CHIESA: a Nocera regna il degrado … Curia e Parrocchia non rispondono


Aldo Bianchini
NOCERA INFERIORE – Venti agosto, ventisette settembre e quattro ottobre 2018; queste le tappe che danno alla presente vicenda la caratterizzazione del degrado non solo ambientale ma anche relazionale tra la Chiesa e i fedeli e tra la Chiesa e il popolo. Il degrado non riguarda soltanto i vertici della Diocesi di Nocera Inferiore ma anche tante altre realtà disseminate sul territorio: da Nocera a Cava, da Salerno a Vallo della Lucania, fino a Teggiano-Policastro.
Parto da Nocera Inferiore per questa nuova inchiesta giornalistica con l’intento di andare a toccare con mano le diverse realtà locali, senza preconcetti falsificanti, cercando soltanto di dire la verità del rapporto relazionale tra Chiesa e Fedeli, tra Chiesa e Popolo, e viceversa; anche per analizzare le cause che hanno scavato un fossato abbastanza ampio tra le aspettative dei fedeli e del popolo e le modalità con cui e in cui si muovono i vari esponenti delle diverse Curie a cominciare dall’Arcivescovo, dai Vescovi e dai singoli sacerdoti.
Ho deciso di avviare questa nuova inchiesta sulla base di due vicende (entrambe accadute nel Vallo di Diano) che direttamente ho vissuto sulla mia pelle: da un lato un sacerdote che rifiuta una stretta di mano (probabilmente chiarificatrice) e dall’altro un sacerdote che sta facendo della sua Chiesa un modello significativo e indicativo per come superare quel fossato di cui prima (di quest’ultimo scriverò nel prossimo articolo).
Inizio, dunque, da Nocera Inferiore (così nessuno potrà dire che questa inchiesta è di parte ed è interessata) dove un cittadino (fedele) sta vivendo una vicenda molto triste in quanto si è imbattuto nel silenzio rumoroso che spesso la Chiesa adotta per superare gli ostacoli che incontra sul suo cammino. La lettera che pubblico integralmente è datata 4 ottobre 2018, ma è stata preceduta da quelle del 20 agosto e del 27 settembre, dello stesso tenore rispettoso ma fermo e deciso da parte di chi (il mio assiduo lettore) si sente offeso, umiliato e sostanzialmente preso in giro. Quest’ultima lettera, come le altre, è diretta anche a S.E. Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore, che guarda caso (ma è solo un caso !!) ha al suo attivo molti anni di permanenza nel Vallo di Diano; proprio lì dove io personalmente ho vissuto le due diverse e contrapposte vicende.
Eccellenza Reverendissima,
il 21 settembre c.a. quando Eccellenza Vostra ebbe a ricevermi, me ne andai lieto e fiducioso avendomi assicurato un Suo sollecito intervento. Lei ebbe a convenire che la Circolare emanata nel 2002 dal Comitato per gli Enti ed i Beni Ecclesiastici e per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, rivolta a tutti i Vescovi italiani, non può essere disattesa, avendo tale Circolare carattere praticamente imperativo. Mi sbagliavo, nulla è cambiato, il parroco Don Andrea Annunziata della Chiesa di San Giovanni di Nocera Inferiore, continua tranquillamente a suonare le campane dalle 7,00 e ripetutamente e lungamente il pomeriggio sino alle ore 21,30. Inoltre, anche la presenza di galline, conigli, anatre e capre sul terreno della parrocchia, e dunque nel centro abitato residenziale, non è consentita dai regolamenti sanitari. E per di più le molte capre che sono “ospitate” dal parroco Annunziata sono prive di identificazione e di registrazione (direttiva 92/102/CEE) e quindi potenziali portatrici di malattie come la brucellosi. Anche la mia racc.a.r del 27-28/09/18 inviata al Parroco Don Andrea Annunziata ed a Lei per conoscenza è stata disattesa. Nella assoluta certezza che Lei non abbia presso i provvedimenti del caso, perché assorbito da altre incombenze, attenderò ancora dei giorni . Non avendo Sue assicurazioni al riguardo, mi rivolgerò a Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio SEPE ed al Comitato per gli Enti ed i Beni Ecclesiastici trasmettendo loro la intercorsa corrispondenza e le foto dello stato dei luoghi..
Dal 4 ottobre sono passati oltre dieci giorni ed al momento il mio assiduo lettore non ha ancora mosso le sue pedine per arrivare fino a Sua Eminenza il cardinale Sepe; credo che lo farà anche perché è mosso non da rancore ma dalla semplice fede che lo sorregge ancora nonostante le sue precarie condizioni di salute che potrebbero ricevere un sollievo sostanziale con l’adozione delle semplici modificazioni suggerite nelle tre lettere e durante l’incontro che, comunque, Mons. Giudice ha gentilmente concesso.
Il lettore lamenta, comunque, un problema comune a tante parrocchie, a tante chiese ed a tanti campanili (alcuni dei quali costruiti contro ogni regola ingegneristica e architettonica e non tengono conto dell’altezza e della distanza dagli altri fabbricati) i cui rispettivi parroci e/o responsabili fanno soltanto finta di non capire soprattutto quando il problema non li riguarda direttamente e da vicino.

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