il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

PORTO: dopo i successi di Annunziata e la deriva di Spirito arriva l’interrogazione di Iannone

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Qualche giorno fa ho scritto, in merito al Porto di Salerno, della sospensione dei lavori di drenaggio che probabilmente condizioneranno il futuro della nostra struttura marittima con brave danno per l’intera economia provinciale.

            Saranno stati anche momenti diversi e condizioni politiche diverse, saranno state anche le diverse professionali e dedizione al mandato ricevuto, è indubbio, però, che dopo i conclamati successi portati a termine da Andrea Annunziata (l’ultimo storico presidente della nostra Autorità Portuale) tutto sembra essersi fermato miseramente, per non dire precipitati definitivamente.

            Durante l’epoca Annunziata qualcuno avanzò anche il velenoso sospetto che i successi dell’ex sottosegretario di Stato fossero più di immagini, grazie ad un accorsato ufficio stampa, che alla realtà dei fatti portati a termine. La stessa cosa ha cercato di dire il nuovo manager Pietro Spirito quando assunse l’incarico e promosse la prima conferenza stampa; niente di più falso; innanzitutto perché Annunziata non ha mai avuto un ufficio stampa e poi perché lo stesso era riuscito a coinvolgere molti giornalisti spiegando loro la qualità delle cose che stava facendo grazie ad un “modello lavorativo” all’avanguardia e riprodotto anche in altre realtà nazionali ed internazionali.

Adesso sulla vicenda del mancato dragaggio dei fondali interviene, a muso duro, anche il neo senatore Antonio Iannone (FdI) con una precisa e puntuale interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al presidente dell’Autorità di sistema portuale Tirreno centrale, Pietro Spirito, al segretario generale dell’Autorità, Francesco Messineo, al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, al presidente della camera di commercio, Andrea Prete, e a tutti coloro che possono dare un contributo alla risoluzione dell’annosa questione.

Sappiamo come vanno a finire gran parte delle interrogazioni parlamentari, sappiamo anche che il presidente della regione sicuramente non la leggerà nemmeno, ma la domanda di Iannone è anche diretta a personaggi che nello specifico hanno l’obbligo istituzionale di dare una risposta scritta ad un Senatore della Repubblica, poco importa che esso sia esponente di un piccolo partito di opposizione.

Importa, invece, che la sostanza dell’interrogazione sia stata generata da una situazione reale e sotto gli occhi di tutti; una situazione che, trascendendo dalle pratiche amministrative quotidiane, rilancia l’interrogazione del sen. Iannone nel panorama di una discussione molto interessante facendola assumere i canoni di una vera e propria denuncia che dovrebbe interessare anche altri soggetti istituzionali che il parlamentare non ha citato e che sono gli Organi di sorveglianza e di indagine.

Difatti Antonio Iannone partendo da un dato obiettivo e oggettivo come la riduzione dei transiti nello scalo marittimo salernitano (un dato certificato dalla stessa Autorità portuale testimonia che il numero di crocieristi in transito nello scalo salernitano dai 18.600 del 2007 sono passati nel 2015 a 189.500 per poi ridursi nel 2017 a 65.500 unità, con una perdita di 124.000 unità –65,5 per cento in meno– e la relativa riduzione di risorse e occupazione sul territorio da attività dirette e indirette) chiede con forza di sapere:

  • se il Governo ritenga priorità strategica avviare gli interventi sulle infrastrutture del porto di Salerno, come l’ampliamento dell’imboccatura, il dragaggio dei fondali e la riqualificazione delle banchine;
    • se reputi tutto ciò necessario per il rilancio dello sviluppo commerciale e crocieristico di una realtà portuale che crea occupazione per il territorio;
    • se intenda impegnarsi con un’attenzione particolare al porto di Salerno allo scopo di sburocratizzare e snellire le procedure per velocizzare gli indispensabili interventi.

Il problema quindi c’è ed è grande come una montagna; se a questo aggiungiamo la maniera con cui la politica salernitana si è sbarazzata delle capacità organizzative e comunicative di Andrea Annunziata, potremo capire il danno enorme che il Comune di Salerno e la regione Campania hanno provocato in danno della stessa nostra città. Alla prossima.

1 Commento

  1. Non posso credere che certi ritardi cronici, riguardanti l’ammodernamento e l’ampliamento del porto di Salerno, siano dovuti alle sole – ormai inevitabili – pastoie burocratiche, contro le quali nulla o poco possono sollecitazioni di vario tipo, interrogazioni di parlamentari, interventi diretti verso le autorità preposte da parte di operatori e responsabili della gestione.
    In particolare, l’azione di questi ultimi può caratterizzarsi per una maggiore o minore incisività e ottenere apprezzabili risultati anche in presenza di situazioni strutturali non ottimali e in presenza di ostacoli tecnici e/o procedurali. Ma, ove essa si dimostrasse carente nel promuovere e spingere per la realizzazione di nuovi impianti o interventi in grado di aumentare potenzialità e funzionalità dello scalo, allora si assisterebbe inevitabilmente ad un lento arretramento delle capacità operative di quest’ultimo.
    La stasi in cui versano i lavori a mare (dragaggio dei fondali, allargamento dell’imboccatura, adeguamento di moli e banchine) e di quelli a terra (principalmente Porta Ovest) fanno però temere che esistano anche problemi di natura tecnica ancora non risolti, con un confronto di soluzioni tuttora in corso di analisi e non pervenuto a definizione.
    Se così fosse – ma è augurabile che da parte dei responsabili venga trovato il modo di allontanare ogni dubbio in proposito – allora la prospettiva di chiudere positivamente le partita diverrebbe ancora più aleatoria, con grave danno dell’economia portuale e di tutto l’indotto.

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