Super Job Search/4: l’assoluzione di Montemurro e la scarcerazione di Aliberti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – L’inchiesta giudiziaria a carico dell’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti è legittima ed è stata, fin qui, correttamente condotta dal pm antimafia Vincenzo Montemurro. Tutto archiviato, quindi l’esposto depositato dal fratello dell’ex sindaco contro l’impetuoso (a suo dire !!) agire degli investigatori salernitani potrebbe essere stato prodotto soltanto al fine di rallentare, se non inquinare, le indagini partite ormai da qualche anno (15 settembre 2015 !!); indagini che ad ogni contrasto tra accusa e difesa sembrano allargarsi a macchia d’olio invece che circoscrivere una specifica sfera di presunti reati contro la pubblica amministrazione. Insomma un estremo tentativo della difesa che ha prodotto, invece, l’effetto contrario evidenziando (con l’ordinanza del Tribunale di Napoli di qualche giorno fa) la perversa correlazione tra l’inchiesta madre detta “Sarastra” e tutte le altre (alludo a “Linea Notte – Poker – Criniera – ed anche Ghost Roads – Mastrolindo e Perseo”) che se messe insieme come un puzzle riescono a dare risposte precise che singolarmente non possono trasmettere.

            Il pm antimafia Vincenzo Montemurro vince, dunque, su tutta la linea investigativa e si riafferma sempre di più la consistenza delle varie indagini condotte con grande capacità e dispiego di mezzi tecnologici; il colpo decisivo, a mio avviso, l’ha inferto il Tribunale di Salerno (GUP Emiliana Ascoli) quando nel luglio scorso ha sancito (almeno in questa fase !!) “”l’esistenza di un accordo corruttivo tra l’ex primo cittadino di Scafati, Pasquale Aliberti , e Alfonso Loreto , Luigi e Gennaro Ridosso che lo hanno sostenuto come candidato a sindaco nella tornata elettorale del 2018 – “I capi cosca gli hanno garantito sostegno dietro appalti e nomine. Il tutto è stato reso possibile grazie alla forza di intimidazione che i tre, partecipi di un clan di stampo camorristico, imponevano così da essere riconoscibili e riconosciuti dai più, primo fra tutti Pasquale Aliberti il quale, sapendo dello spessore criminale dei medesimi, originato anche dalle rispettive famiglie, non acconsentì alla candidatura di un esponente della famiglia dei Ridosso ma chiese l’individuazione di un altro candidato (Roberto Barchiesi) il cui nome non era apparentemente ricollegabile ai Ridosso-Loreto”” (fonte La Città del 28.08.18). Naturalmente sarà necessario aspettare le successive pronunce nei vari gradi di un giudizio che si manifesta abbastanza complicato, nonostante le evidenti apparenze di colpevolezza.

            Al momento quello che più preoccupa i nutriti collegi difensivi è la perversa correlazione tra le varie inchieste (quasi tutte condotte da Montemurro) che potrebbe portare alla scoperta di un malaffare tra politica e malavita che, in tutta sincerità, è chiacchierato da decenni sui marciapiedi di tutto l’agro nocerino, e non solo. E’ questo il vero salto di qualità delle indagini condotte da Vincenzo Montemurro che per quanto attiene questa super inchiesta è stato affiancato anche dal pm Luca Masini (da qualche giorno reggente della Procura nell’attesa dell’arrivo di Leonida Primicerio), ed è una novità assoluta per la giurisdizione salernitana non tanto abituata a raggruppare le inchieste, a studiarle nei minimi dettagli ed a scoprire quel sottile filo conduttore che, come il filo di Arianna, le unisce in un unico grande disegno di relazione tra il quadro politico generale e la malavita organizzata nelle varie cosche familiari dominanti nelle rispettive realtà territoriali.

            Credere di aver scoperto il “filo conduttore” non è, ovviamente, sufficiente a decretare sentenze di condanna inappellabili; l’esistenza di quel filo dovrà essere dimostrata in tutta la sua lunghezza ed ampiezza perché di fronte abbiamo delle vite umane che vanno comunque tutelate e garantite da ogni possibile tentativo di inquinamento e/o di persecuzione giudiziaria. E per inquinamento intendo anche le possibili infiltrazioni malavitose dirette a destabilizzare il quadro politico per meglio permeare nel tessuto sociale al fine di ricavarne benefici assoluti, non solo intermini di affari criminosi ma anche per il loro stesso recupero sociale e di credibilità. Molto insidioso il percorso investigativo che, nella fattispecie, mi sembra garantito dall’assoluta intransigente autonomia dai pm Montemurro e Masini. Un duo investigativo che richiama quanto già ho scritto nei precedenti articoli sulle diverse posizioni di “correnti di pensiero” per una maggiore tutela dell’indagato.

            In questo quadro abbastanza complesso non va sottovalutata la conferenza stampa che, piuttosto frettolosamente, il difensore storico di Alberico Gambino, l’avv. Giovanni Annunziata, nell’immediatezza della richiesta in aula di Montemurro al fine di portare nuovi elementi accusatori contro Aliberti che coinvolgerebbero anche Gambino attraverso il sequestro di ipotetiche mail partite dalla regione verso la famiglia Aliberti. Conoscendo bene le parti, sia l’avvocato che il consigliere regionale, viene da pensare che quando si muovono lo fanno soltanto perché qualcosa è successo. Ma cosa ? Possibile che una semplice richiesta in aula di sequestro di eventuali mail abbia scatenato un simile arrembaggio da parte della stampa ed una chiusura a riccio della difesa; ed anche perché il pm non ha proceduto, con avviso e indagine a parte, ad esplorare una siffatta pericolosa situazione ?

             Ma diamo tempo al tempo; sappiamo bene tutti che  la giustizia per essere rigorosa non può essere veloce, insomma deve avere i suoi tempi.

            Intanto la stessa giustizia che sembra voler massacrare l’ex sindaco di Scafati ha, invece, deciso, con provvedimento di Raffaele Donnarumma (presidente del collegio giudicante nel processo Sarastra), di scarcerare nuovamente Aliberti per mandarlo ai domiciliari a Roccaraso.

            Con la speranza che Pasquale Aliberti non commetta più vistosi errori comportamentali; la lezione di ulteriori due mesi di detenzione in carcere forse sarà valsa a qualcosa. Ma questo lo vedremo nel prossimo approfondimento.

 

 

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