno da troppi anni indisturbate (spesso con organi di Controllo, come la Soprintendenza, compiacenti o poco attenti) favorendo la cementificazione indiscriminata della città, sono quelle del sistema di “famiglia”, del progressismo salernitano che ha illuso per un quarto di secolo con racconti favolosi ed i cui fallimenti sono ora sotto gli occhi di tutti!

 

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