NESSUN DORMA A BUONABITACOLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Eppe Argentino Mileto

BUONABITACOLO – Fino all’ultimo sono stato indeciso, se scrivervi, cari abitanti di Buonabitacolo, oppure no. Mi spiego, la scelta era se ne valesse la pena oppure no.

Già altre volte fui tentato, ma abbandonai l’idea alle prime righe. Mi dicevo: “Perché farlo?”. Poi il perché è arrivato. Con le sue urgenze. Sapevo che il movente mi sarebbe arrivato, un giorno o l’altro. Prima o poi. Ed è arrivato. Le mie parole riposavano come un buon vino nella bottiglia di una indignazione che si mesceva al disprezzo per le cose prive di senso.

Di tutte le foto (ne ho migliaia, da fare invidia a Mapplethorpe!) del Sindaco Giancarlo Guercio, una mi è particolarmente gradita. Ed è questa, di cui ho chiesto cortese pubblicazione, che lo ritrae innanzi ad un nuovo cartello che annuncia la vostra città: Buonabitacolo. Venne scattata in occasione della Giornata della Legalità, lo scorso 14 Luglio. O, se preferite, la giornata in cui fu siglata la “Carta di Buonabitacolo”, un’idea dello stesso Sindaco.

Chi mi conosce sa che amo scattare foto a raffica: i primi scatti mi restituiscono le emozioni, i secondi la passione, i terzi l’intelligenza.  Pancia, cuore e testa. Bene, gli scatti della medesima foto sono, in questo caso, assolutamente identici. Frutto di una sintesi. Dunque di un equilibrio. E ancora, di un’armonia.

Era felice quel giorno di luglio, il vostro Sindaco. Per quella giornata particolare. Intorno a lui, all’ingresso del paese, il grano era stato raccolto e covoni e balle regalavano un paesaggio di serenità e annunciavano una storia profonda. La vostra storia.

Era felice per l’anno di consiliatura appena concluso, era felice perché il suo paese stava uscendo dalle malinconie del passato, era felice per il cammino intrapreso. E orgoglioso. Di essere buonabitacolese. L’ho visto, quell’orgoglio. In tante occasioni: con autorità, ambasciatori, rappresentanti delle Istituzioni che gli domandavano: “Di dove sei?” – Non ha mai risposto un generico “Campano” o “della Provincia di Salerno”, ma “di Buonabitacolo!”. La sua risposta si induriva in una smorfia di fierezza, senza aggrottare la fronte, mentre le parole respiravano sorsi di aria pulita.

E poco importa se nessuno sapesse dove fosse Buonabitacolo. Lui c’era. Era lì. E con lui, voi tutti.

Ma a fare saltare il tappo alla bottiglia della mia indignazione mesciuta al disprezzo fu ieri mattina. Quando vidi le foto di questo giovane Sindaco, che è il vostro, votato da voi, voluto da voi, con due capre per ripulire dalle erbacce una rotonda stradale, che non è neppure di sua competenza, essendo lì l’Anas.

Aveva così risposto ad un’altra (ancora?) critica ingenerosa quanto ignorante comparsa in rete.

Ma il disprezzo nasce da voi. Me lo suggerite voi. Tanti di voi. Contagiati da un livore, da un’invidia da una frustrazione che fatico a comprendere.

In tutti i paesi campani che ho visitato e dove lo conoscono tutti, sento sempre dire : “Magari avessimo noi un Giancarlo Guercio!”.

Il suo curriculum vitae schiuma sudore, le sue esperienze professionali urlano vendetta, i suoi studi tracimano passione, i titoli esondano, le pubblicazioni si contano a legioni.

E l’amore per Buonabitacolo farebbe invidia a qualunque amante.

Come è possibile che ogni giorno fiorisca contro questo Sindaco il livore dell’idiota di turno, la vigliaccheria dell’anonimato di un nickname sui social, il dileggio e la menzogna dei mediocri, la cattiveria degli osannatori a cottimo, l’inutilità di scherani e sicofanti, di nostalgici della clientela, dei professionisti della corruzione, dei killer della meritocrazia, dei fabbricatori del fango?

La verità, triste, è che vi hanno educato ai baroni. A stare sotto padrone. Ad avercelo, un padrone. A morire soffocati sotto i piedi dei potenti, a leccarli quei piedi, a chiederlo il favore, a baciarle quelle mani, ad elemosinarlo un diritto spacciato per regalo da rendere con un voto; vi hanno educato ad essere servi del potere di turno, che da decenni e per decenni vi ha strangolati con nastri di seta, garbo e ipocrisia; Sì, qui come in tutti gli altrove del Sud, siete stati allattati, nutriti, talvolta coccolati, sedotti da quelle chiacchiere e dalle facili promesse.

Contro quei padroni non si levava alcuna critica. Perché i vigliacchi temono i potenti. Li servono e se ne servono. Questo è il prezzo che paga Giancarlo Guercio, Sindaco di Buonabitacolo. Aver rotto gli indugi e spezzato le catene arrugginite di una sottocultura che ancora impera. E indicare una strada di libertà, fatta di tante cose ancora.

Ma proprio voi no! Non il popolo di questo Sindaco! Voglio sentirlo quell’urlo di orgoglio: no, no, no!

Quell’orgoglio contadino che non chiede, che ama e possiede la terra, che sfama i figli e gli concede la strada verso Emmaus, che spiana il futuro, che solca mari, che scala montagne, che guada i fiumi della dignità. Questo mi aspetto da voi.

Non è forse questo e molto altro ancora, questa consiliatura? E’ un’opportunità. Sappiatela cogliere. Un’opportunità che massaggia le meningi, un oceano di emozioni, un sudario di sensazioni, una greppia di odori e colori, un ninfeo di giacinti, tulipani e gigli in cui fiorisce l’intelligenza. Sì, siate profeti. Siate profetici. Fate in modo che un’idea diventi immagine. Partoritela, un’idea per la vostra città! Siate visionari. Credete nel vostro domani. Affiancate questa Amministrazione Comunale guidata da un visionario. Un architetto trascendente. Isolate le chiacchiere prive di senso. Non coprite con l’omertà dei vigliacchi chi è vigliacco e che per insoddisfazione si sfoga ogni giorno contro la vostra stessa città. Perché non siete solo erbacce, tombini e sterpaglie.

Vorrei vedervi lì, davanti le porte aperte della stanza di Guercio con progetti ed idee alla mano, non con l’ultimo post contro. Ma non vi siete ancora stancati di essere contro senza mai essere capaci di partorire un’idea? Non vi siete stancati di vedere la frustrazione che viaggia sui social sputando sempre e solo “contro” senza mai avere il coraggio di mostrare la propria faccia, il proprio nome e dimostrare di cosa si è realmente capaci di fare? Troppo comodo.

Non ho sentito la vostra voce levarsi di emozione quando il mulino antico, sacrario e sacello di chissà quale rito iniziatico, è stato donato alla città. Dunque a voi. E dove eravate, quando hanno scoperto importanti reperti archeologici, proprio lì a Buonabitacolo? Non vi ho udito, mentre il Sindaco vi invitava a prendere la parola sulla legalità, quel 14 Luglio; Non vi ho visto quando si è parlato dello spopolamento dei piccoli paesi, consegnandovi, anzi condannandovi alla desertificazione! Dove eravate?

Non solo: dove sono i giovani a Buonabitacolo? O crediamo che esserlo significhi trascinarsi da un bar all’altro, birra alla mano, consumare trasgressioni fino a notte fonda, perdere così l’eleganza del piacere per tirare tardi ad ogni costo?

Non occorre trasgredire ad ogni costo per sentirsi utili. Perché il vero piacere è ben altra cosa. Coloro i quali bevono per annegare i propri dispiaceri, dovrebbero sapere che questi sanno anche nuotare.

E allora, da che parte state? Siate storici, non antistorici. Mentre vi scrivo, e mentre leggete, stanno per aprirsi le borse asiatiche, i mercati viaggiano alla velocità di un click, i giovani sono nei campus universitari, le aziende hanno già cambiato il turno agli operai, le merci transitano in tutto il mondo e i musei si popolano di intellettuali ed artisti.

Fate in modo che il vostro paese entri a pieno titolo nel mondo, che ne faccia parte, che eserciti il ruolo di protagonista attivo della storia, che non la subisca passivamente. Siete chiamati ad operare una scelta: se essere dalla vostra stessa parte, dalla parte del futuro, quindi del Sindaco Guercio, o lasciare che la vita vi passi attraverso, senza lasciare traccia alcuna del vostro passaggio, in questo mondo. Per l’altro rivolgetevi a chi è più competente di me.

3 thoughts on “NESSUN DORMA A BUONABITACOLO

  1. Com’è strana la vita.
    Circa cinquanta anni fa, in un pomeriggio di cui ricordo solo i raggi di sole dopo la pioggia, a San Giovanni Rotondo, ho vissuto un momento di cui vado orgoglioso e fiero : Padre Pio ( a me così piace chiamarlo senza offendere la Sua Santità) in una sala stracolma di gente, come mi raccontava, commuovendosi, mio padre, fece fermare la sua carrozzella davanti a lui ( mio padre ) e l’ho invitò a spingermi di peso ( avevo poco più di tre anni) verso di Lui, a questo punto il Santo mi abbracciò forte e mi benedisse; poi fece segno ad un frate affinché mi riaccompagnasse da mio padre.
    Pertanto, anche se confesso di non essere particolarmente praticante, ogni 23 settembre ascolto la Santa Messa e prendo la Comunione.
    Stamani mi ha particolarmente colpito la prima lettura, che riporto integralmente.

    Condanniamo il giusto a una morte infamante.
    Dal libro della Sapienza
    Sap 2,12.17-20

    [Dissero gli empi:]
    «Tendiamo insidie al giusto,
    che per noi è d’incomodo
    e si oppone alle nostre azioni;
    ci rimprovera le colpe contro la legge
    e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.

    Vediamo se le sue parole sono vere,
    consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
    Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
    e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.

    Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
    per conoscere la sua mitezza
    e saggiare il suo spirito di sopportazione.
    Condanniamolo a una morte infamante,
    perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».

    Arrivo a casa e leggo il pezzo scritto da Eppe Argentino Mileto sui cittadini Buonabitacolesi.
    Immediatamente le mie sinapsi mettono in relazione i due scritti che sembrano l’uno il prologo dell’altro.
    Purtroppo non sono solo i cittadini di Buonabitacolo ad essere così ma gran parte dei miei i concittadini vallesi hanno atteggiamenti estremamente simili.
    Sono tutti pronti a seguire le indicazioni del potente di turno che, venerano alla follia anche se cagiona con i suoi atti, opere ed omissioni il male comune.
    Tutto ciò come se tutti avessero la “Sindrome di Stoccolma” ovvero una particolare patologia psichiatrica in cui le vittime provano sentimenti positivi verso il proprio aguzzino; questi approfittando di tale sudditanza psicologica, impera indisturbato per decenni coltivando, esclusivamente, i propri interessi.
    Questa è la natura umana, pochi hanno il coraggio di ribellarsi e, pertanto, pochissimi sono gli eroi del loro tempo …….agli altri viene bene, solo, leccare il terreno e brucare erba !

  2. Questo tizio è quello della cretinata di un ospedale ad ogni fermata della vecchia tratta Sicignani-Lagonegro?

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