San Matteo 2018: ha vinto la città … finalmente !!

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Una festa religiosa, una festa di popolo per la vittoria di una città. Questa è l’unica considerazione da fare dopo che l’altra sera la statua del Santo Patrono di Salerno, “San Matteo”, ha attraversato il centro storico della city seguito da una processione affollatissima, forse senza precedenti.

            Hanno perso tutti gli altri; e negli altri  in  primis  c’è da annoverare la più alta autorità religiosa di Salerno e di tutta la provincia, parlo di S.E. Mons. Luigi Moretti, che dal 2010 è seduto sulla scranno più alto dell’arcidiocesi che sovrintende anche su tutte le altre diocesi della provincia.

Con lui hanno perso tutti i componenti lo staff religioso preposto non solo all’organizzazione della Curia ma anche dell’evento più significativo di ogni anno, un evento che nasce con l’alzata del panno del 21 agosto, viaggia attraverso visite pastorali in giro per la città e si conclude con la processione del 21 settembre. Un mese di festeggiamenti per un Santo davvero amato dai fedeli nonostante le sue due facce che, in buona sostanza, contraddistingue la popolazione autoctona dalla restante parte (la stragrande maggioranza) che di indigeno ha molto poco.

Hanno perso i portatori in mezzo ai quali, in maniera mistificante, si annidano alcuni personaggi dal pedigree non molto specchiato; per colpa loro i portatori hanno perso quasi tutto il loro carisma nei confronti dello sterminato popolo di fedeli.

Hanno perso coloro i quali continuano ad accostare la venerazione per il Santo con gli eccessi di tifo per la Salernitana Calcio.

Hanno vinto i fedeli, tutti, che l’altra sera hanno costantemente applaudito San Matteo senza il pensiero di dover centellinare gli applausi in funzione della presenza, o meno, del sindaco-governatore che per molti anni aveva polarizzato l’attenzione e gli applausi del popolino. Hanno vinto i fedeli perché, finalmente, hanno potuto acclamare il loro Santo senza doversi preoccupare delle bizze dei portatoti, degli inchini verso i malavitosi-camorristi e delle ingiurie verso l’alto prelato. Insomma ha vinto la Città, composta, ordinata, assorta, contenta ed estremamente educata.

Rimane in piedi e di grande attualità la domanda di sempre: “Perché la processione attraversa soltanto il centro storico ?”.

Sembra una domanda retorica, ma non è così. Nei prossimi anni e per i prossimi anni l’organizzazione della processione e del suo cammino deve necessariamente essere rivista in termini chilometrici da dover percorrere per coinvolgere tutta la città, cioè tutti quei fedeli che per un motivo o per un altro difficilmente raggiungono il centro storico.

Se diamo per scontato che San Matteo è il patrono di Salerno dobbiamo anche accettare il principio che San Matteo non è proprietà del centro storico e di tutti quei “clan familiari” che come sette segrete gestiscono da decenni l’inclusione o l’estromissione dei portatori dalle loro rispettive paranze. Bisognerà, in futuro, allargare la cerchia, renderla più democratica per consentire l’accesso di gente nuova e desiderosa di praticare la sua fede anche attraverso il passaggio delle statue in processione.

Come fare ? La risposta non la devo dare io; il problema mi sembra però di non difficile risoluzione. Sarebbe sufficiente un po’ di buona volontà e motorizzare le statue e tenendo sempre i portatori (colorati e folcloristici) ad accompagnare i sei santi. Fare, poi, il giro classico di Salerno, partendo da Duomo a piedi, su via Roma motorizzare le statue, girare intorno al teatro verdi, raggiungere Mercatello e ritornare verso Palazzo Sant’Agostino per far rientro al Duomo.

Tutto quì, del resto più di una volta l’intera città viene bloccata per manifestazione di gran lunga meno importanti; il blocco di San Matteo sarebbe sicuramente molto più accettato da tutti.

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