CINQUESTELLE: Piccinini … da Bloody Money al timone del TG/1 nel solco della peggiore spartizione ?

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Voto più, voto meno, il Mov. 5 Stelle nelle politiche del 4.3.18 ha totalizzato all’incirca 11milioni di voti registrando un successo strabiliante e mai raggiunto, come percentuale riferita alle precedenti politiche del 2013, da nessun altro partito o movimento; attestandosi come primo partito del Paese il Movimento è passato di colpo dalla pura e strumentale opposizione alle decisioni serie e irrevocabili per l’intero Paese.

            Tutto sembra, ovviamente, ripiegato nell’assoluta normalità se non fosse per un problema, grosso quanto un grattacielo, che contraddistingue gli attivisti-iscritti del Movimento grillino (Grillo è sempre il padre-padrone, nonostante in tanti non vogliono riconoscerlo); il problema è che su 11milioni di elettori ci sono 11milioni di capi che non ammettono discussione pensando e credendo di poter decidere dal basso tutto quanto il Movimento deve decidere nelle alte sfere, anche quelle ministeriali. Naturalmente i grillini la pensano in maniera diversa; ma per quanto mi riguarda, così non si va da nessuna parte.

            Quanto sta accadendo a Melendugno per la TAP così come a Torino per la TAV (la sindaca Appendino si è defilata … opportunamente !!) sono la dimostrazione più plastica delle difficoltà cui va incontro il Movimento penta stellato dal momento in cui è stato costretto ad assumere il governo del Paese.

            Oggi sul tavolo del governo giallo-verde ci sarà un’altra grande grana con l’inizio della discussione sulle nomine dei direttori dei vari tg e reti della RAI; nel solco della più tradizionale e becera pratica della prima repubblica il TG/1 dovrebbe andare ai Cinquestelle, mentre il TG/2 alla Lega salviniana; bene, bravi, peggio di così si muore.

            Un tempo il TG/1 era patrimonio della Democrazia Cristiana, il TG/2 del Partito Socialista e il TG/3 del Partito Comunista; quella logica spartitoria che era, comunque, finalizzata ad un giusto equilibrio tra le componenti politiche per la gestione del mondo dell’informazione. Nella pur odiabbile spartizione quei partiti seguivano un fil-rouge, cioè un minimo comune denominatore, che voleva ai vertici dei tg e delle reti personaggi di un certo spessore culturale-sociale-economico pur se di specifica colorazione politica. Insomma, come dire, si arrivava ai vertici dei TG innanzitutto con decenni di esperienza giornalistica sulle spalle, con specifici titoli qualificativi e dopo aver dimostrato in campo nazionale una grande professionalità maturata in seguito ad inchieste e reportage di tutto rispetto. Grandi nomi si sono avvicendati alla guida dei Tg/Rai e, soprattutto, del Tg/1 che è considerato la “nave ammiraglia” del giornalismo televisivo italiano. Per la Rai, come presidente, è sufficiente ricordare Sergio Zavoli autore dell’inchiesta tv “La notte della repubblica” che rappresenta ancora oggi l’ a-b-c del giornalismo mondiale.

            Ieri, 30 ottobre 2018, il Corriere del Mezzogiorno ha dedicato un’intera pagina sulla “corsa tutta napoletana” per la guida dei Tg Rai; tra i nomi papabili ci sono quelli rispettabili di Gennaro (Genny) Sangiuliano che è già vicedirettore con un passato in Forza Italia, di Franco Di Mare (notissimo scrittore, giornalista, vicino a posizioni di sinistra), di Federica Sciarelli (radici napoletane, storica conduttrice di Chi l’ha visto su Rai/3) e la sorpresa Francesco Piccinini (giornalista pubblicista, direttore di Fanpage) che con il suo giornale online diede vita, qualche mese fa, alla famosa o famigerata inchiesta denominata “Bloody Money” incentrata sullo scandalo della raccolta dei rifiuti che tirò in ballo Roberto De Luca (figlio del governatore della Campania).

            Un’inchiesta che suscitò molto scalpore mediatico ma che non fu in grado di assestare il colpo decisivo per sgominare la presunta organizzazione malavitosa che avrebbe gestito la questione raccolta e deposito rifiuti urbani; insomma non ci fu la classica “pistola fumante” e  l’inchiesta fu soltanto utile a tenere il nome e l’immagine di Piccinini (già in odore penta stellato !!) per qualche settimana sui grandi network nazionali e, via via, sulle emittenti locali sempre più piccole, fino a scomparire del tutto dalla scena mediatica.

            Ora, però, i Cinquestelle vorrebbero Francesco Piccinini alla guida niente meno che del Tg/1 o in subordine del Tg/2; incredibile ma vero, quasi come dire che qualcuno scelga il mio nome (con una trentina di anni di televisione sulle spalle e con qualche inchiesta fatta molto seriamente !!) per la guida del più seguito telegiornale nazionale; insomma roba da ridere (ovviamente per me e non per Piccinini).

            “Così li abbiamo inchiodati” recitava il sottopancia delle numerose apparizioni di Francesco su YouTube; pia illusione, alla fine la sua inchiesta non inchiodò nessuno.

            E’ questo il modo di governare del movimento grillino ? Se si non mi resta che confermare che così non andrà da nessuna parte, purtroppo.

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