EPPE: un giornalista che giudica la politica ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Da qualche mese a questa parte abbiamo deciso di pubblicare gli interventi del dr. Eppe Argentino Mileto (giornalista Rai), nato a Paola – residente a Roma e da poco a Teggiano dove ha anche acquistato casa. Lo abbiamo fatto con la consapevolezza che i suoi interventi, a volte giusti e significativi ed a volte un po’ troppo brutali – sanguigni ed opinabili, avrebbero sicuramente suscitato scalpore, in parte condivisione e per alcuni versi indignazione; così è stato. Non ci pentiamo, però, di averlo fatto perché crediamo fermamente nella libertà di espressione (quella che non scantona al di là del buon gusto e dell’etica comportamentale) di ognuno e con la certezza che ogni pensiero può contribuire alla crescita di un dibattito che è il sale della democrazia. In tutta sincerità lo abbiamo anche fatto perché crediamo fermamente che un giornale, soprattutto se online, non può e non deve fermarsi alla semplice e sterile cronaca degli annunci ma può e deve inoltrarsi per i difficili sentieri dell’approfondimento, ben sapendo che questa è una via che non ripaga minimamente gli sforzi redazionali e non irrora le giuste risorse pubblicitarie tanto necessarie alla sopravvivenza di un organo di informazione libero e indipendente.

            Come tanti lettori di questo giornale anche noi, intesi come complesso di redazione, abbiamo condiviso ma anche dissentito con alcune cose scritte da Eppe ed anche a noi alcuni articoli sono apparsi troppo brutali – sanguigni e opinabili; ma li abbiamo pubblicati nell’ottica di una visione allargata dell’informazione e del diritto d’opinione per la crescita e la crescita di un dibattito. E il dibattito, puntualmente, è arrivato; ma è arrivato soltanto dalla parte dei lettori, nemmeno una parola dalla parte dei tanti politici-sindaci del Vallo di Diano e Cilento (tranne uno) cui si riferiva Eppe nella sua ultima pubblicazione incentrata su una “lettera aperta ai sindaci”.

            Nell’attesa che qualche sindaco del Vallo di Diano e del Cilento sollevi le cosiddette chiappe dalla sedia e si preoccupi almeno di smentire le accuse di Eppe è giusto riportare alla vostra attenzione cosa ci hanno scritto i lettori, dei quali citerò soltanto uno per nome e cognome in quanto riveste il ruolo di Senatore della Repubblica e se parla o scrive lo fa in rappresentanza dei tanti elettori che lo hanno votato.

            Comincio, quindi, dal senatore Antonio Iannone (Fratelli d’Italia) che ha testualmente scritto: “La lettera è bella ma troppo tagliata sulla politica che pur essendo incrostata alla fine passa. Quello che è più difficile da superare è il malinteso pensiero di Parmenide e Zenone che ha fatto di tante generazioni un solo essere che non è mai divenire”. Quindi la politica, anche se riesce a passare, è incrostata; e di questo diamo atto al senatore di averlo detto con molta chiarezza. C’è poi la citazione di Parmenide e Zenone (tutta da interpretare !!) che lascia pensare chiaramente alle due facce della stessa medaglia in un mondo politico che nonostante gli scossoni giallo-verdi stenta a cambiare passo in quanto le sue radici affondano nel microcosmo del potere parcellizzato e diffusissimo sull’intero territorio nazionale (contro questo, forse, Eppe si scaglia).

            Un altro lettore, del quale è giusto mantenere il riserbo, ha scritto: “”… Stamattina mi sono imbattuto nel fattura di questo nuovo paladino del Vallo di Diano, come se stessimo aspettando il Salvatore. Mi sono venute da fare certe riflessioni che qui ti illustro. Mi viene da rispondere come rispose Rossini a un giovane studente che gli sottopose uno spartito con una sua composizione: c’è del buono e del nuovo, ma il buono non è nuovo e il nuovo non è buono. Per uscire dalla citazione, dice confusamente e in modo prolisso e autocompiaciuto (dà sempre l’idea di scrivere più per compiacere il proprio ego che per il lettore) alcune cose vere ma vecchie come il cucco, e di difficile soluzione perché sono un problema non del Vallo di Diano ma di tutte le aree interne dell’appennino italiano, condite con un po’ di cazzate pseudo sociologiche. Un delirio, insomma.
Mi sono pure chiesto e vorrei chiederglielo: “ma ci venuto nel Vallo o ti ci hanno mandato ?
Pur restando molto affezionato al tuo blog ma in futuro cercherò di evitare letture del genere che mi intossicano la giornata. Sono sicuro che mi capirai e mi giustificherai
””.  Questo è, forse, il lettore più importante del giornale che ho l’onore di dirigere e, quindi, con vero dispiacere prendo atto di aver causato un turbamento nella serafica tranquillità (ammesso che sia possibile) di una giornata da vivere tranquillamente in  famiglia ed al lavoro.

            Però non voglio e non posso sottrarmi dall’esternare alcune considerazioni sullo scritto di “Ignoto/1” (lo identifico così per comodità e per dovere di privacy, almeno fino a quando non mi autorizzerà a citarlo direttamente) che condivido in maniera totale; naturalmente mi dissocio dal fatto che potrebbe non leggere più queste cose sul giornale perché so che non lo farà mai in quanto è di una levatura democratica talmente alta e perché questo giornale ha bisogno del suo contributo culturale – sociale e istituzionale.

            Se il nostro lettore riesce a dire e scrivere che nell’intervento di Eppe c’è del buono e del nuovo, ma il buono non è nuovo e il nuovo non è buono è il segnale che, come organo d’informazione deputato a diffondere le notizie e ad animare i dibattiti, abbiamo centrato l’obiettivo. Poi sicuramente potrà essere trovata qualsiasi forma, mediatica e comunicazionale, per migliorare la qualità dei messaggi e lo spessore culturale dei dibattiti che l’intera redazione ha messo al centro dei propri obiettivi comunicazionali; e per fare questo abbiamo in maniera irrinunciabile sia degli interventi di Eppe che delle risposte piccate ma intense e molto credibili del nostro affezionato lettore “Ignoto/1”.

            Ma l’intervento, ultimo in ordine di tempo, di Eppe ha suscitato anche reazioni di taglio positivo come quello dell’unico sindaco che ha risposto “Ho letto. Un interessante appello”, ma di nuovo negative come quello di un vicesindaco del Vallo di Diano: “… Senza offesa per Eppe, ma non mi piace. E’molto narcisistico il suo modo di scrivere …”.

            Resta sul tappeto della discussione un fatto molto importante e significativo rappresentato dall’assoluta carenza di seria e costante progettualità per il miglioramento dello stato sociale che da molti anni è in sofferenza sia nel Vallo di Diano che nel Cilento; è insufficiente la richiesta da parte degli amministratori locali di un servizio o di uno spot televisivo nazionale se alla base del discorso non c’è una programmazione seria, concertata e condivisa.

            Ma la discussione, comunque, continua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *