Buon Anno 2019 a tutti … anche a Pasquale Aliberti

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Preliminarmente e molto coscientemente gli auguri di un “Buon Anno 2019” vanno a tutti; a chi è felice ed a chi lo è meno, a chi è ricco e soprattutto a chi lo è molto di meno, a chi gode di buona salute ed a chi purtroppo no; insomma auguri di buon anno a tutti, amici, nemici, detrattori e sostenitori personali e di questo giornale che, tra mille difficoltà, cerca di andare avanti per cercare di assicurare almeno un piccolo brandello di verità. La verità costa impegno e sacrificio, noi di www.ilquotidianodisalerno.it (dalla direttrice editoriale Marilena Mascolo a tutti i collaboratori) ce ne mettiamo tanto e ci impegniamo fino in fondo anche se a volte non riusciamo a centrare gli obiettivi prefissati.

Da quest’anno e per gli anni a venire abbiamo scelto di dare ad un personaggio in particolare la prima pagina per nostri auguri di un felice anno nuovo.

Il personaggio di quest’anno, cioè per il 2019, è Angelo Pasqualino Aliberti (meglio noto come Pasquale Aliberti), medico e giornalista, già potentissimo sindaco di Scafati e plenipotenziario di Forza Italia nell’intera regione Campania e con entrature direttamente nel cuore di Palazzo Grazioli, caduto in disgrazia (giudiziaria !!) la mattina del 18 settembre 2015 quando il sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro (al comando di un gruppo operativo della Direzione Distrettuale Antimafia – DDA) di Salerno si fionda nel Municipio di Scafati e nell’abitazione e studio dell’allora sindaco per eseguire perquisizioni a tappeto alla ricerca di documenti, fascicoli, atti, prove che potessero convalidare la gravissima ipotesi accusatoria: “concorso esterno in associazione mafiosa finalizzata allo scambio politico elettorale”. Indagata anche la moglie, on. Monica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia e da poche settimane “presidente della commissione regionale antimafia”.

Nelle ore e nei giorni successivi al blitz accade di tutto e di più: accuse impietose, difese ad oltranza e, soprattutto, resistenza dell’uomo Aliberti.

Difatti alle immediate dimissioni dalla carica di presidente della Commissione Regionale Antimafia della Paolino non seguono quelle da sindaco di Aliberti; e sulla sua resistenza si scatenano le più assurde ed indecifrabili azioni di una spocchiosa opposizione politica, di un accanimento giudiziario e di una stampa locale andata letteralmente in delirio nell’aggressione contro un sindaco ed un personaggio forte e scomodo, addirittura con un passato da giornalista televisivo impegnato in varie inchieste contro la malavita e l’illegalità diffusa nell’agro nocerino-sarnese.

Per chi non lo conoscesse è giusto tracciare un breve profilo dell’uomo Aliberti che nove mesi prima, alla fine del 2014, aveva pubblicato il libro “Passione e Tradimenti” che nel rifare la storia della sua vicenda politica degli ultimi anni, anticipava tutto ciò che sarebbe potuto accadere a causa della sua passione politica e grazie agli squallidi tradimenti che la stessa politica può riservare a chiunque.

Dal 18 settembre 2015, tra accuse devastanti della procura e resistenze dell’ufficio del gip con Donatella Mancini che ipotizza soltanto la eventuale “corruzione elettorale” ma non lo “scambio politico elettorale mafioso” senza la componente mafiosa associazionistica, passano ben 858 giorni di durissime battaglie, nel corso dei quali, sbagliando, Aliberti non le manda a dire a nessuno e si lancia in duelli e sfide rusticane contro i magistrati, i politici di riferimento e gli stessi camorristi che lo accusano di collusione; continuano le perquisizioni, le polemiche gli impedimenti addirittura a scrivere il proprio pensiero da uomo ancora libero sui social.

Anche il collegio difensivo composto da Giuseppe Pepe e Silverio Sica sembra, a volte, arrendersi di fronte all’esuberanza difensiva del loro assistito; strano ma in questo Paese, spesso, è proibito difendersi con tutti i mezzi che la democrazia mette a disposizione di tutti.

La mattina del 24 gennaio 2018, dopo 858 giorni di tormenti, di ansiose attese, di sfinimenti psicologici, di mortificazioni pubbliche, di delusioni difensive, di nuove e più brutali sfide, iniziano i 315 giorni più lunghi della sua vita, giorni che coprono l’intero anno 2018.

Difatti quel brutto 24 gennaio viene arrestato e trascinato a Fuorni per l’inizio di una nuova battaglia giudiziaria apparentemente senza fine tra Procura, Gip, Riesame, Cassazione per ricominciare daccapo, come se niente fino a quel momento fosse successo.

Addirittura viene scarcerato e mandato ai domiciliari a Pescasseroli da dove viene tradotto di nuovo in carcere per colpa di una lettera inviata al fratello Nello anch’egli indagato nella stessa inchiesta dal suggestivo nome di “Sarastra” (non ho ancora capito il senso della denominazione in quanto i riferimenti storici del termine potrebbero risalire all’antico Egitto con il serpente Sarastro che cattura Pamina …); poi il 13 settembre di nuovo ai domiciliari a Pescasseroli e infine a Praia a Mare da dove il 5 dicembre scorso è stato scarcerato e reso uomo libero anche se con divieto di dimora a Scafati.

Una vicenda complicatissima, quella di Angelo Pasqualino Aliberti, non è possibile ricostruirla in poche righe; è sufficiente però dire che al centro della “grande sfida” c’è lui Aliberti, c’è la moglie Monica Paolino, c’è il pm Vincenzo Montemurro, c’è il gip salernitano Donatella Mancini, c’è l’imprenditore Aniello Longobardi, ci sono le famiglie camorriste Loreto-Ridosso, c’è Nello Aliberti (fratello di Pasquale), e c’è anche il giudice Raffaele Donnarumma che lo ha scarcerato due volte; ma ci sono tanti altri personaggi che sarebbe difficile citare tutti.

Ora, comunque, Pasquale Aliberti è un uomo libero, almeno dal punto di vista della restrizione personale se si non si considera il divieto di dimora a Scafati; potrà affrontare la prossima udienza del processo prevista per l’imminente 9 gennaio 2019 che da tempo è incardinato presso il tribunale di Salerno.

Dopo 1.173 giorni di lenta e inesorabile agonia (dal 18-9-15 al 5-12-18), ormai sfinito e frenato nelle sue esternazioni caratteriali che possono non piacere ma che sono frutto della sua libertà mentale e di pensiero, Angelo Pasqualino Aliberti potrà confrontarsi quasi alla pari con la pubblica accusa nel tentativo di dimostrare tutta la sua innocenza ed estraneità ai fatti addebitatigli.

Buon anno 2019 Pasquale, con la segreta speranza che tu possa dimostrare la tua innocenza e ritornare ad una vita normale tra gli affetti familiari con i tuoi due figli che ti adorano e che non hanno mai smesso di credere nella tua innocenza, con tua moglie Monica che si è battuta come una leonessa, con i tuoi genitori ansiosi di riabbracciarti definitivamente, e con tutti i tuoi affetti più cari.

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